Tag: Resistenza

Il ricordo di Noemi Tognaga Gregorio

20 novembre 2023

Il 20 novembre ricorre il sesto anniversario della scomparsa di Noemi Tognaga Gregorio.

Come compagne e compagni del Circolo “Hugo Chavez Frias” del Partito della Rifondazione Comunista di Vigevano, a cui era iscritta, la ricordiamo con profonda stima.

Noemi è stata una compagna veramente straordinaria.

Insegnante elementare. Cresciuta Antifascista. Partigiana. Sempre dalla parte delle donne e dei bambini.

Scrittrice di storia locale e di racconti per l’infanzia.

Da sempre comunista. Comunista non ortodossa, controcorrente anche nel Pci.

Prima consigliera comunale donna di Vigevano. Promotrice e protagonista di un’infinità di lotte sulle questioni più varie: dalla lotta per la pace a quella per i diritti civili, alla difesa ed estensione dei servizi sociali alle lotte per la liberazione delle donne e per i diritti dell’infanzia, passando sempre per la riaffermazione e l’attualizzazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione.

Sempre al fianco dei più deboli e all’insegna dell’unità politica e della radicalità dei contenuti.

Una persona generosa, passionale, schietta, mai settaria e sempre aperta alla società civile.

Circolo “Hugo Chavez Frias” del Partito della Rifondazione Comunista di Vigevano

Compleanno di Noemi Tognaga 19 mar 2012

Buon compleanno NOEMI! Una donna. Una maestra. Una partigiana. Una compagna sempre dalla parte giusta! 17 marzo 2012 Vigevano (Pv) Coop. Portalupi.
29 mag 2010

Discorso di Noemi Tognaga Presidente dell’Anpi di Vigevano, per la commemorazione del 25 aprile.
25 aprile 2010 in Castello a Vigevano.

Aggressione fascista alla festa di Rifondazione Verona

Verona: assalto fascista alla Festa di Rifondazione Comunista. Solidarietà da tutto il partito

Questa notte, dopo giorni di provocazioni, un gruppo di neofascisti con bastoni e a volto coperto hanno fatto irruzione nell’area dove si sta svolgendo la Festa di Rifondazione Comunista a Verona.

E’ molto grave che, nonostante le ripetute provocazioni dei giorni precedenti, la questura non abbia garantito un’adeguata sorveglianza dell’area.

Esprimo la solidarietà di tutto il partito ai compagni che hanno fronteggiato e respinto l’aggressione di questi squadristi del terzo millennio.

Il nostro è un partito con le mani pulite che si autofinanzia con il lavoro militante, le sottoscrizioni e le feste come quelle di Verona. Ogni nostra festa è un presidio di democrazia e antifascismo. Auspico che il 20 alla riapetrura della festa ci sia una grande presenza di cittadine e cittadine democratici per esprimere un forte no alla violenza squadrista.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista, coordinamento di Unione Popolare

IL COMUNICATO DELLA FEDERAZIONE DI VERONA

Alla Festa in Rosso ogni giorno una provocazione!!!!

A Quinzano, nell’area verde vicino alle piscine Santini, da giovedì 13 si sta svolgendo la Festa in Rosso Festa di Rifondazione Comunista.

Tutto si svolge nella massima regolarità fin circa verso mezzanotte, quando incominciano le provocazioni con un chiaro crescendo di toni.

In breve i fatti.

La sera di venerdì 14, a festa ormai conclusa, un gruppo di giovani cerca di superare il cancello di via Villa già chiuso e la pronta risposta del nostro gruppo incaricato della sorveglianza notturna, fa desistere i malintenzionati che abbandonano il campo impossessandosi, però, di una bandiera prima issata sul cancello.

Nella notte tra sabato 15 e domenica 16, un petardo cade a poca distanza da uno stand con un botto ed una vampata di fuoco per fortuna senza ulteriori danni.

Le forze dell’ordine nella mattinata di domenica intervengono per recuperare il relitto.

Domenica sera, sempre verso mezzanotte, appena fuori dal recinto prima scoppia un grosso e rumoroso petardo e poi da una macchina bianca che si era fatta notare per i ripetuti passaggi davanti alla festa, vengono lanciate due bottigliette di vetro contro l’ingresso di via Bresciani. Inoltre, alcuni nostri manifesti affissi sulla recinzione della festa risultano mancanti e quelli vicino alla rotonda di Quinzano imbrattati da vernice nera. Al loro fianco, compare una scritta con simbolo inequivocabile.

Fatta intervenire la polizia oltre a denunciare i fatti, chi aveva notato l’anomalo comportamento dell’auto bianca, era nella condizione di segnalarne anche il numero della targa.

