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Intervista a Mara Ghidorzi sulle elezioni in Lombardia

29 Dicembre 2022

Stefano Galieni*

Nella regione più popolosa e ricca d’Italia il 12 febbraio prossimo si va, in anticipo, alle elezioni. Gli schieramenti sembrano già definiti. La destra, nonostante i disastri provocati con l’emergenza covid, sembra pronta a vincere ancora – aiutata anche dal fatto che le altre forze presenti nel consiglio regionale – poco o nulla hanno fatto se non proporre ricette simili. Al centro di candida la sempiterna Letizia Moratti, sostenuta nazionalmente dal duo Calenda – Renzi, ma che potrebbe contare sul sostegno potente di Comunione e Liberazione, vera holding regionale, nonché della destra del Pd e dell’area più moderata dello schieramento dato per vincente. Il Pd, ha schierato un suo uomo dall’immagine – quasi solo quella – di sinistra, di Pierfrancesco Maiorino, ex assessore alle politiche sociali a Milano durante la giunta Pisapia, poi parlamentare europeo e oggi pronto a tornare nella regione. Dopo tumultuose vicende la lista di Majorino avrà il sostegno del M5S e della scricchiolante lista “Sinistra Italiana /Verdi Europei”. Fuori dal coro la lista di Unione Popolare, guidata da una compagna del PRC, Mara Ghidorzi, conosciuta per il suo impegno sociale e femminista ma non solo. L’abbiamo raggiunta con una lunga conversazione che si è trasformata in una piacevole chiacchierata utile a conoscerla e a farla conoscere. E parte in quarta, veloce al punto che bisogna fermare la velocità con cui parla: «Hai ragione quando parli della regione più ricca d’Italia, ma è anche quella che primeggia nelle diseguaglianze, nel divario della qualità della vita e nell’inquinamento ambientale. È amaro dover partire dal fatto che siamo la regione più inquinata d’Europa». Mara è relativamente giovane, considerando la gerontocrazia che regge la vita politica nel ns Paese, soprattutto a sinistra. «Sono sociologa di formazione, ho svolto studi soprattutto sulle politiche di genere e sul femminismo che ha profondamente influenzato il mio agire politico. Grazie anche a questa formazione ho compreso bene l’importanza dell’interconnessione fra diritti civili, sociali e politici. Lavoro come progettista e ricercatrice nel campo delle politiche di genere e della cittadinanza attiva, mi occupo di inclusione socio lavorativa, vado anche spesso nelle scuole per promuovere il protagonismo giovanile, la partecipazione, la prevenzione ai bullismi. Spesso lavoro con alcune ong e devo ammettere di aver trovato un lavoro che mi piace. Ho a che fare molto con quelle che chiamiamo “seconde generazioni”, ragazze e ragazzi che hanno maggiore apertura rispetto ai genitori. Con i minori delle scuole primarie incontro l’inevitabile difficoltà di chi vive ancora immerso nei modelli tradizionali, con quelli delle superiori, ormai adolescenti, la scuola è ancora un forte motore di inclusione. Anche per questo ritengo fondamentale investire nella scuola pubblica. È formativa, non impone l’aziendalizzazione, crea competenze che costruiscono la possibilità di divenire cittadine e cittadini che ti aiuta a vivere meglio. La loro età è delicatissima. Si tratta del periodo in cui capiscono chi sono e forse quale potrebbe essere il loro futuro. Le seconde generazioni sono inserite nel tema della doppia cittadinanza, devono definirsi in una nuova dimensione. Prevale spesso anche una condizione discriminante di classe. Le figlie e i figli di migranti vengono fatti concentrare nelle scuole professionali. Da una parte per le difficoltà di partenza, servono soldi per mandare i figli nei licei o addirittura all’università e non ci sono incentivi per garantire una libera scelta. Con i nuovi piani scolastici poi, non è più come in passato, si pretende che a 14 anni tu abbia già deciso del tuo futuro. Se sbagli scuola non importa a nessuno. Poi non si capisce come mai cresca la dispersione scolastica».

