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SU GAS CINGOLANI IMBROGLIA. GOVERNO BLOCCHI AUMENTO BOLLETTE

22 dicembre 2021

MAURIZIO ACERBO

Il ministro della finzione ecologica Cingolani imbroglia per rilanciare progetti della lobby del gas. Non è vero che aumentando la produzione in Italia diminuiranno le bollette.

A beneficiare di nuove estrazioni sarebbero solo le società petrolifere e del gas.

Il ministro dovrebbe sapere che sciagurate leggi italiane prevedono che dopo aver pagato una bassissima royalty al momento dell’estrazione, il gas diventi di esclusiva proprietà delle aziende che ce lo rivendono a prezzo del mercato internazionale.

L’Italia non ha gli immensi giacimenti della Russia e l’aumento delle estrazioni non avrebbe alcuna incidenza sui prezzi internazionali.

Il problema dell’esplosione delle bollette nasce dal fatto che negli anni ’90 l’Italia e l’Unione Europea hanno deciso di liberalizzare il mercato energetico e di eliminare i poteri regolativi degli stati.

L’aumento delle bollette è uno dei tanti fallimenti delle controriforme neoliberiste volute dal centrosinistra e dal centrodestra a cui solo noi di Rifondazione Comunista ci opponemmo.

Il governo blocchi l’aumento delle bollette con una legge come quella che ha fatto il nostro compagno ministro comunista Alberto Garzon in Spagna facendo pagare alle società energetiche le fluttuazioni del mercato.

Il ministro dovrebbe impegnarsi nella riduzione delle emissioni climalteranti invece di raccontar balle.

Ma Beppe Grillo ha chiesto scusa per averci rifilato questo ministro?

#NoTriv

#clima

LA CANEA CONTRO LO SCIOPERO

8 dicembre 2021

Maurizio Acerbo

Tutti criticano la decisione dei sindacati di fare il loro mestiere.

Ma chi sono questi tutti?

Gli esponenti del governo, dalla destra alla finta sinistra, tutti i giornali dei padroni e gli ospiti dei talk, e via continuando fino a Confindustria e alla folta schiera di pseudo economisti.

Si dà il caso che tutti questi siano responsabili diretti o indiretti delle politiche che hanno precarizzato il lavoro, impoverito salari, smantellato stato sociale, innalzato età pensionabile, ridotto progressività fiscale, privatizzato, aumentato disuguaglianze sociali.

È un coro intollerante di regime che attacca Landini e Bombardieri per il legittimo esercizio di un diritto sancito da quella Costituzione che loro strapazzano e scorticano da decenni.

Draghi definisce lo sciopero “ingiustificato”, il ministro Orlando “incomprensibile”, la destra “dannoso”.

Il Pd dichiara che l’Italia non ha bisogno di conflitto sociale, cioè che lavoratrici e lavoratori non debbono difendere i propri diritti.

Le lavoratrici e i lavoratori farebbero bene a non fidarsi di chi ha cancellato l’articolo 18 e votato la legge Fornero.

W lo sciopero generale!

#16dicembre

#scioperogenerale

LA FRANTUMAZIONE A SINISTRA

MAURIZIO ACERBO

Riceviamo molti segnali di sconforto per la frantumazione di liste e candidature di sindaci a sinistra del Pd. È un sentimento che condivido. Sono convinto che ci sia bisogno in Italia di uno schieramento dell’alternativa capace di diventare un riferimento di massa.

È evidente la necessità di una proposta politica di sinistra e ambientalista, anticapitalista e antiliberista. Le elezioni nelle città sono un’occasione per provare a coinvolgere cittadinanza attiva e civismo democratico, collegare i settori militanti e parlare alle classi popolari.

Sprecare l’occasione per sfoggiare la propria identità separata mi sembra demenziale ma accade. Sono convinto che il potenziale espresso da manifestazioni come quella di sabato 18 a Firenze convocata dagli operai della #Gkn richieda nel paese una proposta politica che esprima e difenda gli interessi delle classi lavoratrici e dei ceti popolari.