Questa notte, sempre verso mezzanotte, prima viene lanciato un botto all’interno della festa e, dopo alcuni minuti, un gruppo di cinque o sei individui, con volto mascherato, ma armato di bastoni cerca di entrare nella festa. Ne nasce un immediato parapiglia con il nostro servizio d’ordine ed il gruppo è costretto alla ritirata tentando di dileguarsi nelle vie del quartiere.

I segni del confronto rimangono evidenti a terra e, qualcuno di noi, lamenta anche qualche escoriazione e qualche colpo subito.

Le forze dell’ordine, visto il ripetersi di fatti analoghi, già allertate dopo lo scoppio del petardo sono intervenute riuscendo ad intercettare il gruppo aggressore ancora nelle vicinanze.

Per fortuna sono fatti che, almeno fino ad ora, non hanno condizionato lo svolgimento della festa che procede regolarmente come previsto dal programma.

Certo che il ripetersi di eventi simili con la chiara connotazione politica di aggressione fascista, non può passare inosservato.

Segnaliamo i fatti con ferma determinazione a non lasciarci condizionare e respingendo ogni provocazione.

Dopo un paio di giorni di pausa, come previsto, giovedì 20 riprenderemo la nostra manifestazione ed invitiamo quanti condividono con noi che comportamenti del genere non possano essere accettati, a venirci a trovare.

Ci auguriamo dalle forze dell’ordine, ormai in possesso di rilevanti elementi di conoscenza degli eventi, un atteggiamento adeguato alla situazione.

per PRC Verona

Fiorenzo Fasoli
presente ai fatti

APPELLO PER LE DIMISSIONI DI IGNAZIO LA RUSSA

2 Aprile 2023

“Di fronte alle parole gravissime del Presidente del Senato non possiamo tacere. Abbiamo raccolto in poche ore le firme su un appello per le dimissioni di La Russa che vi chiediamo di pubblicare. In particolare segnaliamo quelle dei partigiani Gastone Cottino e Aldo Tortorella, dell’ex-presidente della Camera Fausto Bertinotti, del presidente dell’Arci Walter Massa, di storici, intellettuali, artisti, attivisti e ex-parlamentari. Da alcuni minuti la petizione è online e chiediamo di firmarla a tutte le cittadine e i cittadini che si riconoscono nella Costituzione nata dalla Resistenza”.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Elena Mazzoni, segretaria della federazione di Roma di Rifondazione Comunista.

Appello per le dimissioni di Ignazio La Russa
Il presidente del Senato deve dimettersi. Le sue esternazioni sulla Resistenza non sono riconducibili ad opinioni. Non sono nemmeno uno dei purtroppo assai diffusi episodi di revisionismo storico Sono un falso storico, la negazione di atti giudiziari, un’offesa alla Resistenza e un inquinamento delle responsabilità storiche del fascismo e del nazismo. Noi ci riconosciamo nelle affermazioni fatte dal Presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo. Quanto affermato dal Presidente del Senato è incompatibile con la carica che ricopre. Siamo certi che tale evidenza porterebbe in molti Paesi d’Europa alla sua immediata decadenza. E sarebbe grave che ciò non avvenisse in Italia.

Primi firmatariMaurizio Acerbo, Daniela Alfonzi, Cesare Antetomaso, Pier Giorgio Ardeni, Francesco Auletta, Stefano Azzara’, Franco Bartolomei, Michela Becchis, Fausto Bertinotti, Franco Berardi Bifo, Piero Bevilacqua, Daniele Biacchessi, Maria Luisa Boccia, Salvatore Bonadonna, Stefania Brai, Enrico Calamai, Eliana Como, Gastone Cottino, Massimo Dapporto, Luigi de Magistris, Angelo d’Orsi, Donatella Della Porta, Daniela Padoan, Giuseppe De Marzo, Antonio Di Stasi, Paolo Favilli, Paolo Ferrero, Eleonora Forenza, Francesca Frediani, Stefano Galieni, Domenico Gallo, Dino Greco, Giorgio Cremaschi, Giovanni Greco, Fabio Grossi, Leo Gullotta, Sabina Guzzanti, Alessandro Hobel, Raniero La Valle, Maria Lenti, Fabiomassimo Lozzi, Ramon Mantovani, Elena Mazzoni, Lucio Manisco, Laura Marchetti, Walter Massa, Sandro Mezzadra, Maria Grazia Meriggi, Raul Mordenti, Isidoro Mortellaro, Roberto Morea, Tomaso Montanari, Roberto Musacchio, Paola Nugnes, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Tiziana Pesce, Ulderico Pesce, Giovanni Russo Spena, Rita Scapinelli, Silvia Scola, Marino Severini, Barbara Spinelli, Simona Suriano, Aldo Tortorella, Vauro Senesi, Gianpasquale Santomassimo, Marco Trasciani, Raffaele Tecce, Vincenzo Vita, Massimo Zucchetti

La petizione on line.