Quando si parla del governo di una regione il pensiero va immediatamente alla sanità, che da sempre rappresenta la voce preponderante del bilancio. E il pensiero va al tragico bilancio della pandemia che chi vuole tornare a governare cerca di far dimenticare: «Si vuole rimuovere la scellerata mancata scelta di porre in “zona rossa” la val Seriana. Per garantire i profitti hanno causato almeno – ma la stima è al ribasso – almeno 4000 vittime che potevano essere salvate. Da noi l’80% del bilancio è alla voce sanità. La privatizzazione che va avanti, da destra come dal sedicente centro sinistra, ha portato a privilegiare ricoveri ed interventi costosi a scapito della prevenzione. Non si tratta di una questione ideologica quella per cui in UP siamo dalla parte del “pubblico”. Potenziare la sanità pubblica significa aumentare non solo posti letto e assunzioni ma lavorare sul benessere della persona a cui dobbiamo garantire una vita lunga e di qualità. Da noi ha prevalso la logica dei grandi ospedali, anche poli di eccellenza ma sono stati fatti sparire i presidi territoriali di prossimità che investono appunto sulla prevenzione e sulla relazione tra medico e paziente. Che Fontana (destra) e Moratti abbiano questo approccio non ci deve stupire, ma ci deve indignare che anche il Pd segua la stessa linea. Majorino dice che bisogna ridurre le liste di attesa ma come si fa? La risposta è stata quella di prendere come capolista il virologo Fabrizio Pregliasco, celebre esponente del modello sanitario privatistico lombardo di cui si presenta come il volto presentabile. Una scelta che non mi sorprende – afferma la candidata – Pregliasco e Pd non hanno mai parlato di sanità pubblica, propongono correttivi in un contesto in cui il sistema andrebbe, a mio avviso, totalmente rovesciato. Con Pregliasco si propone di mettere una toppa ad una gestione pessima. Ti faccio un esempio. Io che ci tengo alla prevenzione, voglio fare esami del sangue ogni anno, ma il sistema sanitario regionale me lo permette solo ogni 5.Quindi ne faccio uno con la sanità pubblica, tre in quella privata, pagando ovviamente e poi un altro nel pubblico. Anche questa è discriminazione di classe. Io lo faccio per la mia prevenzione ma tale attesa e spinta verso il privato vale anche per gli esami salvavita». La scelta di mettere in lista Pregliasco, dettata molto probabilmente dall’interesse a sottrarre voti al centro e alla destra, in particolare a CL, ha provocato una significativa scossa a sinistra. A Majorino doveva essere affiancata una lista civica guidata da Vittorio Agnoletto che stava raccogliendo adesioni in mondi a noi vicini. Ma lo stesso medico, fondatore della Lila, ed ex europarlamentare eletto come indipendente nelle liste del Prc, ha abbandonato il proposito di cimentarsi nella campagna: «Vittorio Agnoletto ha dimostrato ancora una volta, caso mai ce ne fosse bisogno, di possedere una grandissima onestà intellettuale. Ha scelto di non correre. Da lui mi separa il fatto che ha dichiarato di essere deluso da Majorino. Ma cosa si poteva aspettare da questo centro sinistra? Io non sono stupita. Dove governano, nel Lazio come in Emilia, stanno esportando il “modello lombardo” che, soprattutto in Emilia ha provocato una strage nella pandemia smantellando presidi perché dicono che non portano soldi. Per loro la sanità deve garantire profitto. Noi di UP abbiamo ormai chiuso le liste e stiamo raccogliendo, di corsa, le firme. Una sfida non facile. Se con Vittorio e gli altri che ne hanno condiviso il percorso si possono aprire interlocuzioni e se ci si vuole dare una mano ne saremmo solo che felici. Ma ne trarrebbe beneficio tutta la sinistra. Credo che il M5S abbia fatto una scelta suicida in questa alleanza, si vanno a rinchiudere in una alleanza con un Pd ancor più perdente dopo questa operazione. Una parte della base del movimento è arrabbiata per la scelta, abbiamo incontrato molti attivisti con cui dobbiamo parlare e di cui dobbiamo riuscire ad intercettare il malcontento, senza chiusure. L’alleanza col M5S sarebbe stata positiva ma ora ognuno si assume le proprie responsabilità». Le vicende del centro sinistra lombardo hanno una caratteristica particolare. Majorino si è costruito negli anni l’immagine di uomo progressista, attento ai diritti e pronto ad una buona parola su tutto. Ma oltre le parole? Beh le dichiarazioni in favore dell’autonomia regionale differenziata, la gestione dell’accoglienza dei migranti quando a Milano usava il pugno di ferro un’assessora che sgomberava senza pudore la Stazione Centrale e ogni altro luogo di aggregazione, le pressoché inesistenti politiche abitative, danno ragione – al di là delle disponibilità a ridurre a volte i danni e senza disturbare il manovratore – a chi come in UP non ha mai considerato Majorino un interlocutore di spessore.

