Tag: Resistenza

Nel Giorno della Memoria la capogruppo FDI celebra il nonno soldato della Wermacht

01 Febbraio 2022

Fonte: L’Informatore Vigevanese

https://www.informatorevigevanese.it/attualita/2022/01/28/news/nel-giorno-della-memoria-la-capogruppo-fdi-celebra-il-nonno-soldato-della-wermacht-552610/

Immediata reazione da parte della sezione Anpi vigevanese: inorridiamo, la consigliera ricordi che era dalla parte degli aggressori che occuparono l’Italia con una spaventosa contabilità delle vittime

VIGEVANO – Un post sui social nel Giorno della Memoria, ma non uno come tanti altri dei rappresentanti delle istituzioni, votato alla riflessione e al ricordo di un periodo tragico della storia dell’umanità. Un ricordo personale, quello postato da Emma Stepan, consigliere comunale a Vigevano, capogruppo di Fratelli d’Italia. Un ricordo del nonno. Non un deportato nei campi in Germania o in Polonia, ma un soldato austriaco appartenente alla Wermacht, l’esercito del Terzo Reich impegnato nell’occupazione tedesca del nostro Paese nel periodo dal ’43 al ’45.

Un nonno che rischiò la fucilazione da parte dei partigiani, che poi non avvenne. “Sento la necessità di ricordare questo episodio – ha scritto Stepan – affinché qualcuno provi a immedesimarsi in quel giovane soldato austriaco a cui per un attimo l’ira funesta dei tanto amati briganti della Resistenza, stava per sottrarre la vita”, ha scritto la consigliera del partito della Meloni.

Il post di Emma Stepan su Facebook. Nei commenti si parla di partigiani “infami” e terroristi”

Un post che non poteva passare inosservato in qualsiasi momento, figuriamoci nella ricorrenza del 27 gennaio e che ha provocato una risposta decisa da parte della sezione vigevanese del’Anpi, attraverso un comunicato che qui sotto riportiamo integralmente.

“Dopo aver letto i post su FB della signora Emma Stepan consigliere comunale di FDI la sezione ANPI Vigevano inorridisce constatando che persone che ricoprono ruoli Istituzionali ancora non abbiano una memoria condivisa di quello che fu la seconda guerra mondiale ed in particolare dal 1943 al 1945 quando la Germania agì sul nostro territorio da
potenza militare occupante con una spaventosa contabilità delle vittime: 200.000 morti di cui almeno 120.000 civili, circa 7.200 ebrei avviati ai campi di sterminio e più di 700.000 soldati deportati, in gran parte costretti al lavoro schiavo nell’industria bellica tedesca, la paradossale condizione di “alleato occupato” in cui si trovò l’Italia con l’autonomia formale della Repubblica di Salò. In quella struttura ibrida di amministrazione nazista dell’alleanza, ricerca del consenso e ricorso brutale alla forza attraverso rastrellamenti e stragi, si inserì la collaborazione italiana, che diede prova di analoga spietatezza nella «lotta contro le bande», ossia nella guerra contro i partigiani. 

Chi furono i Partigiani? Coloro che si schierarono “da una parte”, dalla parte della libertà per gli italiani, contro il regime fascista che di tutte le libertà li aveva privati. Con il termine partigiano ci si riferisce ai protagonisti del fenomeno della Resistenza sviluppatasi in tutti i paesi europei occupati dalle truppe dell’Asse (Germania e Italia) durante la seconda guerra mondiale, una guerra di difesa di natura civile contro una occupazione militare. 

Ecco, consigliera Stepan cosa ricordiamo il giorno della memoria, perché non accada mai più. Il 27 gennaio Giornata della Memoria ricordiamo gli orrori di un regime nazi-fascista, ricordiamo tutte le vittime dell’Olocausto, il genocidio di cui furono responsabili la Germania nazista e i loro alleati (Italia) nei confronti degli ebrei Europa e lo sterminio di tutte le categorie di persone ritenute inferiori per motivi politici o razziali, dagli oppositori politici, minoranze etniche, omosessuali e portatori di handicap mentali e/o fisici. 