Il presidente del Senato deve dimettersi


Le sue esternazioni sulla Resistenza, in particolare sull’atto di Via Rasella, non sono riconducibili ad opinioni. Non sono nemmeno uno dei purtroppo assai diffusi momenti di revisionismo storico.


Sono un falso storico, la negazione di atti giudiziari, una offesa alla Resistenza e un inquinamento delle responsabilità storiche del fascismo e del nazismo.


Noi ci riconosciamo nelle affermazioni fatte dal Presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo.


Quanto affermato dal Presidente del Senato è incompatibile con la carica che ricopre.

Siamo certi che tale evidenza porterebbe in molti Paesi d’Europa alla sua immediata decadenza.

E sarebbe grave che ciò non avvenisse in Italia.

(clicca e firma l’Appello) 

Segreteria regionale Rifondazione Comunista Lombardia

Inaugurazione sede Anpi di Cassolnovo (Pv), intitolazione sezione ai resistenti cassolesi Zeggio Alberto, Giannino Profili e la gravellonese Clotilde Giannini deportata ad Auschwitz

28 Novembre 2022

“Valori, idee, l’importanza di Resistere in questo tempo”

Fratelli d’Italia e Italo Balbo a Retorbido (PV)

28 Novembre 2022

Fratelli d’Italia e Italo Balbo a Retorbido (PV)

Leggo che a Reterbido (PV), Fratelli d’Italia ha deciso di intitolare il proprio circolo territoriale al gerarca fascista Italo Balbo.

Italo Balbo fu uno dei fondatori del Partito Nazionale Fascista, uno degli organizzatori della famosa Marcia su Roma che mise fine alla libertà nel nostro Paese, capo dei fascisti a Ferrara che si distinsero per la loro ferocia violenza contro il movimento operaio e socialista Ferrarese, membro del Gran Consiglio del Fascismo, corresponsabile di tutti i crimini commessi dal Fascismo in Italia e nel Mondo.

La cosa onestamente non mi stupisce, Fratelli d’Italia non ha mai rotto fino in fondo con quella esperienza.

In tutta Italia assistiamo da anni, ad una operazione politica culturale da parte della Destra Italiana tesa a riabilitare quel periodo storico, ovunque governa la destra si tenta di intitolare strade e piazze a personaggi legati al Fascismo.

C’è una grande contraddizione da parte di questi politici che grazie alla libertà garantita dalla nostra Costituzione nata dalla Resistenza sono diventati rappresentanti istituzionali e inneggiano a quel regime che non gli avrebbe permesso di essere eletti.

Mi viene sempre in mente un dialogo tra il senatore Socialista Vittorio Foa e un senatore fascista Giorgio Pisanò.

Vittorio Foa: “Se aveste vinto voi io sarei in prigione. Siccome abbiamo vinto noi, tu sei senatore”

Se lo ricordino questi signori che godono delle libertà garantita dalla nostra Costituzione

Rusconi Piero segretario Rifondazione Comunista Fed. Pavia


E’ arrivata la notizia che il neo circolo di Fratelli d’Italia di Retorbido si
intitolerà a Italo Balbo, scelta difesa se non ispirata dal neo deputato di Fratelli
d’Italia Paolo Chiesa.
Un rapido ripasso della storia del novecento porta a scoprire che Italo Balbo
fu uno dei quadrumviri della marcia su Roma nominati da Mussolini per organizzare il
rovesciamento del governo italiano legittimo. Fu l’unico colpo di stato della storia
d’Italia che spalancò la porta a 20 anni di dittatura, alle leggi razziali, a una serie
di guerre d’aggressione a centinaia di migliaia di morti in Italia e altrove per culminare
nella vergogna dell’8 settembre e ai crimini dello stato fantoccio filo nazista della
Repubblica di Salò.
Italo Balbo si era guadagnato sul campo i gradi di capo banda organizzando gli squadristi
in Emilia Romagna, dove più era forte il movimento socialista al soldo della parte più
retriva degli agrari ferraresi, lasciando sul campo morti, feriti, manganellati, sedi
politiche e sindacali devastate: tra i morti si conta il prete antifascista Don Minzoni.
La violenza terroristica organizzata da Balbo non bastò però a piegare Parma che di fronte
all’assalto di 10.000 fascisti darà un esempio di unità antifascista respingendo le bande
criminali che volevano devastare la città anticipando la Resistenza di venti anni più tardi.
Anni dopo i parmensi ci lasciarono l’unico ricordo di Balbo che vale la pena di tramandare:
“Balbo t’è pasè l’Atlantic ma miga la Pèrma”.