Ma tornando ai problemi concreti, a Mara Ghidorzi, abituata a muoversi in bicicletta, interessa porre l’attenzione su due questioni interconnesse: trasporti, infrastrutture e ambiente: «Ci sarebbe tantissimo da fare. Soprattutto per i pendolari che subiscono quotidianamente la malagestione di Trenord, la rete ferroviaria regionale. Ci sono tratti che risalgono agli anni Trenta, anche a binario unico, come accade nella zona a sud di Milano. Manca spesso l’aria condizionata, i ritardi sono una costante e i pochi treni si affollano facendo vivere ai pendolari una vita d’inferno. La Regione su questi non investe. Preferisce gettare soldi nel traffico su gomma, con progetti costosi quanto inutili. Mi riferisco alla tangenziale esterna ovest che, se venisse realizzata, attraverserà l’intero Parco Sud, una delle zone agricole più importanti della regione per collegare Melegnano a Magenta. Un tratto che sarà inutilizzato perché il biglietto da pagare sarà alto e oltretutto scomoda. Sono tratti privati e costosi come la BreBeMi (Brescia Bergamo Milano), con biglietti alti che ha tagliato paesi a metà per portare alla fine in una zona molto periferica di Milano. Pd e destra sono favorevoli. UP è per piantarla con la distruzione sistematica del territorio, chiede di investire nei trasporti pubblici locali. Il Pd si vanta dell’Azienda Trasporti Milano (Atm) che si muove però “bene” solo sul Comune tagliando fuori la provincia, dove ci sono mezzi che passano raramente (in alcuni Comuni è senza servizi la domenica) e saltano spesso le corse. E la gestione è del centrosinistra di Sala. Intanto continua la cementificazione selvaggia con lo sguardo degli avvoltoi per i grandi eventi. Già sono accesi i motori per guadagnare con le Olimpiadi invernali, un modello che non ci serve, che è inutile e dannoso che distrugge anche la montagna con gli impianti sciistici».

Anche su un tema enorme come quello del lavoro la Regione gioca un ruolo, spesso sottovalutato e gli spazi per intervenire ci sarebbero dice la candidata presidente: «Le regioni gestiscono le politiche attive del lavoro, non lo creano ma danno indicazioni. Solo che queste politiche che andrebbero demandate soprattutto ai centri per l’impiego finiscono in mano alle agenzie private. Da noi funziona un sistema a “dote”, un meccanismo perverso, che trasforma le politiche attive in un grande mercato, dove il disoccupato diventa merce. Un sistema finalizzato ad arricchire gli enti accreditati privati senza portare alcun beneficio all’occupazione. La dote non funziona perché alla fine trova occupazione solo a chi ha un alto profilo. Unione Popolare chiede che vengano potenziati i centri per l’impiego pubblici. In questi c’è un controllo maggiore sui contratti proposti. Non se ne possono fare quando sono al limite della legalità. Tra l’altro queste risorse provengono dai Fondi Sociali Europei e con l’attuale modello sono soldi sprecati. Certo accanto ai centri per l’impiego servirebbe ridefinire una politica industriale innovativa sul territorio, ragionare di piani di sviluppo e di programmazione. La Regione non può creare lavoro ma incentivare quello buono, garantire una seria formazione anche professionale invece di regalare soldi pubblici ai privati».

