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Opere pubbliche di Vigevano

12 Marzo 2024

L’amministrazione di Vigevano dà sempre prova di una inefficienza preoccupante:

1) lavori Cavallerizza sospesi per incongruenze contrattuali; il contenzioso è oggetto di ricorso alla Magistratura con effetto sospensione del cantiere. A quando la Cavallerizza sarà utilizzabile?

2) Stessa sorte al teatro Cagnoni… lavori sospesi e affidati ad altra ditta. La durata degli stessi preventivata in pochi mesi, ma il teatro è chiuso da sei mesi e senza una data per la riapertura.

3) Lavori a P.zza S. Ambrogio sospesi causa la scoperta di condotti di servizi interrati ( fibra ottica, ENEL, ecc.) non previsti. Necessità che le aziende interessate provvedano allo spostamento per garantire il servizio alla cittadinanza. Nessuno sapeva l’esatto posizionamento di questi condotti? Un intoppo che allunga i tempi di esecuzione e i disagi per i vigevanesi.

4) I lavori di demolizione del Palabasletta, (nella foto) un edificio all’interno del tessuto urbano, sono in opera.

Anche in questo cantiere si è sfiorato un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze gravi. Nell’ambito delle attività di demolizione, una parte della copertura è collassata: un forte boato e densa polvere ha invaso l’intera zona, rendendo l’aria irrespirabile e generando apprensione nei residenti. Fortunatamente non vi sono state persone coinvolte e tutto si è risolto con molta paura, auto parcheggiate coperte di polvere e difficolta nel respirare.

La domanda che ci poniamo: è possibile che in un cantiere cittadino, ove è prevista una demolizione di un edificio, non siano attuati sistemi di prevenzione per assicurare che tutto avvenga senza disagi a cittadini e lavoratori?

Forse si procede frettolosamente e pericolosamente. Ricordiamo che questo intervento è legato ai fondi del PNRR e dovrà essere concluso entro l’anno 2026.

5) revoca dell’appalto per la costruzione del nuovo asilo nido alla frazioni Piccolini a causa di incongruenze contrattuali.

LA SICUREZZA PRIMA DI TUTTO!

RIFONDAZIONE COMUNISTA VIGEVANO

A VIGEVANO ANCHE I MORTI NON TROVANO PACE

22 Febbraio 2024

Avevamo già denunciato, nel 2023, il grave stato d’incuria del nostro cimitero, e le probabili disfunzioni di chi é preposto alla manutenzione ordinaria, per garantire un decoro appropriato.
Purtroppo, dopo l’ultimo nubifragio che si é abbattuto sulla nostra città, la situazione si é ulteriormente aggravata; l’incuria e la mancata competenza e l’indolenza (l’amministrazione non si é nemmeno adoperata a rilevare i danni, ne tantomeno ad avvisare i famigliari dei defunti delle tombe danneggiate) hanno trasformato un luogo di culto dove giacciono i ricordi dei più cari, in un luogo fatiscente ed estremamente insicuro.

Sappiamo che tutti i danni relativo alle strutture pubbliche e private sono al vaglio del governo per eventuali rimborsi.
Pur non avendo danni assimilabili a quelle che sono state alle alluvioni e terremoti che ancora attendono soluzioni per la cittadinanza una palese violenza agli affetti profondi, che non deve essere tollerata.

Invitiamo l’amministrazione al ripristino e al decoro della sicurezza di un luogo non secondario per la memoria collettiva dei cittadini.

Circolo “Hugo Chavez” del Partito della Rifondazione Comunista – Unione Popolare Vigevano

Quale salute, quale sicurezza oggi? Dalle ferrovie all’Ilva ai videoterminali. Canti, poesie e pensieri per non morire di lavoro. Ricordando Renzo Prevedelli

21 Novembre 2023

Il 10 Luglio scorso ci lasciava Renzo Prevedelli nostro amico, sindacalista, compagno di tante battaglie soprattutto legate ai problemi della salute della sicurezza (è stato valente appassionato Responsabile della salute e sicurezza per molti anni sul nostro territorio) si é sempre molto esposto con forza e vigore dalla parte dei colleghi e lavoratori, ha sempre affrontato con passione e coraggio anche i direttori più duri e padronali.