E quando vorrà raccontare la storia del suo nonno veda di non omettere che era dalla parte degli aggressori“.

LE REAZIONI

Arianna Spissu (consigliera comunale Pd): “Non è accettabile che una Consigliera Comunale, che ricopre un ruolo istituzionale, scriva questo post proprio nella Giornata della Memoria. Il ricordo della Shoah – e l’orrore che si dovrebbe provare – non può essere negoziabile o rivisitabile: non c’è un dibattito aperto, non ci sono confini labili tra vittime e carnefici, né c’è spazio per ricordare anche “quell’altro e quell’altro ancora”. La Giornata della Memoria appartiene alle vittime della Shoah, punto e stop. Ai deportati, a chi ha perso la vita in un campo di sterminio o fucilato in mezzo a un ghetto e a chi è sopravvissuto. Non ad altri. E questo non è in discussione, men che meno da parte di un rappresentante delle istituzioni di questa città. Quello che dice e che scrive ha un peso e queste parole, in questo giorno, non sono gradevoli. La Memoria è un valore condiviso, ripeto, non negoziabile“.

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La risposta di Edoardo Casati dei Giovani Comunisti di Vigevano con l’intervista del PUNTO PAVESE

Da nipote di un Partigiano e da Comunista mi sono sentito “toccato” in prima persona da questo revisionismo storico galoppante.

Ho ritenuto necessario dire la mia.

Ringrazio Edoardo Varese, giornalista del Punto Pavese, per questa intervista.

Un post pubblicato sul proprio profilo Face-book, proprio nel Giorno della Memoria. Non uno volto a condannare le atrocità commesse dai nazifascisti, o comunque a ricordare le numerose vittime decedute per colpa dei peggiori criminali che la storia ricordi.
Bensì un ricordo personale, quello postato da Emma Stepan, consigliera comunale di Vigevano e capogruppo di FdI. Un ricordo del nonno, di un soldato austriaco della Wehrmacht, l’esercito tedesco che occupò il nostro Paese tra il 1943 ed il 1945.Un nonno che rischiò di essere fucilato dai partigiani.
“Sento la necessità di ricordare questo episodio – ha scritto Stepan – affinché qualcuno provi ad immedesimarsi in quel giovane soldato austriaco a cui per un attimo, l’ira funesta dei tanto amati briganti della Resistenza, stava per sottrarre la vita”.
Un post che ha suscitato inevitabilmente scalpore. “Un post semplicemente vergognoso – ha denunciato Edoardo Casati, membro della segreteria del circolo di Rifondazione Comunista di Vigevano – perché la consigliera ha omesso che suo nonno, ha fatto parte di un esercito che durante l’occupazione, si è macchiato di una serie interminabile
ed indescrivibile di rastrellamenti e di stragi contro la nostra popolazione. La sua voglia, di screditare l’importanza della Resistenza, va anche a contrastare i valori fondamentali della nostra Costituzione, antifascista per definizione. Da nipote di partigiano non posso che sentirmi colpito direttamente, e non posso che vedere calpestati i valori in cui credo. Posso dire sicuramente che la Resistenza ci lascia un’eredità enorme.
Un’eredità intrinseca nel termine stesso di partigiano, perché partigiano significa prendere una posizione. Antonio Gramsci sosteneva di essere partigiano, ovvero di odiare gli indifferenti.
Una presa di posizione condivisa anche da Sandro Pertini, che ci invitava sempre a prendere una posizione.
La lotta partigiana è stata anche una lotta contro l’indifferenza, quell’indifferenza che Liliana Segre ci spiega come consista in un vero e proprio germe spaventoso”.
Quella stessa indifferenza che ha permesso a fascisti e nazisti, di uccidere tante persone nei campi di sterminio. Occorre farsi carico di questa eredità, come se consistesse in uno zaino da portare sulle spalle. “Come Rifondazione Comunista – ha proseguito Edoardo Casati – ci ricordiamo che durante l’occupazione nazista sul nostro territorio, ci furono almeno 200 mila morti, tra soldati, partigiani e civili. Ci schiereremo con forza contro il negazionismo ed il re-
visionismo storico. Questo deve essere l’azione minima, che ogni persona dovrebbe compiere.
Il comportamento della consigliera è stato inaccettabile, dal momento in cui è una rappresentante delle istituzioni. Ricordo che stiamo parlando di storia, dell’eredità che i partigiani ci hanno lasciato. Definirli briganti, secondo me, significa schierarsi dalla parte di chi ha calpestato ed infangato il nostro Paese”, ha concluso Edoardo