Con Mara Ghidorzi abbiamo finora parlato di temi che sono nell’agenda della macro politica e dell’economia, ma amministrare il territorio significa anche fare i conti con la ricostruzione di un tessuto sociale messo profondamente in crisi dal binomio pandemia / logica del consumo. E viene spontaneo, partendo, dalle sue competenze, in che maniera si possa intervenire per migliorare la qualità della vita soprattutto delle donne: «Va pensata un’urbanistica di genere, non securitaria ma partecipativa, fatta di piazze piene. Io consiglio spesso la lettura de “La città femminista”, di Leslie Kern, dovrebbero leggerlo anche gli uomini. Tocca temi che possono incidere su tutte e tutti. Parto da questo per ragionare su una città che garantisca l’accessibilità che oggi è negata a chi è vulnerabile e credo che lo spazio urbano vada radicalmente ripensato. Da questo punto di vista Milano è un modello totalmente negativo. Oggi se vuoi semplicemente vederti in gruppo devi per forza di cose consumare. Mancano spazi di aggregazione, utili per produrre arte, cultura ma anche semplicemente per scambiare due parole. Le politiche regionali potrebbero incentivare, anche attraverso trasferimenti ai comuni, la realizzazione di questi spazi. E poi, lo dico, tornando ad un’ottica di genere, vanno potenziati i centri antiviolenza. I trasferimenti effettuati sono ridicoli rispetto alle esigenze. C’è una domanda in crescita dovuta anche alla maggiore consapevolezza del fenomeno. Occorrono finanziamenti per avere case rifugio e più servizi di conciliazione per i genitori, necessari ovviamente alle lavoratrici ma anche a chi un lavoro lo sta cercando. Penso nello specifico ad un bonus baby sitting che aiuti chi ne ha bisogno, Oggi per una donna avere un reddito medio-basso e un figlio sono cose inconciliabili, c’è un problema serio di mancanza di servizi che dovrebbero poter realizzarsi in rete con i Comuni. Così come avere più asili nido, anche se in tal caso non è direttamente politica della Regione, ma il trasferimento ai Comuni è possibile. «Ricordo a tal proposito che i fondi del PNRR non possono essere usati per assumere nuovo personale educativo, con il forte rischio che i pochi Comuni che investiranno in strutture non avranno la possibilità di avere risorse umane per gestirle (salvo un ulteriore rafforzamento dei privati)».

In Lombardia Unione Popolare si comincia a strutturare per divenire presenza stabile, con elementi di ricchezza e di criticità: «Siamo, come nel resto d’Italia credo, un laboratorio in costruzione. I soggetti principali sono Rifondazione Comunista e Potere al Popolo, ManifestA è assente e scarsa è la presenza di DeMa, per partire dalle forze fondatrici. Stiamo lavorando per allargare il coordinamento regionale che abbiamo aperto, a persone che non appartengono a nessuna organizzazione ma sono riconosciute. Sono convinta che UP sopravvive solo se si allarga e se riesce a divenire espressione di quella sinistra popolare e di classe di cui c’è bisogno. Le elezioni rappresentano un passaggio chiave e, riprendendo il discorso iniziale, noi dobbiamo essere il luogo in cui trovano spazio coloro che cercano alternative senza le quali non andrebbero neanche a votare. Abbiamo poco tempo per farci conoscere ma ci proviamo. Ed è vero che a volte siamo percepiti come respingenti. Credo che al di là di nostri limiti – che pure ci sono – c’è un problema generale di diffidenza verso tutto ciò che si presenta sotto l’idea di partito. Questo probabilmente è nato da tangentopoli, il M5S è riuscito a starne fuori finché ha rappresentato lo spazio “anti casta”, ma ora non può più. Soprattutto noi di Rifondazione veniamo percepiti, anche se non ci conoscono, come chiusi e vecchi. Per questo credo sia importante UP. È fondamentale per combattere il pregiudizio, aiuta noi a rompere recinti identitari e ad aprirci ad una comunicazione esterna. I ragazzi e le ragazze più giovani manifestano maggior interesse. C’è un giro largo che ci ha votato alle politiche e che intende continuare a farlo, anche fra coloro che avevano rinunciato a partecipare alle elezioni. So bene che la parola “comunista” non attira più ma sui punti programmatici che ci identificano come comunisti, veniamo considerati avanti. Temo che UP sia l’ultima carta che ci sia rimasta anche per Rifondazione Comunista. Si tratta di uno spazio prezioso per aggregare più giovani non pensando solo ai tempi brevi. C’è da lavorare ma non partiamo da zero». E allora in bocca al lupo Mara. La strada è in salita ma almeno abbiamo iniziata a percorrerla nella chiarezza.

*Da www.Transform Italia.it

Si è aperto il settimo Congresso del Partito della European LEFT

11 Dicembre 2022

Si apre il settimo Congresso del Partito della European LEFT. La nostra delegazione pronta e già al lavoro. Mai come ora serve una Sinistra in Europa forte e unita. Porteremo il contributo delle Comuniste e dei Comunisti di Rifondazione.

Il Congresso del Partito della Sinistra Europea (EL) si terrà a Vienna, dal 9 all’11 dicembre 2022. Ospitato con il sostegno del KPÖ, riunisce rappresentanti dei partiti europei di sinistra, ospiti internazionali, sindacalisti, movimenti sociali e altri rappresentanti. Il Congresso eleggerà una nuova Presidenza e leadership della EL e adotterà un nuovo Documento politico – un programma e una linea guida per i prossimi tre anni.

