Tag: #Anpi

Pagliarulo: “Iscrivetevi all’ANPI, siete la speranza e la forza della Costituzione”

3 Marzo 2023

13/19 marzo 2023: Giornate nazionali del tesseramento all’ANPI.

Sezioni e Comitati provinciali nelle piazza di tutte Italia. Ad annunciarlo, il Presidente  Gianfranco Pagliarulo: “2023. Ottant’anni dopo l’inizio la Resistenza contro l’occupazione nazista e la dittatura fascista. Viviamo un tempo preoccupante; spira un vento autoritario e oscurantista e ritorna l’incubo della guerra. Ma c’è un popolo di ragazzi, di donne, di lavoratori che non ci sta. L’antifascismo e la pace sono valori più che mai attuali. Per questo l’ANPI lancia una grande campagna di tesseramento. Vi aspettiamo nelle piazze di tutta di tutta Italia dal 13 al 19 marzo. La speranza e la forza della Costituzione siete voi, siamo noi: un grande popolo“.

Anpi Mortara: omocausto lo sterminio dimenticato

23 Gennaio 2023

MASSIMILIANO FARRELL

Ciao a tutte e tutti, vi invito sabato 28 gennaio alle ore 16 a Palazzo Cambieri a Mortara! Si parlerà, in occasione della Giornata della Memoria, dello sterminio e della persecuzione di omosessuali e transessuali, con riferimenti anche alle discriminazioni che la comunità LGBT subisce ancora oggi✊🏻

C’è solo l’alternativa della diplomazia

5 Luglio 2022

GIANFRANCO PAGLIARULO Presidente nazionale dell’Anpi

Al summit della Nato il prezzo dell’ingresso nell’Alleanza militare di Svezia e Finlandia è stato la testa dell’opposizione curda. D’altra parte Stoltenberg ha affermato che «nessun alleato ha sofferto più della Turchia a causa del terrorismo». Nulla di nuovo: nell’ottobre 2019, quando, approfittando del disimpegno americano, la Turchia invase il Kurdistan siriano, il segretario della Nato definì Erdogan come il portatore di «legittime preoccupazioni di sicurezza» alla faccia del sacrificio della milizia curda Ypg contro i tagliagole dell’Isis. Il punto è che Erdogan – a parere di Mario Draghi (8 aprile 2021) – è un dittatore.

D’altra parte l’Ungheria della «democrazia illiberale» e l’oscurantista Polonia sono membri della Nato. Per il nuovo documento-guida della Nato, il problema sono i regimi autoritari (esclusi quelli di Paesi della stessa Nato, evidentemente), la Russia è una «minaccia» – affermazione spiegabile a causa dell’aggressione all’Ucraina, ma foriera di ulteriori tensioni -, la Cina una «sfida ai nostri interessi, valori e sicurezza» (tesi che allarga la tensione su scala mondiale). Ne consegue una funzione «globale» dell’Alleanza atlantica, una interpretazione «estensiva» dell’articolo 5 e un gigantesco rafforzamento del suo apparato militare. Ovvia la reazione della Cina: è la Nato che è «una sfida sistemica alla pace e alla stabilità mondiale».

Non sfugge l’impressione che la vera sostanza della questione sia la difesa del primato dell’Occidente sul resto del mondo.
Tutto ciò è in diretta relazione col conflitto ucraino, dove è in corso una continua escalation: dai bombardamenti russi alle dichiarazioni incendiarie di Medvedev, all’intervista alla ministra degli Esteri britannica Liz Truss che sostiene che l’Ucraina attraverso il potenziamento dell’invio di armi «potrà riconquistare il Donbass, anzi tutto il Paese occupato dalla Russia» (e dunque anche la Crimea) e aggiunge persino che la Gran Bretagna è pronta a difendere l’integrità territoriale di Taiwan. Il tutto nella sostanziale assenza dell’Onu.