Lo sterminio di Rom e Sinti

30 Gennaio 2022

Adriano Arlenghi

Elogio per Max

Un elogio grande se lo merita proprio tutto, questo ragazzo che da poco è diventato maggiorenne e che ora è presidente del circolo Anpi di Mortara. Un nuovo partigiano capace di parlare di giustizia e di libertà, recuperando e riprendendo i valori dei nostri padri, quelli che salirono in montagna per regalarci la costituzione più bella del mondo.

Bravo ed anche coraggioso Massimiliano Farrel, perché non è facile portare a Mortara oggi nel giorno della Memoria, un tema così difficile. Come questo  dello sterminio dei rom e dei sinti. Invitando due persone d’eccezione, quali Dijana Pavlovic  e Paolo Cagna Ninchi.

La sala rotonda della biblioteca è tutta piena e dieci ma  forse anche venti persone sono fuori sulla strada in coda. Senza la  possibilità di entrare a causa delle misure restrittive di questa odiosa pandemia.

Max ha introdotto con eleganza e con una calma invidiabile, un lungo ragionamento che parte certo dal genocidio dei rom e dei sinti nei campi di sterminio  tedeschi  ed italiani,  per arrivare poi ai tempi odierni e constatare i forti pregiudizi che continuano ad  incatenarli. Sostiene Dijana  che qualcuno ancora  dice che essi si distinguono dall’odore.

Due ore fitte fitte di racconti, di storie, e poi ancora un appassionato dibattito che ci spiega come spesso viviamo di pregiudizi. Dijana nell’incontro osserva che a questo pezzo di popolazione italiana, non viene ancora  riconosciuto il valore della loro partecipazione alla Resistenza e il tributo di sofferenza e di morte subito.

Parla del fatto che la sua gente è considerata oggi solo come portatrice di un problema di sicurezza. Da qui parte la richiesta di un riconoscimento della loro identità, certo anche tenendo conto di tutte le loro fragilità e contraddizioni,  ma anche della loro storia.

Rom e Sinti infatti non sono mai stati un popolo sedentario, ma nomade. Non si sono mai posti il problema di possedere un terreno, un  territorio, una casa,  non hanno mai fatto la guerra, non si sono  mai armati o creato alcun esercito.

Tanta tristezza e tanta emozione nelle parole di Dijana, soprattutto quando racconta la sua storia personale, la fatica dell’esistenza in una famiglia jugoslava poverissima, la contestazione studentesca dei fischietti a Belgrado contro Milosevic a cui aveva preso parte. E poi la voglia di non arrendersi, la laurea, la lista civica con Dario Fo, il suo lavoro attuale di attrice, gli inviti alle televisioni regionali, il desiderio di difendere la sua gente.

Paolo invece spiega un pezzo della storia, che io e molti altri come me, non conoscevamo così bene. Le teorie di Darwin e l’eugenetica  in cui si parlava di razza superiore e di razza Inferiore. La cultura pseudoscientifica che ha permeato tutto il mondo occidentale e che poi ha prodotto le leggi per il cosiddetto miglioramento della razza.

Gli zingari considerati come nemici e come piaga sociale. Giudicati prima ancora della guerra “di sangue estraneo alla specie umana”. Il manifesto della razza del ’38 in Italia, le 500 mila vittime Rom e Sinti in Europa durante la guerra, il fatto che nel giorno della memoria, si parla della Shoah che ricorda giustamente il genocidio degli ebrei  ma non quello delle altre minoranze. E ancora del processo di disumanizzazione che da allora è andato avanti per lungo tempo.