Noi abbiamo pensato di ricordarlo organizzando una manifestazione a lui dedicata,
alla quale parteciperemo suonando cantando canti di lavoro, canti semiseri dal mondo bancario… questo il programma: Lavorare, non morire.
Quale salute, quale sicurezza, oggi?
Dalle ferrovie all’Ilva ai videoterminali. Canti, poesie e pensieri per non morire di lavoro. Ricordando Renzo Prevedelli

Sabato 25 Novembre

ENTRATA LIBERA
al Centro Sociale COX 18, Libreria Calusca, Archivio Primo Moroni in Via Conchetta 18, Zona Navigli a Milano.

Sabato 25 novembre 2023
Ore 18: LAVORO, SALUTE, SICUREZZA
Si muore di lavoro e d’inquinamento: è il profitto sopra tutto, anche a discapito della salute e della vita.
Incontro-dibattito con:
– Nicola De Lussu (Cobas)
– Alessandro Pellegatta (macchinista ferroviere per oltre quarant’anni, attivista del sindacalismo di base e RLS Cub Trasporti)
– Davide Biggi (Associazione Seveso Memoria di Parte)
– Tommaso Vigliotti (Unisin Segr. coord. segr. Resp. BNL)

19,30: “Hostaria Banca”. Cena-buffet cantata

20,30: Facciamo il punto e… avanti! Archivio Primo Moroni e Unisin
Intervengono Tommaso Spazzali (Archivio Primo Moroni) e Joseph Fremder (pres. Falcri BNL)

21.30: “Se ghe voeur, al Renzo e ’l so gran coeur”. Ricordi, immagini, poesie, canzoni per l’amico, il sindacalista, il compagno Renzo.
Gli amici, i colleghi e i “Blues & Barlafus”, insieme con la grande poetessa e blues singer Betty Gilmore

APM – CSOA Cox 18 – Calusca City Lights
Via Conchetta 18 – Milano

Sabato 25 Novembre al Centro Sociale COX 18, Libreria Calusca, Archivio Primo Moroni in Via Conchetta 18, Zona Navigli a Milano.

 ENTRATA LIBERA meglio prenotare se si intende mangiare al n cell 3335740348

Si partirà al tardo pomeriggio ore 18:00 con un dibattito proprio sui temi della salute sui luoghi di lavoro, le morti bianche e dell’inquinamento, con importanti relatori da tutto il territorio nazionale, medici, esponenti della società civile e delle diverse categorie del mondo del lavoro anche sindacale (tra i quali il nostro segretario Tommaso Vigliotti)

Seguirà, ore 19:30/20:00 una cena cantata (canzoni semiserie di banca e … osteria) a cui possono partecipare tutti (per organizzarci meglio sarebbe meglio prenotare) per proseguire poi con un breve  e significativo filmato centrato  su di lui (materiale di lotte sindacali e suoi interventi che verrà conservato proprio nell ‘Archivio Primo Moroni fondo Alessandro Cazzaniga)  e durante la serata con un concerto dei Blues & Barlafus a lui dedicato e aperto anche ad interventi liberi (poesie ricordi letture) al quale parteciperà la grande cantante e poetessa afroamericana Betty Gilmore che ha tenuto particolarmente a portare la sua solidarietà alle vittime del lavoro e il suo omaggio al nostro Renzo.

Per questo facciamo un accorato appello a tutti voi a partecipare e far partecipare, l’entrata è libera per tutti sarà un altro modo per aprire il nostro mondo di bancari, non banchieri, troppo spesso considerato chiuso … per stare insieme, per ricordarlo il Renzo, che è ancora sempre al nostro fianco ogni volta che teniamo la schiena dritta facendo valere i nostri diritti.
ENTRATA LIBERA per info 3335740348

Blues & Barlafus, Betty Gilmore COX 18 Archivio Primo Moroni 

LA SICUREZZA COME BENE COMUNE

30 Marzo 2023

Da diversi anni il tema della sicurezza viene sempre di più percepito dai cittadini come un argomento cruciale e di primaria importanza. La destra italiana ha reso questo tema il suo cavallo di battaglia, e lo affronta quotidianamente in maniera demagogica e qualunquista, senza proporre soluzioni concrete nel lungo periodo. Eppure, un problema reale, serio, richiederebbe un’analisi molto più profonda rispetto ai semplici slogan triti e ritriti.

A Mortara ci sono stati due omicidi nell’arco di tre mesi e sono quasi all’ordine del giorno episodi di spaccio, furti, truffe nei confronti dei più anziani e risse in stazione, nelle campagne e nel centro cittadino. Tante persone hanno paura di uscire alla sera perché non vogliono incontrare individui molesti o comunque poco raccomandabili. Oltre a veder crescere episodi di piccola e grande criminalità, sono aumentate le dipendenze da sostanze e da gioco d’azzardo, gli incendi dolosi e i vandalismi. Il timore che la lunga mano delle organizzazioni mafiose si sia estesa anche da noi è diventato ormai una certezza.