Grazie anche al riposizionamento della Nato la pentola a pressione si surriscalda e può esplodere da un momento all’altro. Cadono nel vuoto persino le parole del vecchio Henry Kissinger che invita alla moderazione.
In tutti i casi l’Europa sarà coinvolta in una ennesima e pesantissima crisi economica (peraltro già in corso) e l’Italia corre il rischio di esserne travolta: continua diminuzione delle previsioni di incremento del Pil, generalizzato aumento dei prezzi a cominciare dalle fonti di energia, diffusissima povertà (5 milioni e 600mila poveri nel 2021), tasso di inflazione giunto all’8%. L’aumento dei prezzi dell’energia, collegato alla diminuzione della produzione idroelettrica a causa della siccità, causerà uno shock a parte importante dell’industria. Il crescente malessere sociale si manifesta anche con l’irrefrenabile diserzione al voto e può esplodere nei prossimi mesi in forme e modi imprevedibili.

E se la guerra si espandesse, con il concreto pericolo nucleare? C’è una sola alternativa a questi foschi scenari: il negoziato. Essa richiede un nuovo protagonista: la diplomazia.
Sono questi i motivi per cui l’Anpi, l’Arci, il Movimento europeo, il direttore dell’Avvenire Marco Tarquinio (primi firmatari), hanno presentato un appello all’Unione Europea per il cessate il fuoco, l’avvio di una trattativa, l’invio di una forza di interposizione delle Nazioni Unite, l’istituzione di una Conferenza internazionale di pace (Helsinki 2), una nuova normativa per i profughi al fine di garantirne l’accoglienza indipendentemente dall’etnia, dal credo religioso, dal territorio di provenienza.

Abbiamo presentato l’appello nella sede romana del Parlamento Europeo, ci siamo incontrati con un rappresentante del governo italiano e ci incontreremo con il Cardinale Zuppi, Presidente della Cei, e con gli ambasciatori di Francia e Germania.
Daremo vita, su tutto il territorio nazionale, a iniziative a sostegno dell’appello, incluso il tradizionale appuntamento della «Pastasciutta antifascista» del 25 luglio. Dall’ultimatum alla proposta: vanno messe a valore le risorse del nostro Paese, in particolare il mondo dell’associazionismo laico e religioso, del movimento sindacale, del volontariato, della Rete della Pace e Disarmo che già sta virtuosamente operando.

Ogni giorno perso si conta in numero di morti. Conosciamo bene i media (e anche alcuni politici) che cercano di annichilire qualsiasi opinione diversa perseguendo la militarizzazione del dibattito pubblico negando la natura stessa di quegli ideali liberaldemocratici a cui dicono di ispirarsi: la libertà di opinione, la tolleranza e il rispetto (povero Bobbio!). Va contrastata questa deriva che indebolisce la natura stessa della democrazia costituzionale nel nostro Paese.

Sia pure in modo (molto) contraddittorio, Scholtz, Macron e lo stesso Draghi si sono fatti portatori di proposte di negoziato. A loro in primo luogo chiediamo di farsi portavoce nel concerto dell’Unione europea delle proposte che abbiamo avanzato nell’appello. In questo drammatico scenario le resistenze di Putin e poi quelle di Biden e Johnson vanno vinte con un’azione combinata delle diplomazie e di un’opinione pubblica che, silente ed inascoltata, nel nostro Paese continua nella sua maggioranza ad essere contraria all’escalation a cui stiamo assistendo. È’ ora di rovesciare il tavolo.

Acerbo (Prc-Se): Smuraglia partigiano della democrazia

Pubblicato il 31 mag 2022

Con enorme tristezza apprendiamo la notizia della scomparsa del compagno Carlo Smuraglia.

La sua vita è stata un luminoso esempio di fedeltà ai valori che avevano animato la Resistenza e ai principi della nostra Costituzione.

Ha combattuto da partigiano per la libertà di tutte e tutti e speso la vita nell’impegno per la costruzione della nostra democrazia, sempre schierato dalla parte delle classi lavoratrici da militante del PCI, da avvocato e giurista, nelle aule parlamentari.