A introdurre e poi a chiudere questa pagina di storia e di racconti  commoventi  ci ha pensato Max. Max, che ha disegnato l’incontro  in maniera puntuale e precisa e con una invidiabile senso della storia e della giustizia. Sembra quasi incredibile che questo ragazzo sia stato  espresso dalla mia città, abituata a inventare nemici e a creare fratture.

Certo la questione dei Rom è un tema complesso e difficile. Tuttavia io sono convinto che se non teniamo conto delle speranze di ogni umano su questa terra, non costruiremo  mai una democrazia planetaria capace di pace. Capace di distribuire un po’ di felicità a tutti.

Dunque grazie Max, per avere portato questo incontro e  questi relatori d’eccezione nella mia città.

IL “CASO” DEL RITRATTO DEL CRIMINALE NAZISTA LEON DEGRELLE IN MUNICIPIO A FERRERA ERBOGNONE. PRESIDIO DI PROTESTA DI RIFONDAZIONE COMUNISTA, FED. DI PAVIA

30 Dicembre 2021

La Federazione Provinciale Pavese di Rifondazione Comunista era presente oggi con un presidio presso il Municipio di Ferrera Erbognone per ricordare che è reato la ricostituzione del disciolto partito fascista e tanto più se a farlo è un impiegato del Comune negli stessi uffici pubblici, infatti l’esposizione del ritratto di un criminale nazista accanto a quello del Presidente della Repubblica Mattarella è di per se un gesto indegno oltre che un reato perseguibile penalmente e Rifondazione Comunista farà del tutto affinché la giustizia segua il suo corso.

Basta con i fascisti

21 dicembre 2021

L’esibizione del ritratto del criminale nazista Leon Degrelle nel municipio di Ferrera Erbognone ad opera del segretario comunale Mariano Cingolani è un fatto gravissimo e costituisce un chiaro reato di apologia del nazismo.

Intanto ci chiediamo: il Sindaco di Ferrera Erbognone non ha mai visto questo ritratto?

La cosa ci sembra, ovviamente, del tutto impossibile.

Allora: o il Sindaco di Ferrera Erbognone è talmente ignorante che non si rende conto della gravità del fatto (ma Leon Degrelle è ritratto in divisa nazista, per cui non si può non accorgersene), oppure il Sindaco condivide questa squallida posizione.

Ma come: il Sindaco, secondo la legge, per entrare in carica, deve giurare sulla Costituzione Repubblicana e lascia che in un ufficio del municipio spicchi il ritratto di un criminale nazista?

Chiediamo le dimissioni sia del segretario comunale che del Sindaco di Ferrera Erbognone.

Proponiamo alle forze antifasciste di concordare l’organizzazione di un presidio davanti al municipio di Ferrera.

ORA E SEMPRE RESISTENZA.

Piero Rusconi
Segretario provinciale del Partito della Rifondazione Comunista
 Fed. di Pavia

Giuseppe Abbà
Consigliere comunale di Mortara del Partito della Rifondazione Comunista.

In Lomellina come in Puglia, nuove generazioni di antifascisti si fanno strada

Anpi Mortara

Tratto da: https://www.facebook.com/anpimortara

7 dicembre 2021

Due nuove cartoline racchiudono le impegnate esperienze delle sezioni Anpi “Fratelli Capettini” di Mortara, in provincia di Pavia, e “Maggiore Antonio Ayroldi” di Ostuni, nel Brindisino, accomunate dalla presenza di giovanissimi antifascisti tra i dirigenti.

Cara Anpi ti scrivo… «Nei locali della Camera del lavoro di Mortara si è riunito il Congresso della sezione Anpi “Fratelli Capettini”. Alla fine dei lavori congressuali, a cui ha partecipato anche il presidente provinciale Santino Marchiselli, si è proceduto alla votazione per l’elezione dei componenti del nuovo Comitato di sezione e del Collegio dei revisori dei conti.