Invece un dato balza agli occhi. La frantumazione di liste e candidature che rende più facile all’establishment la nostra marginalizzazione e alla grande stampa di ironizzare su un pulviscolo di sigle delegittimando le nostre sacrosante ragioni.

La divisione crea rabbia, delusione e disaffezione in quella quota di elettorato che non si riconosce nei partiti che sostengono il governo Draghi e ha posizioni di sinistra. Al tempo stesso rende difficile far emergere agli occhi di milioni di persone che c’è una possibile alternativa di sinistra. Il panorama è desolante.

Da un lato ci sono formazioni politiche (Sinistra Italiana, Verdi, ecc.) e aree di movimento che hanno scelto l’alleanza organica con Pd e quasi ovunque si alleano fin dal primo turno col partito di Letta che serenamente governa con Draghi e al tempo stesso gode del sostegno di quella che ho definito “sinistra ornamentale”.

La loro incidenza programmatica rasenta lo zero e la scusa dell’antifascismo regge poco. Si tratta di elezioni a doppio turno e quindi è solo una truffa usare la paura della destra per rinunciare a una proposta autonoma e alternativa. Dall’altro lato c’è la proliferazione di liste e candidature ‘supercomuniste’.

Una frammentazione che consente al sistema mediatico di marginalizzarci come “gli altri” nei sondaggi e di renderci invisibili, ma che soprattutto fa cadere le braccia a tante compagne e compagni. Invitiamo però a un esame attento delle posizioni e a non perdersi in una notte in cui tutte le vacche sono nere e tutti i partiti sono ugualmente responsabili.

Con tutto il rispetto ci sono posizioni altrui di cui non ci si può attribuire la responsabilità. Ci sono partiti come il PC di Rizzo che teorizzano il proprio isolamento ideologico di veri comunisti neostalinisti e dunque la divisione anche occhieggiando a posizioni di destra su temi come immigrazione, diritti lgbtqi ecc..

Il Pc in nessuna città si allea con gli altri partiti comunisti. Neanche a Torino dove intorno allo storico gramsciano Angelo d’Orsi si è unita tutta la sinistra radicale. Neanche a Roma nonostante in passato Paolo Berdini sia stato ospite applaudito di loro iniziative e oggetto di richieste di candidatura da parte di Rizzo stesso. Forse per questa linea Rizzo piace alle tv?

Una posizione identica pur con contenuti ideologici opposti, in questo caso una variante del trotzkismo, ha il Pcl di Ferrando che pensa di essere il partito ‘bolscevico-leninista’ e che se riesce a presentare le liste lo fa rigorosamente isolato. Se non ci riesce è disponibile a dare indicazione per altri comunisti e questo lo rende meno settario di Rizzo (almeno pratica l’unità nelle lotte).

C’è poi Potere al popolo che oscilla tra scelte unitarie (Napoli e Torino) e una più generale propensione a presentare candidature di partito per marcare il territorio e dimostrare di essere – come gli altri – l’unico vero soggetto politico antagonista su cui fare affidamento.

Queste posizioni sottintendono l’idea di dare visibilità alla propria sigla e fare proselitismo. Cosa che sarebbe possibile anche coalizzandosi, con la legge elettorali delle comunali, ma evidentemente non basta a chi pensa che prima di tutto viene la propria visibilità.

Solo in Calabria si è riusciti a costruire un terzo polo con Luigi de Magistris Presidente per la Calabria. E tra le grandi città solo a Torino a mettere insieme quasi tutti tranne Rizzo. Peccato che sulla strada della frammentazione non si ottengano grandi risultati. Dalla gara a chi è più rivoluzionario, comunista, ecc. ecc. non derivano grandi vittorie. A chi si lamenta con noi di queste divisioni non possiamo che rispondere che condividiamo il disagio ma non possiamo per decreto impedirle. Cerchiamo di superarle laddove possibile. Noi di Rifondazione Comunista continuiamo ad andare in direzione ostinata e contraria.