Pace, pane e rose è lo slogan del prossimo Congresso EL. “Riassume il nostro obiettivo principale per i prossimi anni: la creazione di un mondo sociale, ecologico, democratico e pacifico”, afferma Heinz Bierbaum, presidente della Sinistra europea.

“Siamo di fronte a profondi sconvolgimenti economici, sociali e politici causati in particolare dalle sfide ecologiche come il cambiamento climatico. L’invasione russa dell’Ucraina, che ha causato la guerra, ha avuto un enorme impatto aggiuntivo. Prima la pandemia, ora la guerra: entrambe aggravano le molteplici crisi già esistenti. Per combattere le sfide e costruire un futuro migliore per tutti, la sinistra in tutta la sua diversità deve riscoprire l’internazionalismo. Abbiamo bisogno di progetti orientati al futuro e di politiche a prova di crisi nella lotta contro fenomeni globali come la disuguaglianza e il cambiamento climatico”, afferma Heinz Bierbaum.

“In molti posti in Europa lo spostamento a destra come risultato di anni di politiche di austerità diventa evidente e porta devastazione. Questo dimostra: se vuoi l’Europa, devi prenderla dai ricchi e dalle multinazionali. Mantenere lo status quo distrugge la nostra democrazia” afferma Martin Schirdewan, copresidente della sinistra al Parlamento europeo. “In vista delle elezioni europee abbiamo bisogno di una sinistra europea unita, che sia in grado di portare avanti una risposta strategica comune alla crisi in corso del capitalismo. Abbiamo bisogno di maggiore integrazione strategica e attività per affrontare le sfide comuni” conclude.

Il nostro messaggio rimane chiaro: per la pace, il pane e le rose!

info@european-left.org

Acerbo (Prc-Se): Smuraglia partigiano della democrazia

Pubblicato il 31 mag 2022

Con enorme tristezza apprendiamo la notizia della scomparsa del compagno Carlo Smuraglia.

La sua vita è stata un luminoso esempio di fedeltà ai valori che avevano animato la Resistenza e ai principi della nostra Costituzione.

Ha combattuto da partigiano per la libertà di tutte e tutti e speso la vita nell’impegno per la costruzione della nostra democrazia, sempre schierato dalla parte delle classi lavoratrici da militante del PCI, da avvocato e giurista, nelle aule parlamentari.

Lo ricordiamo come avvocato che difendeva i partigiani negli anni ’50, gli studenti del caso La zanzara del 1966; parte civile per i fatti di Reggio Emilia del 1960, per la morte di Giuseppe Pinelli del dicembre 1969, per la fuga di diossina avvenuta a Seveso del 1976, per il sequestro di persona e l’omicidio di Cristina Mazzotti, rapita dalla ‘ndrangheta nel 1975.

Nel Csm nel 1986 si schierò dalla parte di Giovanni Falcone. Difese l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Alla guida dell’Anpi ha rilanciato il valore dell’antifascismo e difeso con determinazione la Costituzione sotto attacco.

E’ stato e rimarrà un riferimento per tutta l’Italia democratica e antifascista.

All’ANPI e ai familiari il più sentito cordoglio di tutte le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Rifondazione: Sanità in crisi, scuole in confusione

08 Gennaio “022

Anche da parte dell’informazione normalmente benevola con il governo Draghi, si mostra sconcerto, se non aperto dissenso nei confronti delle ultime misure anti Covid, che non affrontano i problemi reali della sanità pubblica, ripristinando e incrementando, ad esempio, la medicina territoriale e in generale le strutture sanitarie, che continuano invece ad essere sottodimensionate.

Le scuole riapriranno, se riapriranno, in totale diversificazione dei comportamenti, in grande confusione e prive degli strumenti necessari per la sicurezza, come la riduzione del numero degli alunni per classe, l’aumento degli organici, sistemi di purificazione dell’aria, tracciamento, medico scolastico e così via.

Tutti provvedimenti che chiediamo fin dall’inizio della pandemia e che erano contenuti nelle piattaforme dello sciopero dei sindacati di base e confederali del 10 dicembre.

La tracotanza di un governo, sostenuto da centro destra e centro sinistra, che cura solo gli interessi delle imprese e dei profitti, si sta palesando in tutto il suo cinismo e falsità nel presentarsi come paese “modello” nella gestione della pandemia, quando le strutture di cui dispone e i provvedimenti messi in campo somigliano di più a certi paesi del terzo mondo piuttosto che a quelli dei “grandi” della terra ai quali l’Italia appartiene.

