Tag: unione popolare

Una Repubblica fondata sul bla bla bla

Una Repubblica fondata sul bla bla bla
2 Giugno 1946: l’Italia diventa un Repubblica tramite referendum popolare.
Sono passati 77 anni dalla sua nascita e non tutti sanno cosa voglia dire davvero “Repubblica democratica, fondata sul lavoro”
Primi su tutti siamo noi giovani a sentire il peso della parola “lavoro”: con i contratti precari, gli stage non pagati o il lavoro in nero. Siamo la prima generazione a non essere riuscita a fare un ricambio sociale e culturale. Siamo quelli che devono tenere la testa bassa, gli sfaticati, le ultime ruote del carro, quelli che sono laureati ma non sanno fare neanche un lavoro.
E poi c’è la parola “Democratica”: che sta a significare che il potere viene dal popolo.
Lo stesso popolo che non vede un aumento di stipendio da decenni, quel popolo che non si potrà mai godere la pensione. Siamo il popolo che non vuole più avere un potere decisionale non volendo andare a votare.
Carissimi tutti,
Stiamo vivendo in un periodo difficile, frustrante.
Dobbiamo alzare la testa: dobbiamo unirci e combattere per i nostri diritti civili, umani e tutti i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici.
Abbiamo il diritto di rispondere alle mancanze di rispetto, abbiamo il dovere di denunciare chi svaluta la nostra persona e il nostro lavoro.
Prima di essere Italiani, siamo esseri umani: pratichiamo umanità e gentilezza.

Rifondazione Comunista e Giovani Comunisti/e, parte di Unione Popolare

Unione Popolare: boicottare i mondiali di calcio grondanti di sangue

21 Novembre 2022

Parte oggi la Fifa World Cup in Qatar, reame poco più grande dell’Abruzzo, un tempo semisconosciuto, che oggi rappresenta il 1° paese al mondo per PIL pro-capite, il 3° produttore mondiale di gas. 220 miliardi di dollari sono stati spesi per i mondiali (i più costosi di sempre).

Su 3 milioni di abitanti 300 mila hanno la cittadinanza del Paese. Questi campionati sono fondati su : soldi, potere, geopolitica, prestigio, interessi, morti, sfruttamento, silenzio assordante! Una media di 12 decessi a settimana sul lavoro, morti silenti o silenziate.

In gran parte sono operai emigrati da paesi asiatici e dal Kenia, in cerca di lavoro e fortuna ma che in Qatar hanno trovato sfruttamento, trattamento disumano, morte, nell’indifferenza assoluta.

Lo ricordiamo agli appassionati di calcio che quegli stadi dove da oggi siederanno, quegli edifici ultramoderni e quelle strade super spaziose sono macchiate del sangue dei tanti operai uccisi. E trasudano ipocrisia i leader mondiali che a volte ricordano di denunciare i crimini commessi da alcuni dittatori mentre spesso, con altri, più utili, osservano un reverenziale silenzio quando non li supportano apertamente, come accade in Qatar.

L’Italia ne è complice: il Qatar ha investito 5 miliardi di dollari nel nostro mercato immobiliare, noi nel frattempo, spendiamo 10.811.025 milioni di euro per inviare 560 militari e 46 mezzi, approvati con il decreto Missioni del governo dei Migliori, col plauso di tutta la maggioranza, incluso chi oggi, in altri contesti, si straccia le vesti per i diritti umani e quello internazionale. In più anche i diritti televisivi che la RAI ha acquistato, per poco meno di 200 milioni di euro.

Cosa possiamo fare ? Denunciare, ancora e ancora e boicottare. Non possono e devono esistere diritti umani di serie A e B. Ne qui, ne altrove!

Coordinamento Unione Popolare

Pandemia, guerra e crisi economica. Non vi basta?

Riprendiamo il post-dichiarazione di Edoardo Casati su Facebook

Pandemia, guerra e crisi economica.
Non vi basta?
Sembra di no…

Dopo tutto questo assistiamo all’ennesimo colpo di mano fatto per interessi di partito.
Il Movimento 5 Stelle fa cadere questo governo, che sicuramente non ci mancherà, essendo lui stesso la causa dei problemi economici che stiamo vivendo.

Da subito Draghi ha snobbato il parlamento e la democrazia costituzionale in generale; un premier che utilizza questo passo indietro dei 5S come scusa per scrollarsi di dosso le responsabilità che il suo ruolo comporta, in una situazione così delicata.

Come pensate che, dopo anni e anni di politica fatta per arricchire le proprie tasche, i giovani possano avere ancora fiducia nella politica? Mai come oggi serve una parola fondamentale: CORAGGIO.
Il coraggio di affrontare le proprie responsabilità, il coraggio di ripartire da zero e il coraggio di fare un vero e proprio ricambio generazionale.
Adesso o mai piu.

Rifondazione Comunista vuole avere questo coraggio e si mette in gioco #versounionepopolare

Edoardo Casati – Coordinatore Giovani Comunisti/e Pavia