In queste elezioni siamo presenti con un profilo programmatico e una linea che crediamo sia quella utile a ricostruire uno spazio dell’alternativa nel nostro paese. Lo facciamo con le nostre poche forze ma con grande convinzione. Abbiamo lavorato a Roma, Milano, Torino, Napoli, Ravenna, Salerno, Trieste e tante altre città per costruire liste e/o coalizioni di sinistra e ambientaliste alternative ai poli politici esistenti e ai partiti che sostengono il governo Draghi.

Come Rifondazione Comunista abbiamo lavorato per l’unità e l’alternativa proponendo di convergere su candidature a sindaco/a unitarie per tutte le formazioni della sinistra radicale. A Roma l’urbanista ambientalista Paolo Berdini, a Torino lo storico Angelo d’Orsi, a Milano l’ambientalista anti-speculazione Gabriele Mariani proseguendo l’esperienza di Milano in Comune, a Bologna la combattiva consigliera Dora Palumbo uscita dal M5S, a Napoli l’assessora della giunta De Magistris Alessandra Clemente.

Non abbiamo preteso da nessuna parte che ci fossero logiche miopi e ristrette di orticello a impedire la più larga convergenza. Solo a Ravenna la lista Comunisti Uniti candida un nostro compagno iscritto Alessandro Bongarzone.

Il nostro obiettivo è quello di costruire l’opposizione e l’alternativa. Se si giudica negativamente la divisione a sinistra è il caso di dare una mano a chi propone una linea radicale ma non settaria.

Firenze rossa grazie a lavoratori #Gkn

Maurizio Acerbo

Decine di migliaia di persone oggi a #Firenze al corteo convocato da Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze

La lotta contro licenziamenti e delocalizzazioni riprende la piazza e cerca di uscire dall’isolamento delle singole vertenze.

Il governo non ha intenzione di disturbare i grandi gruppi.

Mario Draghi è latitante, il ministro leghista Giorgetti dovrebbe essere sovranista e difendere i posti di lavoro.

Invece accade che il fondo Melrose chiude stabilimento fiorentino e delocalizza a est. Per chi produce componenti Gkn? Per Stellantis, cioè la ex-Fiat che anch’essa apre stabilimenti in Polonia come sanno lavoratori Sevel.

Secondo voi Gkn fa un’operazione del genere senza averla concordata con Stellantis?

E il governo che dice? Facile prendersela con cetrulli novax e riempire pagine di giornali e ore di talk.

Non sarebbe ora di parlare di delocalizzazioni? I superpoteri di Super Mario dove sono finiti? Il ministro Orlando (Pd) aveva preparato una legge camomilla senza sanzioni per le imprese. Ne è seguita la solita sceneggiata con #Confindustria come su blocco dei licenziamenti.

In sostanza siamo al nulla condito di chiacchiere. Oggi abbiamo manifestato per chiedere una legge seria che contrasti lo strapotere e l’irresponsabilità di un capitale finanziarizzato che finora ha goduto di regole scritte al suo servizio.

Il governo distribuisce più di 200 miliardi col #Pnrr ma non pone condizioni sul piano occupazionale.

I lavoratori GKN proponendo la parola d’ordine della Resistenza fiorentina #Insorgiamo hanno lanciato un segnale importante che non va sprecato.

Noi di Rifondazione Comunista c’eravamo perché queste sono le strade da percorrere e condividere.

Rifondazione: il ministro alla transizione nucleare 40% di aumento sulle bollette elettriche

Dopo il precedente aumento del 20%, il governo, per voce del suo ministro alla transizione ecologica, Cingolani ha annunciato che dal prossimo primo ottobre le bollette del gas aumenteranno di un altro 40%.

Una pugnalata alla schiena per i ceti sociali più deboli, giustificato con l’aumento del costo del gas, per convincere a rendere appetibile il ritorno alle centrali nucleari.

La tecnologia non ha ancora dimostrato di saper evitare tragedie ambientali come quella di Fukushima, la realizzazione di centrali, “forse” sicure, richiederà anni e miliardi di euro di investimenti per centralizzare, magari privatizzandola definitivamente la produzione energetica ma si sceglie scientemente di ricattare le cittadine e i cittadini con il nodo scorsoio del costo dell’energia, ammantando anche con maldestro green washing, tale scelta come ecologicamente corretta.