Il “migliore” di tutti non è stato neanche in grado di presentarsi all’opinione pubblica, per spiegare gli ultimi provvedimenti, pensa così di deresponsabilizzarsi Mario Draghi?

Rifondazione Comunista è mobilitata a sostegno dei provvedimenti necessari, per restituire al mondo della Scuola la dignità e la sicurezza necessarie per garantire il diritto costituzionale allo studio per tutte e tutti.

Loredana Fraleone – Responsabile Scuola del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Rifondazione Comunista con le lavoratrici e i lavoratori di Air Italy in difesa dei posti di lavoro

5 gennaio 2022

Rifondazione comunista esprime la propria indignazione per il licenziamento dei 1.322 dipendenti di Air Italy e la più completa solidarietà con le lavoratrici e i lavoratori mandati brutalmente a casa via mail.

Prosegue col nuovo anno la strage di posti di lavoro prevista e resa possibile dalla scelta del governo di porre fine al blocco dei licenziamenti lasciando mano libera a chiusure, delocalizzazioni e ristrutturazioni selvagge.

Se l’arroganza delle aziende è intollerabile sono di una gravità inaudita la latitanza e l’indifferenza del governo di fronte al dramma occupazionale che colpisce oramai  un grandissimo numero di lavoratrici e lavoratori e le loro famiglie e meritano una risposta di lotta.

La grave responsabilità di non aver previsto in legge di bilancio un intervento a tutela dei dipendenti della società di trasporto aereo è figlia di un orientamento neoliberista che da anni lascia il destino del trasporto aereo nazionale nelle mani del mercato senza nessun piano in grado di tutelare sia il lavoro che gli interessi nazionali.

Il risultato è drammatico: licenziamenti a catena, uno spezzatino di compagnie in crisi, un paese tra i più ricchi del mondo senza una compagnia aerea nazionale degna di questo nome e quindi la rinuncia a orientare i flussi di merci e persone a vantaggio del paese.

E il fatto che la sudditanza totale al credo religioso neoliberista con la mancanza di politiche industriali degne di questo nome stia producendo disastri presenti e futuri in altri comparti come l’auto non è certo di consolazione.

Condividiamo la necessità, richiamata dai sindacati di categoria, di una mobilitazione immediata di tutto il comparto; riteniamo altresì necessaria una generalizzazione delle lotte a tutti i settori in difesa dei diritti contro il progetto di Draghi teso a colpire il lavoro per affermare definitivamente nella società e nell’economia lo strapotere del mercato e del profitto.   

Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro
Partito della Rifondazione Comunista/Sinistra Europea

Rifondazione Comunista: 8 agosto 1991, l’Italia oggi come allora non è un paese per l’accoglienza

Pubblicato il 7 ago 2021

Esattamente 30 anni fa giungeva, dal porto di Durazzo in Albania a quello di Bari, una navo con quasi 27 mila uomini, donne e minori in fuga.

Una data della vergogna. Vennero rinchiusi nello Stadio, nutriti dall’alto con gli elicotteri sotto un sole cocente. Dopo pochi giorni l’inganno: l’allora governo Andreotti, che aveva dichiarato impossibilità all’accoglienza, illuse i profughi promettendo il trasferimento in altre città italiane.

Quasi in 18 mila vennero caricati su aerei e motonavi e riportati in Albania.

Sei anni dopo l’allora governo Prodi dichiarò unilateralmente il blocco navale per impedire arrivi – atto illegale . e chi arrivava da quel paese venne bollato come “antropologicamente portato al crimine”.

Trent’anni dopo poche reali differenze e spesso in peggio. Il 75% di coloro che fuggono finiscono in centri di accoglienza straordinari gestiti in modalità emergenziale, pochi i passi in avanti fatti per garantire un sistema di accoglienza funzionante, tanti gli ostacoli frapposti tanto da governi di destra che di centro sinistra.

Un paese che non sa accogliere poche migliaia di persone, che le tiene ai margini, che le rinchiude, a cui, in piena pandemia, non garantisce neanche i vaccini è un paese a cui la storia non ha insegnato nulla.

Investire su un sistema di accoglienza diffusa, controllata dagli enti locali e a gestione pubblica è il solo modo per far si che sulla disperazione nessuno lucri, in cui l’arrivo di pochi non possa esser raccontato come una pericolosa e incontrollata invasione da impedire con ogni mezzo.

I blocchi navali attuati di fatto oggi in Libia o in Tunisia sono figli della stessa logica e produrranno solo morte e dispendio di risorse.