Cattaneo Paolo PRC Pavia

Cassolnovo: Anpissima, valori, idee, l’importanza di Resistere in questo tempo

15 Novembre 2022

Video inaugurazione sede Anpi, intitolazione sezione ai Resistenti Cassolesi ZEGGIO ALBERTO, GIANNINO PROFILI e la gravellonese CLOTILDE GIANNINI deportata ad Auschwitz.

Seguirà, a breve, un altro video con gli interventi dei partecipanti all’importante manifestazione antifascista.

L’Antifascismo, la difesa della Costituzione, il lavoro dell’Anpi nei territori.

Le due “Caporetto”

11 Novembre 2022

In questo autunno sono caduti gli anniversari di due date tragiche: il 24-25 ottobre 1917 la rotta di Caporetto e il 28 ottobre 2022 la “Caporetto della democrazia” cioè la cosiddetta “Marcia su Roma”. Quest’ultima ricorrenza non è stata lasciata passare sotto silenzio dall’ANPI di Vigevano che ha realizzato la mostra “La violenza squadrista in provincia di Pavia. 1921-1922” esposta nella sala dell’affresco del Castello.

Per i 105 anni dalla Caporetto militare voglio ricordare i due soldati vigevanesi fucilati durante la scomposta ritirata.

Una fuga a caso, in cui ciascuno decideva per proprio conto guidato solamente dai propri istinti. Nulla di più facile per gli austro-tedeschi prenderne in rete 265mila, mentre i restanti 350mila si ammassavano sulle strade infangate incrociandosi con l’esodo a piedi delle tante famiglie del luogo, anch’esse terrorizzate dal sopravvenire del nemico, e con carri carichi di masserizie. L’unica aspirazione dei fanti in ritirata era il ritorno a casa; ma per molti di loro la fuga fu interrotta da truppe di carabinieri che li passavano per le armi con l’accusa sommaria di diserzione.

Questa descrizione si adatta probabilmente a delineare le circostanze dell’esecuzione capitale di Giovanni Bussola, classe 1893, ucciso il 30 ottobre 1917 a Codroipo, cioè vicino a uno dei ponti sul Tagliamento.

Di fronte a una confusione generalizzata, tra maltempo, fuga di civili, strade impraticabili, tra ordini insensati o la mancanza di comandi, era facile cadere ucciso, oppure fatto prigioniero, e anche arrestato. Bussola si era presentato senza fucile? Bastava questo per essere giustiziato? Non lo sappiamo, sul suo foglio matricolare è indicato un generico “atto di codardia”.

Per Antonio Santagostino, classe 1887, sposato con un figlio, abbiamo qualche notizia in più. L’indicazione sulla sua fucilazione a Nervesa, appena a ovest del Piave, mi ha fatto scoprire la memoria dattiloscritta di Paolo Ciotti raccolta nell’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, che racconta che il 2 novembre 1917:

“Tre soldati, fra cui un caporale, erano stati sorpresi dal Colonnello Brigadiere mentre uscivano da una villa di Nervesa con alcuni effetti di biancheria. Vi erano entrati così per quel senso di curiosità, di cui tutti ancora si era invasi nel vedere una casa abbandonata, e trovando nelle stanze deserte della biancheria, avevano innocentemente commesso l’errore di scegliere qualche camicia e qualche paia di mutande per cambiarle con quelle sporche e piene di insetti che tenevano ancora addosso fino dal Settembre. Il Generale li interrogò, prese il nome e cognome di ciascuno e tre ore dopo, quando ancora eravamo a mensa, un porta ordini del Comando di Brigata recò un biglietto scritto a matita con l’ordine perentorio al Comandante della 3^ Compagnia di fare immediatamente fucilare da una squadra dello stesso reparto i tre soldati, di null’altro colpevoli, che di avere innocentemente asportato da una casa abbandonata una camicia e un paio di mutande!!”

È proprio il caso del povero soldato vigevanese, come, di nuovo, attesta il foglio matricolare depositato all’Archivio di Stato di Pavia, dove si afferma: “morto in seguito a fucilazione perché sorpreso a svaligiare la Villa Berti in Nervesa”.

Esecuzioni sommarie probabilmente per futili motivi, che hanno stroncato giovani vite sacrificate nel caos della disfatta militare, una “Caporetto” anche morale.

Per loro due, l’ANPI aveva già dal 2020 inoltrato alla Giunta di Vigevano la richiesta di una riabilitazione anche visibile: una targa, l’aggiunta dei nomi nelle due grosse lapidi apposte nel cortile del municipio (dove mancano) o altre forme di memoria tangibile.

Istanza ancora in attesa di risposta.

Marco Savini

La fucilazione di Giovanni Carnier

Fucilati a Cradoipo