Lo ricordiamo come avvocato che difendeva i partigiani negli anni ’50, gli studenti del caso La zanzara del 1966; parte civile per i fatti di Reggio Emilia del 1960, per la morte di Giuseppe Pinelli del dicembre 1969, per la fuga di diossina avvenuta a Seveso del 1976, per il sequestro di persona e l’omicidio di Cristina Mazzotti, rapita dalla ‘ndrangheta nel 1975.

Nel Csm nel 1986 si schierò dalla parte di Giovanni Falcone. Difese l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Alla guida dell’Anpi ha rilanciato il valore dell’antifascismo e difeso con determinazione la Costituzione sotto attacco.

E’ stato e rimarrà un riferimento per tutta l’Italia democratica e antifascista.

All’ANPI e ai familiari il più sentito cordoglio di tutte le compagne e i compagni di Rifondazione Comunista.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

RIFONDAZIONE: 25 APRILE TUTTE E TUTTI IN PIAZZA CON L’ANPI PER LA PACE E IL DISARMO

23 Aprile 2022

La Festa della Liberazione dalla dittatura criminale nazifascista arriva quest’anno nel pieno di una situazione estremamente delicata.

Su un versante la guerra che sta distruggendo la vita di migliaia di persone e sull’altro la propaganda pro-guerra che i Partiti di governo, a partire da PD, compiono quotidianamente fomentando il folle invio di armi in Ucraina ed arrivando addirittura ad alzare la percentuale delle spese militari con l’obiettivo del 2 per cento d’investimenti in armi entro il 2024.

Noi, che siamo contro tutte le guerre, che siamo per la pace e per il disarmo abbiamo espresso molto chiaramente la nostra posizione che vede senza ombra di dubbi una ferma condanna a Putin ed all’invasione dell’Ucraina, ed una altrettanto ferma condanna all’espansionismo imperialista ad est della NATO – elemento destabilizzante che si rende complice delle guerre, alle infiltrazioni naziste all’interno dell’esercito ucraino, al mancato rispetto degli accordi di Minsk ed ovviamente all’invio di armi nei luoghi di conflitto ed all’aumento delle spese militari.

Siamo e saremo al fianco dell’#ANPI e del suo Presidente nazionale #Pagliarulo attaccati quotidianamente, in maniera squallida, dai “partiti con l’elmetto” e dall’informazione mainstream per via delle giuste posizioni su pace e disarmo espresse in queste settimane.

Non crediamo alle false narrazioni propagandistiche dei Partiti della guerra e per tutte queste ragioni saremo con l’ANPI e con il movimento per la pace in tutte le Piazza del 25 Aprile, nei territori e nella grande Piazza nazionale di Milano.

Rifondazione Comunista è contro Putin e contro la NATO.

Fuori la guerra dalla storia!

Noi vogliamo #pace e #disarmo.

Milano, 23/04/2022

Fabrizio Baggi, Segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea #Lombardia