Diffondere l’idea che Mortara non è una città sicura è senza dubbio dannoso per tutti, e non sarebbe nemmeno corretto affermarlo. Al tempo stesso, però, non si può considerare normale un contesto in cui si verificano tutti questi episodi, e dove le persone hanno paura a uscire di casa alla sera.

Come Partito della Rifondazione Comunista, dall’opposizione, abbiamo sempre messo al centro della nostra azione politica temi che stanno a cuore a tutti i lavoratori, i pensionati e gli studenti mortaresi: l’ambiente (Bertè, fanghi ecc.), la cultura (difesa della gratuità delle sale comunali), i trasporti e la viabilità (raddoppio Mi.Mo.Al), il diritto ad abitare e alla salute (sanità pubblica e case popolari), e numerosi altri argomenti.

In queste righe vogliamo affrontare un tema altrettanto sentito dai cittadini: la sicurezza

Innanzitutto, fissiamo subito alcuni concetti. La sicurezza è un bene comune, essenziale allo sviluppo, mentre l’insicurezza mina l’accesso ad altri beni comuni, quali il lavoro, l’educazione, la giustizia, la sanità, la qualità dell’ambiente.

La criminalità minaccia la qualità della vita dei lavoratori, dei pensionati, degli studenti e dei cittadini tutti, costituisce un trauma per le vittime e indebolisce il ruolo dell’associazionismo e la vitalità civica.

La sicurezza urbana intesa come diritto di poter usufruire liberamente dei beni comuni e degli spazi cittadini senza correre il rischio di subire un furto o di subire molestie, deve andare a braccetto con altre forme di sicurezza, tra cui la sicurezza sul luogo di lavoro, la sicurezza di un salario adeguato, la sicurezza nell’avere una casa, la sicurezza di poter accedere liberamente a cure mediche e psicologiche e la sicurezza di poter vivere in un ambiente sano. Tutte queste forme di sicurezza, che sembrano non avere nulla a che fare l’una con l’altra, sono per la verità inscindibili, e hanno molte più cose in comune di quel che si possa pensare.

Non può esistere, infatti, una lotta efficace contro la microcriminalità senza una cultura della legalità e senza contrastare la povertà da cui la microcriminalità nasce. Infatti, se alcune persone, italiane e straniere, compiono furti, oppure si dedicano allo spaccio di droghe, ciò avviene perché sono portate a farlo dalle condizioni economiche e sociali marginali in cui sono cresciute, dal contesto familiare e scolastico da cui provengono.

Da qui l’esigenza di riportare “i margini al centro”, perché la sicurezza non si può ottenere solo con più telecamere o con più forze dell’ordine in città, non si può ottenere solo con il ripristino della Polfer o con più personale in stazione. Senz’altro potrebbero essere soluzioni utili nel breve periodo, ma nel lungo periodo è necessario andare alle radici del fenomeno e affrontare le vere cause, economiche e sociali, che conducono le persone verso la devianza e la delinquenza.

Nel caso specifico degli stranieri, che vengono strumentalizzati e accusati dalla destra di essere la causa di tutti i mali dell’Italia, un concetto che va messo bene in chiaro è che l’accoglienza senza un sistema di integrazione efficace non ha senso di esistere.

Un’accoglienza fine a sé stessa, senza la garanzia per chi arriva di poter uscire dalla povertà, di ottenere un lavoro ben retribuito, di accedere liberamente all’istruzione e alle cure mediche e psicologiche, non ha senso di esistere. Eppure, noi in Italia ci ritroviamo proprio in una situazione di questo tipo: si accoglie senza essere in grado di integrare efficacemente e poi ci si stupisce se qualcuno è portato a scegliere la strada più facile, ovvero la delinquenza e lo spaccio.

Dal momento che siamo tutti umani, siamo tutti compagni o siamo tutti fratelli, e visto che abbiamo vissuto anche noi italiani nella nostra storia situazioni in cui ci siamo ritrovati ad essere migranti, la soluzione razionale non è respingere le persone alle frontiere, bensì regolamentare i flussi migratori (superando la legge Bossi-Fini, il memorandum Italia-Libia e i decreti Minniti prima e Salvini poi) e costruire un sistema veramente adeguato che preveda la possibilità di un’integrazione efficace, magari facendoci aiutare anche dai nostri partner europei.