Rifondazione Comunista considera la realizzazione di un modello comune europeo di accoglienza come fondamentale per l’esistenza dell’UE.

Chi invoca rimpatri e respingimenti non solo è inumano ma vive nel passato.

La libertà di movimento deve essere il futuro.

Stefano Galieni, Responsabile immigrazione PRC-S.E.

Rifondazione con le lavoratrici e i lavoratori di Alitalia in lotta

Pubblicato il 28 apr 2021

Oggi le lavoratrici e i lavoratori di Alitalia hanno manifestato a Roma, con un presidio a P.zza San Silvestro, a due passi dal Parlamento e da Palazzo Chigi in adesione alle iniziative di lotta promosse da, alcune sigle sindacali come CUB, ACC, USB E NAVAID in difesa dell’occupazione e contro la privatizzazione e la liberalizzazione del comparto.

L’ipotesi di accordo tra governo e UE prefigura infatti una piccolissima compagnia di dimensioni regionali che comporterebbe la perdita del posto di lavoro per 7000 mila dipendenti ed un numero addirittura maggiore di lavoratrici e lavoratori dell’indotto. Ma chi lavora non è disposto a cedere e si prepara ad andare anche a Bruxelles a portare le proprie istanze.

Se questa ipotesi diventasse reale l’Italia diventerebbe un Paese privo di una compagnia aerea “di bandiera” subendo così un’ulteriore gravissima perdita di posti di lavoro

Respingiamo con forza Il piano imposto dall’Unione che è inaccettabile anche in quanto discriminatorio rispetto al trattamento ricevuto dalle altre compagnie europee che hanno potuto erogare aiuti di stato molto più consistenti.

Rifondazione Comunista sostiene le proposte avanzate dalle organizzazioni sindacali che hanno promosso la mobilitazione odierna:

– “La proroga del blocco dei licenziamenti fino al termine della crisi causata dalla pandemia;

– un piano di emergenza che garantisca il lavoro e sostenga le aziende fino alla totale ripresa del traffico prevista entro il 2023;

– un piano di investimenti pubblici a sostegno della ripresa e l’avvio delle riforme di sistema attese da anni con al primo posto la tutela del lavoro e delle filiere produttive con regole uguali per tutti gli operatori”

Antonello Patta, Responsabile nazionale lavoro Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Solidarietà a Giovanna No Tav

Maurizio Acerbo

Solidarietà a Giovanna, ricoverata all’ospedale Le Molinette di Torino con due emorragie celebrali e plurime fratture al volto. E’ stata colpita al volto da un lacrimogeno sparato ad altezza uomo ieri in Val di Susa al termine del corteo #notav a San Didero.

L’amministrazione comunale ha da giorni denunciato l’occupazione militare in atto.

Ieri c’è stata una grande assemblea all’aperto promossa dalle amministrazioni comunali e poi un corteo di 4000 persone a cui il Partito della Rifondazione Comunista ha partecipato come sempre.

Il governo della finzione ecologica prosegue nella repressione del movimento no tav ma quando ci sono i “buoni”, i “democratici”, la “sinistra” al governo pare che il tasso di indignazione crolli vertiginosamente in questo paese, soprattutto tra i giornalisti e gli opinionisti.

Paolo Ferrero

“In primo luogo voglio esprimere la mia solidarietà a Giovanna, ricoverata in ospedale per fratture al viso, colpita da un candelotto sparato ad altezza d’uomo.
Ieri ero alla pacifica manifestazione NO TAV che si é svolta a San Didero.

È inaccettabile che le forze di polizia che si comportano in Val di Susa come forze di occupazione sparino candelotti lacrimogeni ad altezza d’uomo, usando nei fatti i lacrimogeni come fossero proiettili.

Si tratta di una palese illegalità, che esula completamente dai modi in cui la polizia può intervenire in uno stato democratico. Incredibile che la magistratura torinese non apra indagini su questo modo di procedere”.

I nostri saluti all’ VIII° Congresso del Partito Comunista di Cuba

Att. Compagno Raúl Castro Ruz

Primo Segretario del Comitato Centrale,

Partito Comunista di Cuba

Caro Segretario, caro compagno Raúl,

a nome del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea (Italia), e nostro personale, vogliamo inviare i nostri saluti al Partito Comunista di Cuba in occasione del suo VIII° Congresso (16-19 aprile 2021).