L’Accento sulla A. Vogliamo Pace e Libertà .Concerto tematico dei CANTOSOCIALE

DOMENICA DALLE ORE 15:00 ALLE 16:40

Arci Terranova – Cesano Boscone

Buongiorno vi invitiamo ai nostri Concerti  per il 25 Aprile 2022
Domenica 24 Aprile 2022 ore 15 CESANO BOSCONE  MI   CIRCOLO ARCI  Terranova  Via Kuliscioff n 8ore 21 MELEGNANO  TEATRO LA CORTE DEI MIRACOLI . P.le delle Associazioni Entrata Libera per info Piero Carcano  3335740348  Cantosociale  
L’accento sulla A’
Ho scritto sui muri della città
 Vogliamo Pace e Libertà
Canzoni e Storie di Pace, Resistenza, Liberta’
Pensando ai 77 anni da quel 25 APRILE che ha portato la LIBERTA’ dal nazifascismo e la fine della GUERRA guardando ad oggi
nel concerto-tematico dei
C A N T O S O C I A L E
Partendo dai versi della filastrocca di Gianni Rodari, da quel libro degli errori dove il più grande sulla terra era e resta sempre: LA GUERRA drammaticamente anche oggi, i CANTOSOCIALE dopo i numerosi spettacoli appositamente realizzati sulla Resistenza e presentati negli anni nella nostra penisola, quest’anno in occasione del 25 Aprile propongono
: L’ACCENTO SULLA A , concerto-tematico con canti, musiche affiancate a monologhi brevi che raccontano storie (da fonti orali) legate tra loro dall’esigenza di narrare e testimoniare. La Storia raccontata e cantata dalla Gente, dalle trincee e i massacri  della prima guerra Mondiale alle decimazioni e fucilazioni dei disertori alle rappresaglie contro i ribelli
–partigiani che resistettero in vari modi al nazifascismo. A distanza di 77 anni da quel 1945 è importante far Memoria per ricordare GLI UOMINI  che hanno sofferto combattendo  per i valori che hanno lasciato in eredità alla nostra Repubblica  e alla sua Costituzione: Giustizia, Pace, Libertà. Questi temi saranno ricordati attraverso un percorso narrativo fatto di canti sociali storici , canzoni appositamente scritte, musiche e brevi ma intensi monologhi costruiti su testimonianze e racconti orali spesso frutto di ricerche del gruppo. Storie, voci e suoni che ci parlano di SOFFERENZE , del DRAMMA della GUERRA soprattutto della gente e dei modi diversi con cui si è “subita “ le GUERRE MONDIALI e la RESISTENZA messa in campo durante il, fascismo fino al 25 Aprile 1945 L’opposizione a quel clima culturale di odio, razzismo, guerra, vincendo quotidianamente la paura con coraggio, attraverso la disubbidienza civile a fianco all’eroismo della GUERRIGLIA PARTIGIANA. Un chiaro riferimento agli scenari di guerra di oggi e un doveroso tributo anche a chi resiste oggi come ieri e quindi anche all’epica dei nostri partigiani sulle montagne ma anche chi ha rischiato la vita facendo da collegamento e da sostegno logistico, nascondendoli e proteggendoli, anche quei semplici cittadini che con azioni quotidiane di resistenza per lo più culturale  si sono è opposti in vari modi al regime.  Il repertorio portante dello  spettacolo è costituito oltre che dai classici appositamente riarrangiati e musicalmente “rivitalizzati” come :La Canzone del Piave ( che viene “de-mitizzata”), Gorizia (tu sei maledetta ), Bella Ciao(anche in un’inedita versione con testo tratto da  “la madre del partigiano di Rodari),Fischia il vento, Dalle belle città, la Strehleriana “Ma mì”. Importante anche il recupero di brani simbolo, veri e propri inni delle diverse brigate partigiane, operanti sia nell’Oltrepò che nel piacentino; nell’alessandrino, in Val Sesia e d’Ossola e sull’Appenino ligure come “La Brigata Garibaldi”, “Quando saremo a Varzi” , Anche la poesia trova il giusto spazio nello spettacolo con suggestivi brani strumentali originali “costruiti” intorno ai versi

