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Il fascismo: regime reazionario di massa

28 Settembre 2022

Giuseppe Abbà

Qua e là è in corso una discussione su come è possibile, alla luce dei risultati elettorali che hanno visto vincere un partito con radici chiaramente neofasciste, che ciò sia successo, ecc.
Faccio notare che in realtà i voti alla coalizione di destra non rappresentano la maggioranza (il 43 o 44 per cento).

Solo la legge elettorale antidemocratica, voluta e sostenuta dal PD soprattutto ha permesso che alla coalizione di destra fosse assegnati un numero spropositato di seggi.

Comunque, oltre all’azione politica di opposizione, occorre studiare il fenomeno.


Il fascismo conviene agli italiani
perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni,
esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità.

Il fascismo è demagogico ma padronale.
Retorico, xenofobo, odiatore di cultura,
spregiatore della libertà e della giustizia
oppressore dei deboli, servo dei forti,
sempre pronto a indicare negli “altri”
le cause della sua impotenza o sconfitta.

Il fascismo è lirico, gerontofobo,
teppista se occorre, stupido sempre,
alacre, plagiatore, manierista.

Non ama la Natura, perché identifica
la natura nella vita di campagna,
cioè nella vita dei servi: ma è cafone,
cioè ha le spocchie del servo arricchito.

Odia gli animali, non ha senso dell’arte
non ama la solitudine, né rispetta il vicino,
il quale d’altronde non rispetta lui.

Non ama l’amore, ma il possesso.

Non ha senso religioso,
ma vede nella religione il baluardo
per impedire agli altri l’ascesa al potere.

Intimamente crede in Dio,
ma come ente col quale ha stabilito
un concordato, do ut des.

È superstizioso,
vuol essere libero di fare quel che gli pare,
specialmente se a danno
o a fastidio degli altri.

Il fascista è disposto a tutto purché
gli si conceda che lui è il padrone,
il padre.

Le madri sono generalmente fasciste.

Ennio Flaiano nella foto

Mortara: non passa la mozione contro l’ampliamento della discarica di Albonese presentata da Rifondazione Comunista

27 settembre 2022

Fonte Milano Pavia Tv :https://www.youtube.com/watch?v=zdsGN3ioVN8

Giuseppe Abbà, consigliere comunale di Rifondazione Comunista di Mortara.

Bertè cinque anni dopo

ADRIANO ARLENGHI

3 SETTEMBRE 2022

Si tratta di un vero e proprio romanzo nero, del quale è difficilissimo riassumere la vicenda che è tanto intricata quanto inquietante. Parlo della questione Eredi Bertè e alle vicende oscure che l’hanno accompagnata .Parlo del rogo del 2017, di cui tutti i mortaresi conservano tristissima memoria. L’attività di raccolta dei rifiuti risale al 1998 e va talmente bene da permettere alla ditta Eredi Bertè s.r.l. di fare numerosi e cospicui investimenti immobiliari. Nel 2006 iniziano le difficoltà che portano ad un accumulo irregolare di rifiuti, trasformando a poco a poco il sito in una discarica. In più di 10 anni nessuno si accorge dell’irregolarità della gestione. Le telefonate al Comune e le varie proteste non trovano ascolto.

Nel 2010 la ditta cambia nome (Eredi Bertè Ecology) , il cui amministratore è un conoscente di Vincenzo Bertè, il quale non ha specifiche autorizzazione e dunque riesce ad evadere l’ecotassa regionale di 1,8 milioni di euro..

Nel 2015 la Ditta ottiene l’autorizzazione della Regione. Nel 2017 l’incontenibilità dei rifiuti stoccati, la possibilità di un risarcimento assicurativo e l’impossibilità di uno smaltimento corretto e legale inducono qualcuno a provocare l’incendio doloso che tutti ricordiamo. Segue il fallimento della ditta. Il cumulo di rifiuti bruciati sono rimasti lì da ben 5 anni. Un grande, enorme cumulo di detriti bruciati nell’incendio doloso.

Neri e tristi sognando una bonifica sempre più lontana. Il rischio è che le sostanze incombuste percolino nel terreno non impermeabilizzato e arrivino alle falde, inquinandole. Una strana storia questa dei Fratelli Eredi Bertè, un azienda dove i controlli su ciò che veniva accumulato non sono mai stati realizzati.

Dove l’assicurazione non copriva i danni e nessuno se n’era mai preoccupato. Dove incredibilmente la mattina stessa in cui ci fu l’incendio era prevista una visita di controllo da parte dell’Arpa.

Cinque anni sono tanti e infatti la vegetazione sta crescendo negli anfratti dei detriti incombusti e ora produce rami verdi. Tra un paio di lustri se nessuno interverrà diventeranno una montagnetta verde alla cui sommità, tuttavia non si respirerà certo aria buona ma la certezza di stare in un luogo avvelenato e pericoloso.

La grande mobilitazione di mille persone che Ora basta! aveva messo in piazza la settimana dopo l’incendio non è servita a chiedere giustizia. Per noi che quella manifestazione l’abbiamo organizzata con una fatica inenarrabile, stando svegli persino la notte per chiedere permessi ed autorizzazioni, per rispondere alle settanta e passa associazioni o gruppi che avevano aderito, per inventarci la logistica, per tenere conto dei pareri e delle proposte di tutti, questo cumulo di macerie rappresenta una sconfitta. Ci era sembrato che quella indignazione forte che veniva rappresentata in una Piazza del Teatro inondata di sole quel pomeriggio di cinque anni fa, potesse essere e rappresentare un tempo nuovo.

Di discontinuità rispetto al passato riguardo ai temi dell’aggressione all’ambiente, della paura per il depauperamento progressivo del territorio, per i dati sulla salute collettiva, per la perdita di legalità. Ci sbagliavamo. Ci sbagliavamo, purtroppo.

Di bonifica oggi ne parlano tutti ma non ci pensa nessuno. Per questo insieme sugli amici di Unione Popolare e alle associazioni che lo vorranno, io sarò lì sul luogo della vergogna in Via Fermi, martedì 6 settembre dove si svolgerà un presidio a partire dalle ore 17. Invito gli amici a venire con me.

Cinque anni dopo l’incendio al deposito Eredi Bertè… ancora non è cominciata la bonifica

31 Agosto 2022

Cittadini Mortaresi e Lomellini, con questo volantino vogliamo ricordare a tutti che 5 anni fa, il 6 settembre del 2017, ci fu l’incendio al deposito di rifiuti della ditta Bertè, incendio che durò giorni e giorni che ci spaventò ed inquinò il nostro territorio.

NOI NON VOGLIAMO CHE QUESTO FATTO SIA DIMENTICATO!

Da allora non si è fatto assolutamente nulla, e la bonifica dell’area non è nemmeno cominciata.
Si palleggiano responsabilità tra i vari livelli istituzionali (regione, provincia e comune) ma il risultato è che nessuno ha fatto nulla.
Nei mesi scorsi è iniziato il processo nei confronti del titolare dell’azienda Vincenzo Bertè, accusato di incendio doloso, ma naturalmente ci vorranno anni prima che la magistratura accerti le responsabilità penali.
In questo caso specifico, non si sente da parte del centrodestra cittadino nessuna invettiva contro la lentezza della giustizia italiana. Se ad essere sotto accusa fosse stato un immigrato o una persona in difficoltà qualsiasi state tranquilli che avremmo assistito ad una campagna forsennata contro la malagiustizia. Come al solito si vuole una magistratura efficiente contro i deboli e inefficiente contro i potenti.

Anche chi doveva controllare che le norme di sicurezza fossero rispettate non è stato minimamente coinvolto. La giunta leghista di Mortara, ai tempi, non ha vigilato sulla crescita esponenziale dei rifiuti stoccati al di là di ogni norma. Per di più la giunta comunale ha pagato 80 mila euro all’anno alla Eredi Bertè senza avere nulla da eccepire. Non solo: anche dopo l’incendio la giunta di Mortara ha affidato appalti ad una società del socio di Bertè, Andrea Biani.

Chiediamo che la nuova giunta cittadina e la Regione si facciano carico di questo problema. Rivendichiamo, inoltre, che la filiera dei rifiuti deve essere ricondotta interamente sotto la gestione pubblica, per impedire a soggetti privati, il cui scopo è unicamente il profitto, di accumulare ingenti quantità di denaro incuranti dei danni ambientali e della salute dei cittadini. L’affidamento ai privati della gestione dei rifiuti favorisce, allo stesso tempo, le infiltrazioni mafiose in questo settore.

PER NON DIMENTICARE
Venerdì 2 settembre dalle 9.00 alle 12.00 ci sarà un gazebo informativo al mercato di Mortara in piazza Silvabella.

Martedì 6 settembre dalle 17 alle 18 e 30, in occasione del quinto anniversario dell’incendio, in via Fermi, davanti all’azienda Eredi Bertè presidio per sollecitare un piano di bonifica concreto e in tempi certi e per chiedere che chi ha sbagliato paghi.

Partito della Rifondazione Comunista – Giovani Comunisti/e – Unione Popolare

Le ditte di trattamento fanghi vogliono inquinare di più

26 Agosto 2022

GIUSEPPE ABBA’

Apprendiamo da un servizio andato in onda ieri su Milano Pavia TV che la Agrorisorse, ex Ecotrass, ditta di trattamento di fanghi e gessi a Mortara, ha chiesto a Provincia e Regione di rivedere le proprie autorizzazioni.

Attualmente lo stabilimento può lavorare 60.000 tonnellate all’anno suddivise in: 28.000 tonnellate di fanghi e 32.000 di gessi.

La richiesta dell’azienda è di non avere più questa divisione e di distribuire le 60.000 tonnellate secondo le logiche produttive di mercato più convenienti di anno in anno. Si tratta di una modifica sostanziale. I gessi, purtroppo, sono sempre più richiesti perché c’è un vuoto legislativo che li rende meno regolamentati dei fanghi. Con l’autorizzazione attuale, se il mercato chiede una gran quantità di gessi l’azienda deve comunque fermarsi a 32.000 tonnellate.

Con l’eventuale nuova autorizzazione potrebbe arrivare fino a 60.000 tonnellate.

Riteniamo molto grave l’operato della Agrorisorse e confidiamo che Provincia e Regione neghino la nuova autorizzazione con le modifiche proposte dalla ditta.

Tra le altre cose, in un articolo di Sandro Barberis pubblicato sulla Provincia Pavese lo scorso 11 agosto, si leggeva che le ditte di trattamento fanghi del nostro territorio hanno vinto al Tar contro le regole più restrittive sugli spandimenti adottate dagli enti locali. I legali, inoltre, affermano che “ora saranno possibili ricorsi anche contro i Comuni che hanno posto distanze e/o limiti”. 😢

Il Tar, dunque, ha dato ragione a queste aziende che pensano esclusivamente al loro profitto e inquinano il territorio producendo i fanghi per l’agricoltura trattando le acque reflue (come appunto la Agrorisorse).

🖊 Queste notizie, e lo strapotere e l’impunità di cui godono le ditte di trattamento fanghi, di cui i cittadini mortaresi hanno fin da subito e in ripetute occasioni contrastato l’insediamento, fanno accapponare la pelle alle associazioni ambientaliste e a chi, come noi del Partito della Rifondazione Comunista, si è sempre battuto a Mortara e sul territorio, nelle piazze e nelle istituzioni, per introdurre limitazioni sempre più stringenti allo spandimento dei fanghi in agricoltura.

È ormai tempo che ci sia, a livello nazionale e locale, un indirizzo diverso all’agricoltura, in modo da incentivare coltivazioni meno impattanti sull’ambiente e meno dipendenti da fanghi, fitofarmaci e diserbanti.

Non dimentichiamoci che la Provincia di Pavia (segnatamente le zone di pianura e quindi la nostra) assorbe un quarto della produzione nazionale di fanghi. È decisamente tempo di ridurre drasticamente questo dato.