Si investa invece in energie rinnovabili e si decida, per ovviare nell’immediato a questi aumenti, lo stop agli aumenti delle bollette e/o di adeguare i salari all’aumento del costo della vita.

Non sarebbe ora di aumentare non le bollette ma del 40% gli stipendi o di introdurre il salario minimo legale?

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

MIKIS THEODORAKIS, COMUNISTA NON PENTITO

Con la morte di Mikis Theodorakis la Grecia e l’Europa perdono uno degli ultimi simboli di una generazione che ha lottato per la democrazia e il socialismo.

L’anno scorso aveva scritto: “voglio lasciare questo mondo da comunista”.

Esprimiamo il nostro cordoglio al popolo e alla sinistra greca per la scomparsa del compagno Mikis Theodorakis, artista indimenticabile e partigiano antifascista.

Theidorakis ha combattuto contro la barbarie nazifascista la dittatura dei colonnelli sponsorizzata dagli USA, la corruzione dei socialisti e negli ultimi anni contro la troika al fianco del vecchio compagno Manolis Glezos.

Abbiamo appreso con tristezza la notizia della morte questa mattina. Lo ricordiamo come immenso musicista e comunista mai pentito.

La sua resistenza è iniziata sin da giovane, ha patito la tortura e la prigione durante il regime dei colonnelli, la sua musica popolarissima in tutto il mondo fu vietata in Grecia.

Theodorakis dopo la dittatura ha continuato a combattere contro la corruzione e il dogmatismo, fino a 96 anni.

Una vita grande che lascia un patrimonio immenso alle donne e agli uomini liberi. Lo ricordiamo con noi nelle giornate dell’Oxi, del no del popolo greco al terrorismo economico di Shauble e Draghi.

Ogni sua composizione trasmetterà alle generazioni future i suoi ideali di libertà e giustizia sociale.

Maurizio Acerbo

#mikistheodorakis

Il Pd invita alla sua festa nazionale persino i fascisti, ma non la sinistra vera. Solo così riescono a passare per un partito di sinistra

Dobbiamo ringraziare Dora Palumbo, consigliera comunale ex-cinque stelle e candidata sindaca per la lista Sinistra Unita per Bologna sostenuta anche dal nostro partito, per aver denunciato ieri con un comunicato che alla Festa nazionale del PD si invitano esponenti di estrema destra e naturalmente nessuno della sinistra radicale.

Per esempio Galeazzo Bignami, parlamentare di Fratelli d’Italia che qualche anno fa balzò agli onori delle cronache per una foto in cui posava ostentando una svastica sul braccio. Oppure Igor Iezzi, parlamentare leghista sostenuto dai neonazisti di Lealtà Azione.
Ha proprio ragione Dora Palumbo quando segnala che nessun esponente di sinistra è stato invitato alla kermesse suggerendo che il Pd “ha bisogno di confrontarsi con forze di destra per apparire di sinistra ”temendo il confronto“ con chi di sinistra lo è realmente”.

D’altronde cosa aspettarsi dal partito del ministro Franceschini che ha nominato al vertice dell’Archivio di Stato un bibliotecario estimatore di Pino Rauti nonostante la protesta dell’associazione dei familiari delle vittime delle stragi?

Per il PD l’antifascismo serve come le sardine a raccattare voto utile alle elezioni. Poi con la destra si può anche andare al governo come hanno fatto con monti e oggi con Draghi.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista

Rifondazione: ius soli, la cittadinanza è un diritto, non una medaglia

Riparte in pieno agosto, l’ipocrita dibattito sullo ius soli.

Le medaglie olimpiche hanno fatto ricordare al Pd che una riforma del diritto di cittadinanza può portare consensi, alla Lega e a FdI di essere razzisti dentro, a esponenti del M5S di rappresentare l’immensa truppa degli ignavi che dicono che altre sono le priorità.

Come se una banalissima legge che potrebbe definirsi con pochi articoli costituisse un ostacolo a occuparsi di altre emergenze del paese.

