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ULTERIORE ATTACCO AL TERRITORIO: LA REGIONE LOMBARDIA AUTORIZZA L’INCENERITORE DI PARONA A BRUCIARE I FANGHI.

Non ci stupisce affatto che la Regione Lombardia abbia, attraverso l’apposita commissione, autorizzato l’inceneritore di Parona (A2A) a bruciare i fanghi.

Da questa Regione c’è da aspettarsi di tutto, come si è visto nel campo della Sanità, ecc.

L’impatto ambientale sarà enorme: 492.000 tonnellate di rifiuti (tra quelli ordinari, provenienti da ogni parte d’Italia, e i fanghi) bruciate ogni anno.

Ci sarà un incremento notevole della produzione delle aziende che lavorano i fanghi (con ogni probabilità il doppio). Quindi, oltre ai fanghi nei campi, avremo anche quelli “mandati” in atmosfera, senza contare l’aumento consistente dei mezzi di trasporto.

Avevo presentato al Consiglio comunale di Mortara una mozione contro l’incenerimento dei fanghi a Parona.

Mozione, ovviamente, respinta dalla maggioranza leghista e dichiarata addirittura “irricevibile” (!!) da un consigliere comunale della Lega.

Secondo noi la soluzione del problema dei fanghi, in una zona come la nostra che sopporta lo spargimento del 25 per cento dei fanghi prodotti a livello nazionale, consiste in:

1) Diminuzione drastica delle quantità immesse nella nostra zona con un’ adeguata programmazione.

2) Revisione delle pratiche agricole che utilizzano i fanghi.

3) Riconversione inceneritore di Parona in un impianto riciclo rifiuti.

4) Revisione dei depuratori con impianti adeguati per ridurre la produzione dei fanghi e per l’eventuale recupero del fosforo presso gli stessi.

Giuseppe Abba’ consigliere comunale di Mortara del Partito della Rifondazione Comunista

Video fonte Tele Pavia: https://www.youtube.com/watch?v=ZvNSYfSFN9Q

Rifondazione Comunista sostiene sciopero dei settori ambientale, elettrico, gas, acqua

Pubblicato il 30 giu 2021

Rifondazione Comunista sostiene lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore ambientale, elettrico, gas, acqua indetto da Cgil, Cisl e Uil per chiedere la modifica dell’articolo 177 del codice degli appalti.

Con l’entrata in vigore di questa norma le aziende concessionarie sarebbero obbligate a esternalizzare entro il 31 dicembre 2021 l’80% delle attività con gravissime ricadute immediate sui posti di lavoro, la destrutturazione dell’intero settore con conseguenze pesanti sui servizi essenziali forniti.

I lavoratori verrebbero colpiti doppiamente pagando da un lato la perdita di posti di lavoro nelle aziende che vedrebbero ridimensionate le proprie attività, dall’altro gli effetti nefasti di uno spezzettamento che produrrebbe appalti al ribasso, lavoro precario e contratti pirata.
Si distruggerebbe un grande patrimonio di professionalità che durante il lockdown è stato decisivo per continuare a fornire servizi di qualità ai cittadini e si allargherebbe l’area del lavoro non tutelato, malpagato e spesso illegale.

Abbiamo sempre criticato la trasformazione delle aziende pubbliche in Spa, aziende di diritto privato soggette alle leggi del mercato in nome dell’efficienza; con la stessa forza ci opponiamo al tentativo di procedere a questa ulteriore privatizzazione selvaggia il cui unico scopo è garantire profitti sempre più alti e distruggere ancora di più i diritti dei lavoratori senza nessun riguardo per la qualità dei servizi.

Ci uniamo ai sindacati del settore nel chiedere al governo e al parlamento una modifica immediata di questa norma.

A dieci anni dal referendum invece di ripubblicizzare come avrebbe imposto il voto popolare la politica continua a lavorare per la consegna del settore dei servizi alla logica del capitalismo selvaggio.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Antonello patta, responsabile lavoro del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Grave decisione dell’amministrazione comunale leghista di Mortara: consente, in cambio di un pugno di soldi, un colossale ampliamento della collina dei rifiuti di Albonese

A Voghera per raccogliere i rifiuti stanti sulla riva del torrente “Staffora”.