Nel lungo periodo costerebbe sicuramente meno di quanto spendiamo oggi per affrontare le conseguenze della mancata integrazione.

A Mortara la nostra battaglia affinché il Centro Provinciale di Istruzione Adulti ottenesse una collocazione stabile non è mai stata una battaglia ideologica, bensì voleva essere un primo passo per costruire quei percorsi efficaci di integrazione necessari per tutti i nuovi arrivati nella nostra città. Un altro importante passo per un’integrazione efficace potrebbe essere quello di tradurre in altre lingue (francese, arabo, albanese, cinese ecc.) gli avvisi pubblici presenti in città e che vengono distribuiti casa per casa.

Una riflessione ulteriore, poi, si deve porre sul fatto che, se è vero che esistono gli spacciatori, è vero anche che esiste chi consuma le sostanze. E forse non si dovrebbero chiudere gli occhi su questo, perché chi fa uso di droga è spesso (anche a nostra insaputa) nostro figlio, il nostro migliore amico o il nostro vicino di casa. L’insicurezza in tutte le sue forme, il senso di solitudine, la precarietà, l’individualismo sfrenato, la dinamicità e la frenesia che appartengono alla vita di tutti i giorni portano molte persone, italiane e non, a trovare rifugio nelle dipendenze: c’è chi fuma, c’è chi si droga, c’è chi beve, c’è chi gioca d’azzardo e poi c’è chi si isola completamente dal resto del mondo. L’abuso di alcol è la prima causa di morte fra i giovani, e due italiani su tre sopra gli 11 anni consumano bevande alcoliche. Si tratta di circa 40 milioni di persone, e tra questi più di un quarto bevono alcolici ogni giorno. Molti sono i cosiddetti “binge-drinkers”, che consumano anche più di sei bicchieri di bevanda alcolica in un’unica occasione.

È sempre più frequente vedere ragazzi di 12 o 13 anni fumare sigarette di ogni tipo. A Mortara vengono spesi ogni anno più di 50 milioni di euro nel gioco d’azzardo. È in costante aumento pure l’uso di droghe tra gli adolescenti. I servizi pubblici e le comunità terapeutiche, però, non sono in grado di intercettare questo bisogno inespresso, e sempre più sommerso, delle dipendenze giovanili. Il mercato degli stupefacenti è cambiato, diventando sempre più capillare sul territorio, con costi delle droghe sempre più bassi e dall’inizio dell’epidemia Covid con una nuova forma di approvvigionamento, quella dei siti web.

I servizi territoriali che cercano di affrontare queste situazioni hanno sempre meno fondi e su questi temi, che pure sono cruciali e di cui nel dibattito pubblico non si parla abbastanza, la prevenzione, che è necessaria, di fatto non esiste. Sono poche anche le forme di contrasto alla solitudine, che interessa tutti, ma che riguarda soprattutto le persone più anziane, spesso vittime di truffe di non poco conto.

La domanda dei cittadini è semplice: poter continuare a vivere in una città sicura, dove anche i nostri figli e nipoti possano muoversi e incontrarsi senza rischi.

La risposta che le istituzioni sono tenute a dare è più difficile: far sì che le piazze e le strade di Mortara continuino ad essere luoghi di incontro sani, e sviluppare nuovi spazi di aggregazione, di socialità e di coesione sociale e culturale.

Ogni atto che crea insicurezza, infatti, costringe le persone a rimanere in casa, aumenta la solitudine e l’esclusione sociale, amplia le paure e il rifugio nelle dipendenze, e si entra in un circolo vizioso.

La soluzione migliore per affrontare concretamente e nel lungo periodo il tema della sicurezza è di andare alla radice del problema, come si diceva prima, oppure (che è la stessa cosa) “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale”, come afferma l’articolo 3 della nostra Costituzione.

Massimiliano Farrell
Giovani Comunisti/e Partito della Rifondazione Comunista di Mortara

Strage di Viareggio: NON LASCIAMOLI SOLI. Appello per sottoscrizione a favore degli Rls condannati a pagare spese processuali

“Abbiamo promosso come Partito della Rifondazione Comunista questo appello a sostegno dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza costituitisi parte civile nel processo sulla strage ferroviaria di Viareggio assurdamente condannati a pagare più di 80.000 euro per le spese processuali perché ci sembra doveroso non lasciare soli quelli che si sono battuti per ottenere verità e giustizia per le vittime. Ringraziamo le/i firmatari – personalità della cultura, dello spettacolo, del giornalismo, della sinistra e dei movimenti – che hanno deciso di condividere questo appello. Chiediamo agli organi di informazione di dare spazio al racconto di questa vicenda. Rinnoviamo la nostra solidarietà ai familiari delle vittime della strage”, dichiarano Maurizio Acerbo e Antonello Patta, segretario nazionale e responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.