Il presidente di sezione eletto è Massimiliano Farrell, di 19 anni, che raccoglierà i frutti dell’importante lavoro svolto negli ultimi anni dal presidente uscente Piero Rusconi.

Si tratta di un importante rinnovamento generazionale per la nostra associazione, e confidiamo negli anni di avere sempre più giovani tra i nostri iscritti».

Anpi Ostuni

«All’Anpi di Ostuni, con la riconfermata presidente Isabella Ayroldi, nipote del maggiore Antonio Ayroldi, martire delle Fosse Ardeatine, ci sono ora due vicepresidenti: Renato Greco e Francesco Sisto, studente diciottenne che si è subito dichiarato con entusiasmo “accanto alla presidente, per dare nuova linfa ai valori della libertà, della Resistenza, dell’antifascismo e della democrazia in un fecondo scambio generazionale che rende la memoria storica una memoria attiva, foriera di nuove conquiste civili e per la giustizia sociale”».

È sempre possibile inviare le testimonianze dai Congressi Anpi nei territori a redazione@patriaindipendente.it o in posta privata su Facebook e Instagram.

Sezione Anpi Mortara

Sezione Anpi Ostuni

ANTIFASCISTI SEMPRE

06/11/2021

Pavia democratica e antifascista venerdì 5 novembre ha manifestato contro la presenza di neofascisti in città.

Ogni anno ci troviamo a contrastare la loro presenza e ogni anno con una grande manifestazione li costringiamo a chiudersi in un angolo della città protetti dalle forze dell’ordine.

Un corteo partecipato e gioioso ha manifestato pacificamente contro la loro presenza, come PRC e giovani comunisti abbiamo contribuito alla riuscita dell’iniziativa.

Saremo sempre impegnati assieme a tutte le forze politiche e sociali amanti della democrazia, nella lotta a vecchi e nuovi fascismi.

ORA E SEMPRE RESISTENZA

Piero Rusconi

RIFONDAZIONE: CONTRO IL VECCHIO E NUOVO FASCISMO IL 05 NOVEMBRE TUTTE E TUTTI A PAVIA

I fatti di Roma, con l’assalto alla sede nazionale della CGIL, dimostrano ancora una volta come nel nostro paese esiste un pericolo fascista.

Non è un caso, che abbiano scelto la CGIL come obiettivo di quell’assalto squadrista, da sempre le lavoratrici, i lavoratori e loro organizzazioni sono il bersaglio preferito dei fascisti.

I fascisti sono sempre stati abili nello strumentalizzare il disagio sociale prodotto dalle classi dominati e dalle loro politiche neoliberiste.

Sono sempre stati bravi a trovare capri espiatori, ma mai hanno attaccato i veri responsabili del disagio sociale, i governi e le loro politiche economiche e sociali o politiche confindustriali.

Strumentalizzano la paura per il diverso, per lo straniero e persino la paura prodotta dal covid-19 e la pessima gestione della pandemia per creare consensi alle loro politiche.

Anche nella nostra città, sempre più si assiste ad iniziative di forze politiche che si richiamano apertamente all’esperienza storica del fascismo italiano.

Forze politiche apertamente razziste omofobe e violente che dietro il loro linguaggio “popolare” e “antisistema”, nascondono in realtà i principi ideali e le pratiche del vecchio fascismo.

Ancora oggi questi personaggi dietro il loro linguaggio demagogico (prima gli italiani) di fatto si scagliano contro chiunque lavori per difendere la democrazia e gli interessi delle classi popolari.

A Pavia abbiamo assistito negli ultimi anni ad un aumento del loro attivismo, ogni anno infatti il 5 di novembre sfilano con le loro lugubri bandiere per le vie della nostra città.

Anche quest’anno, il 5 novembre a partire dalle ore 20.30, come Rifondazione Comunista saremo in piazza insieme con tutte/i le/i antifasciste/i per contrastare la loro presenza.