dei grandi poeti come Franco Fortini e non mancherà Beppe Fenoglio nel centenario dalla nascita con alcune letture da l “Partigiano Johnny” oltre che del grandissimo Gianni Rodari poeta e scrittore ; non solo per bambini ,autore della filastrocca che dà il titolo allo spettacolo; quell’”accento sulla A “dalla sua raccolta “la grammatica della fantasia” dove gli errori sono i mancati diritti, le guerre e non gli accenti e le virgole mancanti e di quel “PROMEMORIA, ci sono cose da fare..” mai dimenticato e riproposto ne “La luna bambina” in abbinamento ad un testo di P.P. Pasolini che ricorda il dramma degli sbarchi dei migranti .Anche la canzone d’autore è presente con “Partigiani Fratelli Maggiori” “Dieci milioni di uomini” frutto del lavoro compositivo dei Canta cronache primi tra tutti a reinventare e recuperare il repertorio della canzone di protesta e partigiana . Importanti anche le canzoni originali che il gruppo ha composto negli anni “Storia di Pozzol Groppo” sulla strage efferata di giovanissimi partigiani della brigata Cornaggia, ad opera dei repubblichini sanguinari della Sicherheits, avvenuta nella scuola del piccolo centro pavese sul crinale della Val Staffora e della Val Curone, senza dimenticare “Avevo soltanto vent’anni” sugli IMI i militari italiani internati in Germania “ Cefalonia” sulle ultime ore delle truppe italiane fucilate dai nazisti nell’omonima isola greca fino a “Dòn cuntra le guèra” sugli scioperi per la pace delle filandere nel 1917.e “Non Pretenderai” dedicato a Liliana Segre lettera canzone in risposta agli odiatori  e agli indifferenti dei nostri giorni
Il finale sarà un inedito e ’originale Inno di Mameli alias “Canto degli Italiani” sia per la musica , una versione quasi Hendrixiana, sia per il testo privato di ogni enfasi retorica restituito alla gente comune.
L’ACCENTO SULLA A è un “lavoro” non solo di rivalutazione di un repertorio dimenticato ma anche di vera e propria “ricostruzione” di canti poco o mai eseguiti di cui si sono perse le tracce ma tutt’ora vitali e capaci di far riflettere oltre i tempi e le mode, un’appassionante abbinamento dei versi scritti con musiche originali di atmosfera folk-rock blues comunque rispettoso della matrice popolare ed acustica.

i CANTOSOCIALE  sono :Carcano Piero : voce, percussioni, kazoo
Rota Gianni:chitarra acustica ed elettrica ,flauto, percussioni, voce
Buratti Davide contrabbasso. Basso elettrico, voce
Anzaldi Cristian : fisarmonica, chitarre elettriche e acustiche, voce…
Turcato Marcello sassofoni : soprano , tenore, alto.. percussioni , voce
Info FB.: CANTOSOCIALE Cell Piero 3335740348
pierocarcano3@gmail.com

25 APRILE, IERI COME OGGI

19 Aprile 2022

Non abbiamo mai creduto, né ricercato compatibilità politiche, siamo rimasti quei ragazzi cresciuti ed affascinati dall’eroismo dei partigiani,  portato sino al sacrificio della  vita per liberare la patria dal giogo nazi-fascista.

In questa  solenne ricorrenza non possiamo sopportare i meschini e vili attacchi all’ANPI e al suo presidente, reo di non uniformarsi al pensiero unico che dipinge  DRAGHI come salvatore della  Patria, Zelensky come eroe e la Russia come l’orco!

Troppo facile e scontato!  Siamo solidali con il popolo Ucraino e Russo che, vittime entrambi di loschi  interessi geopolitici,  combattono una stupida quanto inutile guerra, utile solo agli interessi personali di Putin e alle manie espansionistiche della NATO.

Non vediamo parallelismi tra la nostra Resistenza combattuta tra Italiani di diverse ideologie e posizioni e la guerra tra Ucraina e Russia.

Questa guerra tra due diversi stati, viziata dalle solite ingerenze esterne, che ben conosciamo, hanno seminato morte e distruzioni in tutto il mondo.

Usiamo la ricorrenza del 25 Aprile per fermare l’attacco reazionario travestito da falso pietismo che vuole riscrivere la Storia e i confini nell’intero mondo, ribadiamo  che la pace si costruisce sedendosi ad un tavolo e animati da veri sentimenti pacifisti iniziare una discussione che abbia come  finalità la soluzione dei contrasti e non la vendita di armi atte solo ad offendere.

Sostituiamo il pensiero unico guerrafondaio con vere azioni di pace che pongano al centro i veri valori come  la Democrazia, la Giustizia, la Solidarietà e la Pace.

Questi sono gli  insegnamenti che la nostra Resistenza ci ha tramandato e che dobbiamo riaffermare ogni qualvolta  sia necessario.

Per questo molti hanno dato la  vita e per questo noi oggi combattiamo, ribadire questi inalienabili valori è l’obiettivo di tutti coloro che credono veramente nella PACE e non la strumentalizzano per meri interessi personali.

Circolo “Hugo Chavez Frias” del Partito della Rifondazione Comunista di Vigevano.