Il testo dell’appello e l’elenco dei primi firmatari:

NON LASCIAMOLI SOLI!

Sei lavoratori, rappresentanti per la Sicurezza sul Lavoro delle ferrovie, sono stati “puniti” con l’ingiunzione a pagare la somma di circa 80.000 euro.

È una conseguenza del verdetto con cui la Cassazione ribaltando i giudizi di primo e secondo grado sulla strage di Viareggio, non riconoscendo l’incidente sul lavoro, ha fatto cadere la condanna per omicidio colposo dei vertici di Ferrovie, tra cui l’a.d. Moretti.

Un esito vergognoso che lascia impunita una strage in cui persero la vita 32 vittime innocenti e vanifica 11 anni di sofferenze dei parenti delle vittime e la loro lotta per impedire che i loro cari siano morti invano e questa diventi l’ennesima strage senza giustizia.

Ora con l’intimazione del pagamento delle spese legali al danno si aggiunge la beffa.

All’ingiustizia subita dai parenti delle vittime della strage e ai licenziamenti di dipendenti che si sono impegnati per evitare altre tragedie si aggiunge la punizione verso lavoratori la cui unica colpa è di aver agito nell’interesse della giustizia e della verità.

Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno a tutte e tutti i/le Rls, rappresentanti della sicurezza nei luoghi di lavoro impegnati per la tutela dei diritti, per i quali la sentenza della Cassazione suona come un segnale politico di carattere chiaramente intimidatorio.

Nel contempo invitiamo tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, le cittadine e i cittadini democratici a non lasciare da soli i lavoratori colpiti a fronte delle spese onerose che sono obbligati a sostenere.

Testimoniamo la nostra solidarietà e l’assunzione della loro come una lotta che ci riguarda tutte e tutti impegnandoci a sostenerli con un nostro contributo.

Le sottoscrizioni vanno inviate al conto corrente appositamente dedicato, intestato a Dante De Angelis, Iban: IT96V0760103200001053269260. la causale è: “Contributo di solidarietà per spese legali e processuali RLS Processo Viareggio”.

Primi firmatari:

Citto Maselli, Aldo Tortorella, Maurizio Acerbo, Vittorio Agnoletto, Cesare Antetomaso, Tiziana Barillà, Cisco Bellotti, Paolo Berdini, Paolo Berizzi, Cesare Bermani, Marco Bersani, Emiliano Brancaccio, Marina Boscaino, Stefania Brai, Benedetta Buccellato, Antonella Bundu, Ascanio Celestini, Guido Caldiron, Massimo Carlotto, Loris Caruso, Luigi De Magistris, Girolamo De Michele, Marco Dentici, Massimo Dapporto, Antonella De Palma, Nunzio D’Erme, Angelo D’Orsi, Italo Di Sabato, Valerio Evangelisti, Marta Fana, Paolo, Ferrero, Paolo Favilli, Francesca Fornario, Gang, Elio Germano, Giovanni Greco, Alessandro Gilioli, Beppe Giulietti, Andrea Gropplero, Giovanni Impastato, Alessio Lega, Maria Lenti,  Fabiomassimo Lozzi, Guido Liguori, Enrico Maggi, Fiorella Mannoia, Lucio Manisco, Dacia Maraini, Danilo Maramotti, Giulio Marcon, Ivano Marescotti, Marina Massironi, Antonio Mazzeo, Giovanni Mazzetti, Maria Grazia Meriggi, Emilio Molinari, Tomaso Montanari, Raul Mordenti, Riccardo Noury, Moni Ovadia,  Daniela Padoan, Pierluigi Panici, Antonello Patta, Silvano Piccardi, Ottavia Piccolo, Paolo Pietrangeli, Matteo Pucciarelli, Andrea Purgatori, David Riondino, Gianni Rinaldini, Annamaria Rivera, Paolo Rossi, Franco Russo, Giovanni Russo Spena, Pasquale Scimeca, Vauro Senesi, Lo Stato Sociale, Alessandro Triulzi, Lucia Vasini, Dario Vergassola, Guido Viale, Daniele Vicari, Massimo Wertmuller 

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