Pavia 03/11/2021

Fabrizio BaggiSegretario regionale Lombardia

Piero RusconiSegretario provinciale Pavia

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea

Care e cari, come avete avuto modo di leggere nel comunicato stampa che abbiamo diffuso questa mattina venerdì 05 novembre a Pavia si terrà un’importante manifestazione antifascista alla quale come negli anni precedenti abbiamo aderito.
La manifestazione è stata autorizzata dalla questura e partirà dalla piazza del tribunale alle ore 20.30.
È importante la nostra presenza organizzata ed invitiamo quindi tutte le compagne e tutti i compagni dalle Federazioni a partecipare con bandiere e striscioni del Partito e delle/i Giovani Comuniste/i. 
Ci vediamo venerdì sera, dalle ore 19:45 in piazza del tribunale a Pavia.

Un caro saluto a tutte e tutti

Fabrizio Baggi, segretario regionale Partito della Rifondazione Comunista Lombardia 

Comunicato Anpi e Forum delle Associazioni Antifasciste e della Resistenza

“A Roma un assalto fascista alla democrazia. Solidarietà alla CGIL”
9 Ottobre 2021

Comunicato della Segreteria nazionale ANPI sui fatti di violenza accaduti a Roma sabato 9 ottobre nell’ambito della manifestazione no green pass

Un inaudito assalto fascista alla democrazia.

Questo sta accadendo a Roma. Nell’esprimere solidarietà alla CGIL, la cui sede nazionale è stata oggetto di aggressione e danni, ci appelliamo con forza al Ministro dell’Interno, al Governo affinché vengano immediatamente sciolte, senza se e senza ma, tutte le organizzazioni che si rifanno al fascismo che è, se ancora non fosse chiaro, un crimine!

La Segreteria Nazionale ANPI

“Piena solidarietà alla CGIL e il 16 ottobre tutti in piazza: Mai più fascismi!”
10 Ottobre 2021

Comunicato del Forum delle Associazioni antifasciste e della Resistenza

Il Forum delle Associazioni antifasciste e della Resistenza esprime piena e appassionata solidarietà alla CGIL per il vile assalto fascista di ieri alla sede nazionale. Quello che è successo è di una gravità inaudita e richiama esplicitamente gli attacchi squadristici al sindacato negli anni Venti. È giunto il momento di una netta e profonda assunzione di responsabilità da parte di tutte le autorità competenti: vengano immediatamente sciolte le organizzazioni neofasciste a partire da Forza Nuova. Non sono più tollerabili aggressioni e intimidazioni. Il fascismo ha distrutto l’Italia e non può avere cittadinanza nel Paese. Per questo invitiamo tutte le democratiche e i democratici, le antifasciste e gli antifascisti a partecipare alla grande manifestazione nazionale di sabato 16 ottobre indetta da CGIL, CISL, UIL: MAI PIU’ FASCISMI!

ANPI – Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
AICVAS – Associazione Italiani Combattenti Volontari Antifascisti di Spagna
ANED – Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti
ANEI – Associazione Nazionale Ex Internati
ANFIM – Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri
ANPC – Associazione Nazionale Partigiani Cristiani
ANPPIA – Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti
ANRP – Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia
FIAP – Federazione Italiana Associazioni Partigiane
FIVL – Federazione Italiana Volontari della Libertà

8 Settembre

Adriano Arlenghi

Oggi è l’8 settembre, un anniversario importante perché segna l’inizio della Resistenza In Italia.

Una data che molti tendono a dimenticare ma che è importante perché da lì è partita la costruzione di un Paese democratico.

Una data importante per chi conserva ancora i ricordi di quel periodo, pur non avendoli vissuti direttamente per motivi anagrafici.

E chi intervistare per contestualizzare quel periodo, se non Giuseppe Abbà, che la storia e le storie di quel tempo se le ricorda come se fossero di ieri? Anche perché Giuseppe non fa fatica a raccontare e così spesso accade che il tempo vola via in un attimo, carico di vicende ed accadimenti, che ti sembra quasi che siano avvenuti ieri.