Chi cresce e nasce in Italia ha diritto alla cittadinanza anche se non è un atleta; chi risiede stabilmente ha diritto di voto almeno alle elezioni amministrative.

Due norme il cui risultato sarebbe quello di garantire in pieno i diritti di 1,3 milioni di minori e di renderne almeno altri 3 milioni in grado di avere un ruolo nella vita pubblica.

Ma fa paura perché si perderebbe un capro espiatorio utile non solo alla destra becera.

Una ragione in più per unirsi a chi chiede al governo e al parlamento di voler considerare la società italiana per quello che anche le Olimpiadi hanno mostrato, pluriculturale e composita.

E forse il paese reale ne è più cosciente di quanto lo siano coloro che ne insultano l’intelligenza.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, responsabile immigrazione,

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

ACERBO (PRC-SE): AUMENTO BOLLETTE VERGOGNOSO, GOVERNO DEVE BLOCCARLO

Pubblicato il 1 lug 2021

Rifondazione Comunista denuncia l’ennesimo vergognoso aumento delle bollette di gas e luce.
Il governo e il parlamento hanno il dovere di bloccare l’aumento delle bollette di gas e elettricità.

Non aveva detto Draghi che è il momento di dare e non di prendere? Vale solo per i milionari e i miliardari?

Tassare i ricchi in Italia è tabù, tartassare i cittadini invece sarebbe giusto per i partiti di governo.

Non è un caso che l’aumento delle bollette arrivi il 1 luglio insieme allo sblocco degli sfratti e dei licenziamenti a dimostrazione che questo è un governo che la crisi la fa pagare a chi sta in basso mentre destina un fiume di miliardi alle grandi imprese.

L’ennesimo inaccettabile aumento – questa volta del 9,9% per la luce e del 15,3% per il gas – dimostra che la privatizzazione e la liberalizzazione sono state solo una fregatura, l’ennesima fallimentare riforma neoliberista bipartisan. Invece di tutelare consumatori la politica è da anni al servizio delle società dell’energia.

Ci avevano promesso bollette meno care e invece veniamo tartassati.

Dall’apertura alla concorrenza e dalla liberalizzazione del settore energetico, i prezzi dell’elettricità e del gas sono aumentati in Italia, ma anche ovunque in Europa.

L’aumento del 15,3% non è comunque giustificabile sulla base dell’aumento dei prezzi del gas sul mercato mondiale. Infatti in Francia è al di sotto del 10%. Non si capisce dunque perchè in Italia debba essere così rapido e elevato.

Chiediamo che il governo intervenga con una misura di blocco degli aumenti e riduzione al 5% dell’IVA che paghiamo sulle bollette

Inoltre chiediamo che il governo Draghi revochi il passaggio obbligato al mercato libero che scatterà il prossimo 1° gennaio 2023.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

DDL ZAN, ABOLIRE IL CONCORDATO

Maurizio Acerbo

Il ddl Zan ha una qualità in più: ricordarci che c’è un concordato da abolire.

Il Vaticano con la nota del cardinale Gallagher contro il Ddl Zan ci ricorda che andrebbe finalmente abolito il Concordato.

L’unico articolo della Costituzione che pare sia intoccabile è proprio quello più obsoleto e figlio di un contesto storico superato.

I neoliberisti hanno manomesso molte parti della Costituzione ma non essendo liberali si sono sempre guardati dal toccare l’articolo 7 che andrebbe abrogato non solo per ragioni di risparmio (costa 6,5 miliardi l’anno) ma perché “quel cappello dell’articolo 7 impedisce all’Italia di essere un Paese laico”.

Sono parole di Lidia Menapace che spiegava: “Dei Concordati non c’è più bisogno dopo il Concilio Vaticano II, sono un relitto del passato. (…) il Concordato è davvero una pecca in una Costituzione peraltro assai bella”.

Il parlamento della Repubblica difenda i principi di laicità dello stato e approvi il ddl Zan.

Se si dava retta al Vaticano non ci sarebbero neanche il divorzio e l’aborto.

Le scuole cattoliche non vogliono insegnare che le persone non vanno discriminate? Rinuncino al finanziamento pubblico.

#Vaticano#ddlZan