Questo congresso rappresenta un evento di grande importanza, di dibattito, di approfondimento teorico, di decisioni concrete per il futuro di Cuba, del suo popolo e del Partito Comunista, con l’obiettivo di rafforzare la continuità del processo rivoluzionario.

Rendiamo omaggio alla generazione storica della Rivoluzione, che con eroismo ha saputo vincere la dittatura di Batista, ricostruire il Paese ed avanzare nella costruzione del Socialismo, grazie al ruolo indiscusso del Partito Comunista di Cuba.

Nonostante il bloqueo economico, commerciale e finanziario imposto dall’imperialismo che colpisce l’isola da più di 60 anni, Cuba ha saputo resistere ed avanzare nella costruzione di un sistema sociale solidale, che ha come priorità il soddisfacimento dei bisogni umani, materiali ed immateriali.

La Rivoluzione cubana ha messo al centro l’essere umano, il suo benessere e la sua salute, anche con l’importante contributo alla lotta contro la pandemia, inviando le sue brigate mediche in tanti Paesi, tra cui l’Italia.

In Italia, è di oggi la notizia dell’approvazione al Senato della Repubblica di una mozione per l’eliminazione delle misure coeritive unilaterali (mal chiamate “sanzioni”) contro Cuba. Questo voto consolida il legame di amicizia e collaborazione fra i nostri due Paesi.

La mozione è stata proposta dal nostro partito un anno fa e oggi siamo contenti che sia stata fatta propria dal Senato.

Con un importante atto politico si concretizza la gratitudine della maggioranza del popolo italiano per l’arrivo della Brigata Medica Henry Reeve, venuta in appoggio alle popolazioni di Crema e di Torino nel 2020. Un gesto che ha dimostrato la vocazione solidale di Cuba socialista verso i popoli del mondo. Come spesso ricordava Fidel, Cuba esporta medici, non bombe.

Allo stesso tempo, in Italia cresce la campagna per l’assegnazione del Premio Nobel al Contingente Henry Reeve, la raccolta di firme contro il blocco, e l’appoggio alla campagna di raccolta fondi a favore dell’ ”Istituto Finlay” dedicato alla ricerca medica, in particolare contro il Covid-19.

Ci auguriamo che Cuba possa al più presto completare la terza fase della sperimentazione dei suoi vaccini e che al più presto possano essere usati per immunizzare il suo popolo e tornare alla normalità.

Caro Raúl, care compagne e cari compagni,

mentre aumentano gli attacchi da parte degli Stati Uniti verso Cuba, il Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea è stato, è, e sarà a fianco della Rivoluzione cubana. Non solo con la nostra solidarietà internazionalista, ma anche con un’agenda comune di mobilitazioni tra la sinistra europea e quella dell’America Latina e dei Caraibi, contro il capitalismo e l’imperialismo.

Sappiamo che il Partito Comunista di Cuba possiede i valori e gli strumenti per affrontare le nuove sfide del socialismo del XXI° secolo e proclamare al mondo, come a Playa Giron, la convinzione irriducibile della vittoria.

VIVA LA RIVOLUZIONE !

VIVA IL SOCIALISMO !

VIVA IL PARTITO COMUNISTA DI CUBA !

Maurizio Acerbo, Segretario Nazionale

Marco Consolo, Responsabile Area Esteri e Pace PRC-SE

RIFONDAZIONE: Senato approva mozione pro-Cuba che avevamo proposto un anno fa

Salutiamo con gioia l’approvazione da parte del Senato della risoluzione che la senatrice Nugnes aveva presentato un anno fa raccogliendo la proposta di Rifondazione Comunista elaborata insieme all’associazione Italia Cuba.

Il nostro testo è stato rimaneggiato e edulcorato ma si tratta di un fatto molto importante perchè l’Italia si schiera per la fine del bloqueo.

Ci sembrava doveroso che l’Italia esprimesse ufficialmente riconoscenza per la solidarietà concreta che Cuba ha dimostrato inviando i medici della Brigata Henry Reeve nel nostro paese.

E’ positivo che in Senato nessuno se la sia sentita di difendere il blocco criminale che gli USA continuano a infliggere a Cuba anche in tempi di pandemia causando sofferenze enormi a un popolo che difende la propria indipendenza.

Ringraziamo le senatrici Nugnes, Fattori e De Petris che immediatamente recepirono la nostra proposta.Maurizio

Acerbo, Segretario nazionale

Marco Consolo, Responsabile Area Esteri e pace

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Il comunicato dell’anno scorso con il testo originale della mozione:  

http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=42794

il testo approvato: