Tag: Rifondazione comunista Vigevano

Nel Giorno della Memoria la capogruppo FDI celebra il nonno soldato della Wermacht

01 Febbraio 2022

Fonte: L’Informatore Vigevanese

https://www.informatorevigevanese.it/attualita/2022/01/28/news/nel-giorno-della-memoria-la-capogruppo-fdi-celebra-il-nonno-soldato-della-wermacht-552610/

Immediata reazione da parte della sezione Anpi vigevanese: inorridiamo, la consigliera ricordi che era dalla parte degli aggressori che occuparono l’Italia con una spaventosa contabilità delle vittime

VIGEVANO – Un post sui social nel Giorno della Memoria, ma non uno come tanti altri dei rappresentanti delle istituzioni, votato alla riflessione e al ricordo di un periodo tragico della storia dell’umanità. Un ricordo personale, quello postato da Emma Stepan, consigliere comunale a Vigevano, capogruppo di Fratelli d’Italia. Un ricordo del nonno. Non un deportato nei campi in Germania o in Polonia, ma un soldato austriaco appartenente alla Wermacht, l’esercito del Terzo Reich impegnato nell’occupazione tedesca del nostro Paese nel periodo dal ’43 al ’45.

Un nonno che rischiò la fucilazione da parte dei partigiani, che poi non avvenne. “Sento la necessità di ricordare questo episodio – ha scritto Stepan – affinché qualcuno provi a immedesimarsi in quel giovane soldato austriaco a cui per un attimo l’ira funesta dei tanto amati briganti della Resistenza, stava per sottrarre la vita”, ha scritto la consigliera del partito della Meloni.

Il post di Emma Stepan su Facebook. Nei commenti si parla di partigiani “infami” e terroristi”

Un post che non poteva passare inosservato in qualsiasi momento, figuriamoci nella ricorrenza del 27 gennaio e che ha provocato una risposta decisa da parte della sezione vigevanese del’Anpi, attraverso un comunicato che qui sotto riportiamo integralmente.

“Dopo aver letto i post su FB della signora Emma Stepan consigliere comunale di FDI la sezione ANPI Vigevano inorridisce constatando che persone che ricoprono ruoli Istituzionali ancora non abbiano una memoria condivisa di quello che fu la seconda guerra mondiale ed in particolare dal 1943 al 1945 quando la Germania agì sul nostro territorio da
potenza militare occupante con una spaventosa contabilità delle vittime: 200.000 morti di cui almeno 120.000 civili, circa 7.200 ebrei avviati ai campi di sterminio e più di 700.000 soldati deportati, in gran parte costretti al lavoro schiavo nell’industria bellica tedesca, la paradossale condizione di “alleato occupato” in cui si trovò l’Italia con l’autonomia formale della Repubblica di Salò. In quella struttura ibrida di amministrazione nazista dell’alleanza, ricerca del consenso e ricorso brutale alla forza attraverso rastrellamenti e stragi, si inserì la collaborazione italiana, che diede prova di analoga spietatezza nella «lotta contro le bande», ossia nella guerra contro i partigiani. 

Chi furono i Partigiani? Coloro che si schierarono “da una parte”, dalla parte della libertà per gli italiani, contro il regime fascista che di tutte le libertà li aveva privati. Con il termine partigiano ci si riferisce ai protagonisti del fenomeno della Resistenza sviluppatasi in tutti i paesi europei occupati dalle truppe dell’Asse (Germania e Italia) durante la seconda guerra mondiale, una guerra di difesa di natura civile contro una occupazione militare. 

Ecco, consigliera Stepan cosa ricordiamo il giorno della memoria, perché non accada mai più. Il 27 gennaio Giornata della Memoria ricordiamo gli orrori di un regime nazi-fascista, ricordiamo tutte le vittime dell’Olocausto, il genocidio di cui furono responsabili la Germania nazista e i loro alleati (Italia) nei confronti degli ebrei Europa e lo sterminio di tutte le categorie di persone ritenute inferiori per motivi politici o razziali, dagli oppositori politici, minoranze etniche, omosessuali e portatori di handicap mentali e/o fisici. 

E quando vorrà raccontare la storia del suo nonno veda di non omettere che era dalla parte degli aggressori“.

LE REAZIONI

Arianna Spissu (consigliera comunale Pd): “Non è accettabile che una Consigliera Comunale, che ricopre un ruolo istituzionale, scriva questo post proprio nella Giornata della Memoria. Il ricordo della Shoah – e l’orrore che si dovrebbe provare – non può essere negoziabile o rivisitabile: non c’è un dibattito aperto, non ci sono confini labili tra vittime e carnefici, né c’è spazio per ricordare anche “quell’altro e quell’altro ancora”. La Giornata della Memoria appartiene alle vittime della Shoah, punto e stop. Ai deportati, a chi ha perso la vita in un campo di sterminio o fucilato in mezzo a un ghetto e a chi è sopravvissuto. Non ad altri. E questo non è in discussione, men che meno da parte di un rappresentante delle istituzioni di questa città. Quello che dice e che scrive ha un peso e queste parole, in questo giorno, non sono gradevoli. La Memoria è un valore condiviso, ripeto, non negoziabile“.

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La risposta di Edoardo Casati dei Giovani Comunisti di Vigevano con l’intervista del PUNTO PAVESE

Da nipote di un Partigiano e da Comunista mi sono sentito “toccato” in prima persona da questo revisionismo storico galoppante.

Ho ritenuto necessario dire la mia.

Ringrazio Edoardo Varese, giornalista del Punto Pavese, per questa intervista.

Un post pubblicato sul proprio profilo Face-book, proprio nel Giorno della Memoria. Non uno volto a condannare le atrocità commesse dai nazifascisti, o comunque a ricordare le numerose vittime decedute per colpa dei peggiori criminali che la storia ricordi.
Bensì un ricordo personale, quello postato da Emma Stepan, consigliera comunale di Vigevano e capogruppo di FdI. Un ricordo del nonno, di un soldato austriaco della Wehrmacht, l’esercito tedesco che occupò il nostro Paese tra il 1943 ed il 1945.Un nonno che rischiò di essere fucilato dai partigiani.
“Sento la necessità di ricordare questo episodio – ha scritto Stepan – affinché qualcuno provi ad immedesimarsi in quel giovane soldato austriaco a cui per un attimo, l’ira funesta dei tanto amati briganti della Resistenza, stava per sottrarre la vita”.
Un post che ha suscitato inevitabilmente scalpore. “Un post semplicemente vergognoso – ha denunciato Edoardo Casati, membro della segreteria del circolo di Rifondazione Comunista di Vigevano – perché la consigliera ha omesso che suo nonno, ha fatto parte di un esercito che durante l’occupazione, si è macchiato di una serie interminabile
ed indescrivibile di rastrellamenti e di stragi contro la nostra popolazione. La sua voglia, di screditare l’importanza della Resistenza, va anche a contrastare i valori fondamentali della nostra Costituzione, antifascista per definizione. Da nipote di partigiano non posso che sentirmi colpito direttamente, e non posso che vedere calpestati i valori in cui credo. Posso dire sicuramente che la Resistenza ci lascia un’eredità enorme.
Un’eredità intrinseca nel termine stesso di partigiano, perché partigiano significa prendere una posizione. Antonio Gramsci sosteneva di essere partigiano, ovvero di odiare gli indifferenti.
Una presa di posizione condivisa anche da Sandro Pertini, che ci invitava sempre a prendere una posizione.
La lotta partigiana è stata anche una lotta contro l’indifferenza, quell’indifferenza che Liliana Segre ci spiega come consista in un vero e proprio germe spaventoso”.
Quella stessa indifferenza che ha permesso a fascisti e nazisti, di uccidere tante persone nei campi di sterminio. Occorre farsi carico di questa eredità, come se consistesse in uno zaino da portare sulle spalle. “Come Rifondazione Comunista – ha proseguito Edoardo Casati – ci ricordiamo che durante l’occupazione nazista sul nostro territorio, ci furono almeno 200 mila morti, tra soldati, partigiani e civili. Ci schiereremo con forza contro il negazionismo ed il re-
visionismo storico. Questo deve essere l’azione minima, che ogni persona dovrebbe compiere.
Il comportamento della consigliera è stato inaccettabile, dal momento in cui è una rappresentante delle istituzioni. Ricordo che stiamo parlando di storia, dell’eredità che i partigiani ci hanno lasciato. Definirli briganti, secondo me, significa schierarsi dalla parte di chi ha calpestato ed infangato il nostro Paese”, ha concluso Edoardo

Presentazione Collettivo Culturale Rosa Luxemburg di Vigevano

26 Gennaio 2022

Vladimiro Lionello

Il Collettivo Culturale Rosa Luxemburg è attivo sul piano culturale e politico da oltre 25 anni. Pur in un contesto generale non propizio, tra innumerevoli difficoltà economiche e politiche, ha sempre operato a favore di una cultura critica e di un agire politico a fianco delle forze politiche e dei movimenti sociali alternativi. A fianco dei soggetti deboli su scala nazionale e su scala mondiale.

La Rete delle Alternative ci ha offerto l’opportunità di uscire dall’isolamento e da un certo provincialismo perché ha sempre mantenuto un orizzonte internazionale sulle tematiche che, di volta in volta, abbiamo proposto e discusso.

Le prime iniziative risalgono agli inizi del 1996 ma solo il 12 marzo 2005 abbiamo creato la sezione locale, intitolandola a Rosa Luxemburg. Le iniziative sono state moltissime e hanno affrontato argomenti diversi tra loro, alla luce anche degli obiettivi che ci eravamo prefissati.

Il primo di questi obiettivi è stato quello di tentare di assolvere (senza presunzione) a un compito formativo e pedagogico. Da qui le iniziative su “Marx e i marxismi”, “il marxismo critico”, analisi dei principi di economia, le lezioni di storia, di filosofia e di letteratura, le serate culturali dedicate alla Resistenza e all’ antifascismo.

Allo stesso tempo abbiamo voluto conoscere e approfondire le tematiche del movimento altermondialista e dei Forum Sociali Mondiali. Critica del neoliberismo, della globalizzazione, del neocolonialismo, dell’imperialismo ecc. Sovranità alimentare, agricoltura biologica, OGM, beni comuni, altreconomia, sviluppo sostenibile, proprietà intellettuale, cambiamenti climatici, crisi ambientale. Tutti temi collocati entro la visione della giustizia sociale, della giustizia ambientale, della giustizia climatica.

Il nostro impegno si è sviluppato anche sul terreno delle questioni internazionali, in particolare su Kurdistan, Palestina, Chiapas.

Non sono poi mancate le “nuove tematiche”, con incontri dedicati a lavoro, alla precarietà, al consumo critico, alla Teologia della Liberazione, ai diritti di cittadinanza ecc.

Infine abbiamo affrontato tematiche inerenti le questioni locali e la storia di Vigevano e dell’area circostante.

Abbiamo anche proposto concerti (come quelli antifascisti dei Cantosociale o quello dedicato a Fabrizio De André), happening letterari a più voci (come quello su Pasolini, che abbiamo anche esportato alla Casa del Popolo di Lodi, con reading, musica, video), recitazione, canti, mostre e cineforum.

A Vigevano in questi anni il Collettivo ha rappresentato un punto di riferimento, un polo di aggregazione e di socializzazione.

VIVA CILE! BORIC PRESIDENTE

VIVA CILE!
#BoricPresidente
Sconfitto il candidato pinochetista che piaceva a Trump e Salvini.
Il popolo di Salvador Allende si riprende i viali della libertà.
Adelante compañer@s! ❤️✊
Ci vuole proprio El pueblo unido https://youtu.be/Cuzl_QTBlWI
#AllendeVive
“Abbiamo vinto, continuiamo e sarà bellissimo 🌳
Ora combattiamo per la dignità del popolo!”
Partido Comunista de Chile 

ELEZIONI PROVINCIALI: NO AL FURTO DI DEMOCRAZIA

ELEZIONI PROVINCE ED AREE METROPOLITANE: LA BATTAGLIA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA CONTRO IL FURTO DI DEMOCRAZIA E PER REINTRODURRE IL SUFFRAGIO UNIVERSALE

In questi giorni sono convocate le elezioni di secondo grado (votano solo i consiglieri comunali) di molte città metropolitane e province, dopo il rinvio del governo deciso nel marzo scorso a sessanta giorni dopo il turno amministrativo.

IL PRC-SE SI BATTE DALL’INIZIO CONTRO LE ELEZIONI PROVINCIALI E METROPOLITANE TRUFFA, PER LA REINTRODUZIONE DEL SUFFRAGIO UNIVERSALE E PER L’IMMEDIATA ABROGAZIONE della LEGGE DEL RIO.

Vogliamo qui richiamare in maniera sintetica, il nostro giudizio assolutamente negativo su questa legge (legge 56/2014) che ha finto demagogicamente di abolire le Province in nome dei costi impropri della politica – che noi realmente combattiamo – limitandosi invece ad abolire solo la democrazia dell’elezione popolare dei consigli , determinando un grave vuoto istituzionale rispetto alle funzioni precedentemente esercitate da questi enti territoriali di area vasta (scuola, strade, urbanistica, tutela dell’ ambiente e del territorio ecc.).

Vuoti che, abbinati ai tagli dei trasferimenti, si sono drammaticamente evidenziati, anche nella cronaca giornalistica (ricordiamo ad es. la strage di Rigopiano), rispetto all’assenza dell’operatività di funzioni in campo di manutenzione stradale, piani neve, rete scolastica ecc. e rispetto al destino del personale, ancora incerto e precario.

Peraltro una delle ulteriori conseguenze positive della vittoria del NO al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, fortemente voluto da Renzi, è il fatto che NON E’ PASSATA L’ABOLIZIONE DELLE PROVINCE COME ORGANO COSTITUZIONALE ED ISTITUZIONALE DELLO STATO; il che ha ulteriormente evidenziato il carattere truffaldino della legge Del Rio (legge 7 aprile 2014 n. 56) di finta abolizione delle Province, ma in realtà di semplice abolizione del voto popolare.

Incomprensibile è stato che numerose sentenze della Suprema Corte, anche dopo della vittoria del NO nel 2016, abbiano confermato il carattere transitorio di questa legge, non dichiarandola incostituzionale fino all’approvazione di una nuova normativa.

Nuova normativa in fase di discussione, pur lentissima, nelle commissioni parlamentari, fino alla definizione di un tavolo tecnico con la partecipazione dell’ UPI, Unione Province d’Italia.

Riteniamo, pertanto opportuno, sulla base del nostro giudizio come PRC-SE sulla vigente normativa antidemocratica sulle Province e le Città Metropolitane, muoverci in due direzioni:

  1. Non partecipare alle elezioni provinciali visto che è previsto, un ulteriore sbarramento antidemocratico con un numero di firme per presentare una lista pari al 5% dei consiglieri comunali aventi diritto al voto.

2. RILANCIARE BATTAGLIA PER L’ABROGAZIONE DELLA LEGGE DEL RIO, partendo anche dal dibattito parlamentare in corso, pur lentamente, impegnandosi come PRC SE a presentare al più presto possibile una nostra proposta di legge in materia.

MAURIZIO ACERBO segretario nazionale PRC SE

RAFFAELE TECCE segreteria nazionale PRC SE, responsabile ENTI LOCALI

RIFONDAZIONE: LEGGE SULLA SANITÀ IN LOMBARDIA: UN PASSO GRAVISSIMO VERSO LO SNATURAMENTO DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

6 dicembre 2021

È stata approvata la nuova legge che regola la sanità lombarda, dopo un brevissimo iter di dibattito in Consiglio Regionale, caratterizzato dalla poca trasparenza e dalla assoluta mancanza di ascolto da parte della giunta Moratti Fontana delle opposizioni nel consiglio e fuori e anche senza un minimo dibattito pubblico.

Tutto questo è avvenuto in un assordante silenzio dei media , quelli stessi che durante la prima ondata di Covid avevano seguito passo per passo la tragedia della Lombardia  le bare di Bergamo e di Codogno, avevano denunciato la mancanza di mascherine e di dispositivi di protezione e avevano onestamente  convenuto sulle cause di questo disastro: il modello privatistico, ospedalocentrico e ultraspecialistico  costruito da Formigoni e poi da Maroni ,la ipocrita celebrazione della libera scelta fra sanità pubblica e sanità privata che di fatto crea meccanismi di continuo esodo verso la sanità privata.

Dopo questa operazione di presa di coscienza pubblica ci si aspettava un cambiamento netto, una riaffermazione del ruolo della sanità pubblica e un rafforzamento della medicina territoriale, un azzeramento delle liste di attesa e un recupero di tutte quelle visite ed esami che sono stati rimandati causa Covid.

Nulla di tutto questo con la nuova legge: come prima peggio di prima.

Addirittura si definisce “l’equivalenza delle strutture pubbliche e private accreditate”.

In un combinato disposto con il PNRR e con i cospicui fondi che verranno assegnati alla regione si ridisegna la medicina territoriale prospettando distretti, case della comunità e ospedali di comunità, di fatto aprendo le porte alla sanità privata, anche perché la sanità pubblica rimane senza personale, senza infermieri, senza medici di Mg, senza psichiatri, senza rianimatori (già ora ricorre scandalosamente a contratti con cooperative private) e non potrà gestire quelle strutture. E tutto avverrà senza prevenzione e programmazione in balia delle regole del mercato e della concorrenza.

La famosa “libertà di scelta“ di Formigoni è di fatto la costrizione a usufruire della medicina privata perché la sanità pubblica non è in grado di rispondere alle richieste di salute della popolazione.

Ma la sanità privata cura senza prevenire, sceglie i settori più redditizi, ha come obiettivo il profitto.

In Lombardia siamo sostanzialmente fuori dal dettato costituzionale e dalla legge istitutiva del SSN

La Moratti, che da Ministra della Istruzione ha affossato il Tempo Pieno nella scuola elementare mette in mora in Lombardia il Servizio Sanitario Pubblico. Questo non ha una valenza solo regionale, ma fa da modello ad altri servizi sanitari regionali, trascinandoli in un logica iperliberista.

Non sembra che il Governo colga questo elementi della nuova legge, anzi ci sembra che di fatto copra questo rafforzamento privatistico del sistema sanitario lombardo.

Ora si apre una nuova fase di lotta. A partire da “Dico 32. Campagna per il diritto alla salute si sono raccolte associazioni e forze sociali, si sono costruiti coordinamenti e aperte vertenze territoriali e unificati vecchi e nuovi conflitti sui temi della sanità e del diritto alla cura.

Rifondazione Comunista lavora per rafforzare questa rete popolare di opposizione e di proposta per non lasciare campo libero al neoliberismo. 

Maurizio Acerbo, segretario nazionale

Fabrizio Baggi, segretario regionale Lombardia

Giovanna Capelli, responsabile regionale sanità Lombardia

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

Sinistra. Cercasi

15 novembre 2021

Apprendiamo dall’Informatore dell’11 novembre che “il PD vota il patto con il centrodestra. E la segretaria Scuvera si fa da parte”

Il PD si spacca sulle alleanze con la Destra.

Speriamo che quello che sta andando in scena, sia effettivamente l’ultimo atto di una tragicomica pantomima di cogestione (alleanze) del potere.

Non noi, ma se qualcuno avesse ancora dubbi sul quel partito che ad ogni elezione chiede il voto utile contro la destra, adesso hanno tolto la maschera rivelando i loro veri intenti!!

Adesso è chiaro perché l’ex segretario Zingaretti disse di provare vergogna e si dimise.

Adesso è chiaro che non ci sono più dubbi sulla loro vera natura.

Adesso è chiaro che a sinistra è rimasta solo Rifondazione Comunista a rappresentare la sinistra diffusa che sola può risorgere.

Circolo “Hugo Chavez Frias” di Vigevano del Partito della Rifondazione Comunista.

Articolo dell’INFORMATORE dell’11 novembre 2021

Facciamo come i lavoratori della GKN. Rifondazione Comunista di Vigevano solidale con la lotta in difesa dei posti di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori della Moreschi

17 ottobre 2021

Facciamo come i lavoratori della GKN!

Rifondazione Comunista solidale con la lotta delle lavoratrici e lavoratori della Moreschi per la difesa del posto di lavoro

La Moreschi, prestigioso marchio calzaturiero vigevanese, da tempo sta attraversando una grave crisi.

La nuova proprietà, invece di affrontarla con nuovi piani industriali, nuove idee imprenditoriali e investimenti, sta decentrando a contoterzisti pezzi della produzione, lasciando lavoratrici e lavoratori in cassa integrazione Covid a zero ore. Questa grave situazione continua da troppo tempo senza alcuna volontà di proposte credibili da parte dei padroni: a loro interessa solo far cassa.

La stessa motivazione con cui anche la vecchia proprietà Moreschi ha ceduto fabbrica, marchio e vite umane. Il paternalismo padronale non cambia la natura dei padroni.

A fine ottobre terminerà la cassa integrazione Covid -a spese dello Stato, cioè della collettività- e la nuova società svizzera Hurley (proprietaria del 51% del pacchetto azionario), nella persona del suo AD Guido Scalfi, non ha ancora presentato un piano industriale per la salvaguardia dei posti di lavoro. Si profila dunque il licenziamento.

Rifondazione Comunista di Vigevano esprime totale solidarietà alle maestranze della Moreschi così duramente colpiti: privati di lavoro e di reddito.

Contrastiamo la pratica di sfruttare i marchi, acquisire i finanziamenti pubblici (della collettività) e spremere i lavoratori per poi chiudere e delocalizzare la produzione.

Chiediamo la continuazione della cassa integrazione (con il contributo della proprietà) applicando l’ Art. 4 della Costituzione Italiana che “riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.

Dalle Istituzioni e dai politici di mestiere esigiamo impegni concreti e non passerelle elettorali.

Sosteniamo la proposta di legge presentata dal Collettivo dei lavoratori GKN di Firenze, attraverso un ampio gruppo di giuslavoristi, contro le delocalizzazioni industriali, con eventuale restituzione dei contributi pubblici fino al sequestro dei siti produttivi e fino all’autogestione.

Quanto prima è necessario organizzare un presidio permanente delle lavoratrici e dei lavoratori davanti alla fabbrica, affinché i nuovi padroni non inizino lo smantellamento asportando i macchinari.

È necessario far conoscere questa vicenda, con una adeguata campagna di pubblicizzazione attraverso tutti i mezzi di informazione, coinvolgendo tutta la cittadinanza di Vigevano, per organizzare una grande manifestazione di massa in piazza Ducale.

È indispensabile che CGIL-CISL-UIL escano dall’attendismo e indicano uno SCIOPERO GENERALE PROVINCIALE, per rompere l’isolamento delle tante situazioni di crisi e connetterle tra loro, unificando il fronte di lotta su un’unica vertenza territoriale.

Rifondazione Comunista è impegnata con tutte le sue forze nella costruzione di un movimento di lotta contro i licenziamenti, per sconfiggere le politiche neoliberiste che garantiscono i profitti e sacrificano le vite delle persone.

Come hanno insegnato i lavoratori della GKN di Firenze, SOLO LA LOTTA PAGA!

Per tornare a vincere bisogna ripartire dal protagonismo operaio!

Circolo “Hugo Chavez Frias”

Partito della Rifondazione Comunista

Vigevano

XI congresso di Rifondazione Comunista

26 settembre 2021

Nell’ambito della stagione congressuale del Partito della Rifondazione Comunista,  che  terrà il suo congresso nazionale a Chianciano Terme nei giorni 22, 23 e 24 ottobre, anche a Pavia si stanno svolgendo i congressi dei Circoli territoriali.

Alla conclusione dei congressi di circolo, sabato 16 ottobre, a partire dalle ore 9:30, si terrà, a Pavia, presso la  Sala San Martino, C.so Garibaldi 69, nel rispetto rigoroso delle normative anti Covid, l’XI Congresso Provinciale del PRC.

Il tema scelto  dai compagni e dalle compagne del prc Pavese sarà:

 “PRATICARE L’OPPOSIZIONE – PROGETTARE E COSTRUIRE L’ALTERNATIVA”.

Si tratta di un appuntamento importante che permetterà alle compagne e ai compagni del Partito della Rifondazione Comunista del Pavese di riflettere insieme, approfonditamente su cosa occorra fare per fortificare e rilanciare una sinistra di classe, pavese  e parimenti internazionalista nel nostro territorio, che è e vuole restare saldamente fuori da qualsivoglia campo di legittimazione del capitalismo lavorando ad una forte, reale alternativa senza rinunciare alla presenza e alla rappresentanza sociale di bisogni ed interessi diffusi.

Siamo consapevoli dei nostri limiti politici e organizzativi, ma siamo altresì convinti di come le nostre ragioni e le nostre proposte siano le uniche in grado di risolvere i problemi che attanagliano anche il nostro territorio.

Da anni siamo impegnati a denunciare la politica di devastazione ambientale portata avanti dai nostri governanti.

Da anni denunciamo l’assoluta inadeguatezza del sistema sanitario Lombardo, sistema che con tutta evidenza non ha retto all’impatto della pandemia.

Da anni siamo al fianco dei lavoratori nella difesa dei loro diritti.

Da anni siamo impegnati nella difesa della pace contro la guerra e nella difesa della nostra democrazia.

Il nostro congresso rappresenta la nostra volontà di continuare in questa strada.

Rifondazione Comunista Pavia