👉🏻 Noi, come rappresentanti del Partito della Rifondazione Comunista, e in primis come cittadini mortaresi, non staremo zitti e non chineremo la testa di fronte a delle decisioni fortemente ingiuste e contrarie all’ambiente e alle esigenze del territorio.

Siamo pronti a scendere in piazza e siamo pronti a rivendicare i nostri diritti con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione.

Il video di tele Pavia:

“I MUCCHI VANNO MUNGIUTI”

2 Luglio 2022

ABBA’ GIUSEPPE

Questa me la raccontò Carlo Lombardi, l’indimenticabile “commissario Remo” della brigata “Arturo Capettini”.

Carlo Lombardi aveva appoggiato, nell’autunno 1920, il grande sciopero bracciantile scoppiato in Lomellina, attraverso l’organizzazione dei giovani socialisti “i ciclisti rossi”.

In una cascina di Castellaro de’ Giorgi, presso Mede, ci fu uno scontro a fuoco con i proprietari terrieri con una vittima: l’agricoltore Magni.

Carlo Lombardi non era presente al fatto, ma il tribunale di Voghera, dietro forti pressioni degli agrari e del nascente squadrismo, lo condannò come “mandante” a ben 30 anni di carcere.

Ne scontò 19. Uscito dal carcere nel 1939 a seguito di alcune riduzioni di pena, nonostante fosse sottoposto a sorveglianza speciale, riprese contatto con il Partito Comunista clandestino (Lombardi aveva aderito al Partito Comunista d’Italia, nato nel gennaio 1921, in carcere).

Nel 1943, dopo l’8 settembre, si mise ad organizzare la Resistenza. Salì in montagna, nell’Oltrepò Pavese, nella primavera del 1944 e costituì, assieme ad altri compagni, la brigata garibaldina “Arturo Capettini”.

Tornò a Mortara dopo la Liberazione e riprese l’attività sindacale organizzando il proletariato agricolo che, all’epoca, era molto numeroso: 100 mila addetti in Lomellina di cui ben 30 mila iscritti all’organizzazione bracciantile della CGIL.

Nel settembre 1945 esplode un grande sciopero nelle campagne, uno sciopero totale, compresa la mancata mungitura delle mucche.

Il padronato agrario chiede l’intervento delle autorità alleate occupanti. Così, un mattino, Carlo Lombardi vede entrare nel suo ufficio alla Camera del Lavoro un ufficiale alleato, il maggiore Philips che, come lo vede, lo chiama con il suo nome di battaglia “Remo”! Lombardi risponde “Philips”! Difatti i due si conoscevano in quanto Philips era stato paracadutato, durante la lotta partigiana, in Oltrepò e aveva fatto il radiofonista nel reparto garibaldino di Lombardi.

Immediatamente Philips, che parlava un italiano stentato, dice a Lombardi “Remo, i mucchi vanno mungiuti“!

Remo, sentendo declinare al maschile plurale il termine “mucca”, non resistette e rispose “i mucchi potrebbero essere i tori, ma non producono latte”! Philips insistette perché lo sciopero terminasse, ma Remo lo invitò a fare un giro con lui nelle cascine per rendersi conto di persona come vivevano braccianti e salariati.

Con la jeep di Philips i due girarono per tutta la Lomellina e l’ufficiale alleato (che doveva essere un sincero democratico) si rese conto della grande miseria, aggravata dalla guerra appena finita, in cui si viveva.

A quel punto convocò, nella sala consiliare del Comune di Mortara, una riunione fra i rappresentanti sindacali e gli agrari. I padroni non volevano cedere alle richieste fra le quali, importante per l’epoca, la parità salariale fra uomo e donna.

A quel punto, spazientito, Philips intervenne dichiarando ai padroni: “Guardate, se non firmate l’accordo, in provincia di Pavia posso disporre di 20 mila indiani che taglieranno il riso e vi sequestreremo il raccolto”!

I padroni firmarono l’accordo. Non solo: Philips si adoperò per far confluire il materiale, specialmente vestiario, abbandonato dai tedeschi che fu distribuito alle famiglie dei braccianti.