Edoardo Casati

Importantissima questa iniziativa che dimostra in modo pratico la volontà di prendersi cura della provincia di Pavia.

Notare il numero infinito di rifiuti, degni di nota i seguenti: un forno intero una rete, con tanto di filo spinato, un tubo di 4 metri, vestiti vari, tavolino da bar, senza poi contare le varie bottiglie e lattine con data di scadenza tra il 2010 e il 2015 che, testimoniano quindi una totale mancanza di cura dello spazio verde pubblico che dura da anni.

La Regione Lombardia finanzia la fabbrica dei fanghi di Mortara

*Giuseppe Abbà

Apprendo, con qualche sconcerto (si fa per dire, perché dalla Regione Lombardia, da Fontana e dalla Moratti c’è da aspettarsi di tutto), che la stessa Regione finanzierà quattro imprese pavesi per “sostenere le idee dei nostri giovani imprenditori” utilizzando fondi europei, statali e regionali.

Così ha annunciato il nuovo assessore regionale allo sviluppo economico Guido Guidesi.

Le imprese finanziate con soldi pubblici (di tutti noi) avrebbero presentate “idee innovative”.

Non entro nel merito di altre imprese che non conosco, ma noto che è stata finanziata, per ben 72mila e 600 euro (su 145mila e 200 richieste), Agririsorse, la contestata “fabbrica dei fanghi” fatta installare in zona Cipal, nonostante la forte opposizione sviluppatasi a Mortara.

Ora, cosa ci sia di innovativo in questa azienda mi è del tutto oscuro.

Mi è però chiara una cosa: sulla nostra zona viene gettato un quarto della produzione nazionale di fanghi, con tutte le conseguenze del caso, dalle puzze ai miasmi, all’impoverimento dei terreni, ai pericoli per le falde acquifere.

Nonostante le proteste, la Regione Lombardia fa “orecchie da mercante” come si può ben vedere dalle sue stesse norme in materia di fanghi, dove permette tutto ciò (ad esempio l’alta percentuale di idrocarburi concessa).

Un’amministrazione comunale come quella di Mortara che, dietro pressione del movimento di protesta contro i fanghi, ha pure presentato ricorsi, dovrebbe chiedere conto alla Regione Lombardia (del medesimo colore politico, leghista) di questo regalo ad Agririsorse, arrivando a chiederne la revoca.

Dico dovrebbe, perché penso proprio che non lo farà, come non ha modificato le norme urbanistiche per vietare questo tipo di insediamenti, come non è rientrata nel Cipal dando modo ad altri di decidere sul nostro territorio, come non è intervenuta in modo deciso contro i tagli alla sanità, sulle case popolari, sui trasporti, ecc.

*Giuseppe Abba’, consigliere comunale del Partito della Rifondazione Comunista.

Mazzoni (Rifondazione): ENI detta il PNRR al governo

Pubblicato il 3 gen 2021

Altro che transizione verde, altro che sostegni alle categorie in difficoltà.

Nella bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che circola negli ultimi giorni, spuntano gli aiuti per ENI e consorelle, in operazioni che vanno dai progetti di confinamento geologico della CO2 a Ravenna, contro i quali avevamo già espresso la nostra denuncia ai tempi del Piano Colao, a presunte bio raffinerie.

Il governo si prepara quindi a fare del PNRR un piano finanziario a vantaggio di aziende che operano in direzione diametralmente opposta all’obiettivo di definitivo superamento dei combustibili fossili, come si evince chiaramente dall’attuale piano industriale di ENI, assolutamente non in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi e che rimanda le riduzioni delle emissioni di CO2 a dopo il 2030.

Se il Governo ha veramente a cuore l’ambiente inizi a tagliare le decine di miliardi di sussidi ambientalmente dannosi invece di usare una finta transizione energetica ed il ricatto occupazionale come scusa per ripetere il vecchio schema della socializzazione dei costi ambientali e delle perdite prodotte da aziende come ENI.

Abbiamo bisogno di investimenti nel settore dei trasporti pubblici sostenibili ed accessibile a tutte e tutti, nella scuola, nella sanità e non dell’ennesimo regalo alle multinazionali predatorie di territori e diritti.

Elena Mazzoni, Resp. Ambiente PRC-S.E.

VERSALIS SOCIETA CHIMICA DI ENI INDUSTRIA DI CRESCENTINO