Questa fu, probabilmente, l’unica volta (almeno che io sappia) che le armi dell’Impero Britannico le quali, di solito, nel dopoguerra erano usate per restaurare il potere capitalistico, furono impiegate per un accordo sindacale a favore dei lavoratori.

Lombardi, che raccontava con indubbio divertimento l’episodio, mi disse pure che i padroni non gli perdonarono mai quell’intervento.

Mortara: dopo il ballottaggio continua l’impegno di Rifondazione Comunista

27 giugno 2022

Noi di Rifondazione Comunista, come abbiamo già detto più volte, ci siamo presentati qui a Mortara in alternativa sia alle destre che al centrosinistra.

Ieri al ballottaggio è risultato vincitore il candidato di Fratelli d’Italia Ettore Gerosa, con il 75 per cento dei voti su un elettorato che però è in ulteriore calo (appena il 40 per cento).

La posizione del nostro partito al ballottaggio è stata correttamente quella di indicare l’astensione e quindi di non dare nessun voto ai due esponenti di una destra estrema, contrariamente alle ambiguità espresse da altre forze politiche.

Noi, in consiglio comunale, continueremo a portare avanti le nostre battaglie e le nostre posizioni.

La Lega a Mortara è risultata nettamente sconfitta, ma il cambiamento sarà solo apparente in quanto Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia governano assieme in Regione e in Provincia.

Si apre in ogni caso una nuova fase che vedrà il nostro partito continuare il suo impegno non solo in consiglio comunale, ma anche in città con incontri, volantinaggi, petizioni e iniziative sui problemi cittadini.

RIFONDAZIONE COMUNISTA MORTARA

Rifondazione Comunista di Mortara: ringrazia le elettrici e gli elettori e li invita ad astenersi nel ballottaggio

17 Giugno 2022

Ringraziamo le elettrici e gli elettori che hanno votato per il nostro Partito nelle elezioni comunali di Mortara.

Abbiamo ottenuto 601 voti e il 10,07 per cento con l’elezione di un consigliere comunale nella figura del sottoscritto.

E’ un ottimo risultato di un voto che abbiamo definito in “controtendenza”.

Da rilevare inoltre che il risultato delle urne, pur rimanendo in prevalenza nell’ambito della destra, ha sancito il fallimento dell’amministrazione uscente.

Continueremo la nostra battaglia non solo in Consiglio Comunale sollevando i problemi cittadini con mozioni, interpellanze, richieste, ma anche nella Città con volantinaggi, petizioni, incontri.

Andiamo avanti a sollevare i problemi della sanità (è definitiva la chiusura da parte dell’Asst del Pronto soccorso e del laboratorio analisi all’Asilo Vittoria), dei rifiuti (il colpevole fallimento del Clir e la mancata bonifica del deposito Bertè), dell’istruzione (trovare una sede adeguata al Centro istruzione adulti), del lavoro, dell’ambiente, del recupero del patrimonio immobiliare del Comune per un uso sociale, delle case popolari solo per citare alcuni dei principali temi.

Per quanto riguarda il ballottaggio del 26 giugno ovviamente non sosterremo nessuno dei due candidati rimasti in lizza, espressione entrambi della destra estrema e di partiti che, pur essendo divisi a Mortara, sono assieme nella giunta regionale della Lombardia (e in Provincia) e quindi corresponsabili delle scelte negative fatte con i tagli alla sanità, di scelte ambientali nefaste come la normativa sui fanghi,ecc.

Invitiamo perciò i nostri elettori ad astenersi nel ballottaggio.

Giuseppe Abbà

Consigliere comunale del Partito della Rifondazione Comunista.

EBBENE SÌ, LA CILIEGINA SULLA TORTA È ARRIVATA

14 Giugno 2022

Rifondazione Comunista di Mortara avrà confermato il suo consigliere comunale nella persona del compagno Giuseppe Abbà che anche in questa tornata elettorale sarà un punto fermo nel lavoro di opposizione.

Facciamo i complimenti a lui e nello stesso tempo li facciamo a tutti i compagni che hanno lavorato per raggiungere questo obiettivo.

RIFONDAZIONE COMUNISTA MORTARA