In verità sono passati ben 78 anni e pure essi rimangono sempre importanti e fondamentali nella ricostruzione di come eravamo e di come siamo ora.

Dice dunque Giuseppe, che fu proprio l’otto di settembre la data in cui fu annunciato l’armistizio e l’esercito abbandonato vilmente dal re e dai gruppi dirigenti alla mercè dei nazisti. Allora i primi gruppi partigiani cominciarono a dare battaglia contro i nazi fascisti. Il 9 settembre a Porta San Paolo a Roma.

Poi i combattimenti proseguirono in molti altri luoghi. La vera e propria guerriglia partigiana, però iniziò un poco più tardi. Qui nella nostra pianura si formarono alcuni gruppi. In parte salirono in montagna ma altri agivano sul nostro territorio. Erano i cosiddetti gappisti, ovvero i gruppi di azione partigiana. Il compagno a cui tra l’altro abbiamo dedicato la sezione, Angelo Mascherpa, era un giovane di neanche vent’anni che aveva già partecipato insieme ai compagni di Vigevano a contrapporsi alla barbarie. Insieme a lui il mitico Giovanni Marcuzzi detto il Rosso.

Le sue prime azioni erano quelle di disarmo dei militi fascisti per procurarsi le armi per la resistenza. Una sera osò affrontare davanti alla stazione di Mortara il famoso Comandante, dico famoso ma vorrei dire famigerato, della polizia Militare tedesca di Mortara, che si chiamava Oscar.

Oscar fu nell’azione più svelto di lui e lo ferì gravemente alle gambe, fu catturato dai nazisti e portato in carcere. Abbandonato senza cure. Di conseguenza la gamba andò in cancrena e morì dopo un po’ di tempo. Questa è la storia di Angelo. Tra l’altro di questo Oscar, mi ha raccontato mio padre, che lui se la scampò e non cadde, nella resa del conti alla fine della guerra, il 25 aprile.

Catturato dai partigiani ci fu una specie di processo popolare. Dimostrò che in realtà non era organico al fascismo e che sapeva di un partigiano nascosto alla cascina Romentino che non aveva voluto catturare. In realtà fu a causa sua che Mascherpa morì.

Aldo invece era il fratello di Angelo e poi divenne attivista del Partito comunista, di Rifondazione, dell’Anpi, fino all’ultimo. Fu catturato dai fascisti e mandato in campo di concentramento. Arrivò a Bolzano, snodo importante di transito verso la Germania. Se fosse giunto ad un campo, difficilmente sarebbe tornato vivo. Invece in quel periodo la linea del Brennero fu bombardata e interrotta dagli Alleati e così non ci furono più trasferimenti di prigionieri ai tedeschi. Poi dopo la Liberazione, già ai primi di maggio, con una carovana della Croce Rossa Svizzera riuscì a tornare a Mortara. Pesava la metà in seguito alle sofferenze. Peraltro lui era un omone ma al ritorno pesava nemmeno quaranta chili.

Questa è la storia dei due fratelli Mascherpa, che voglio ricordare oggi, conclude Giuseppe Abbà, nell’anniversario dell’8 settembre. Con riconoscenza per quello che hanno fatto per tutti noi.

Nella foto Aldo Mascherpa nella veste di presidente Anpi 

Pagliarulo: “Salvini fa il furbo. Durigon cancella Falcone e Borsellino per il fascismo”

Fonte: https://www.anpi.it/articoli/2551/pagliarulo-salvini-fa-il-furbo-durigon-cancella-falcone-e-borsellino-per-il-fascismo

12 Agosto 2021

Dichiarazione del Presidente nazionale ANPI a seguito di quelle di Matteo Salvini nel programma “Zona Bianca” su Rete 4

Il Sen. Salvini fa il furbo. Afferma che il sindaco di Latina cambiò il nome del Parco “Arnaldo Mussolini” ma non dice che lo intitolò a Falcone e Borsellino.

Sostiene che Durigon si è limitato a invitare il sindaco a risolvere i problemi di qualità della vita a Latina negando l’evidenza: il sottosegretario al Mef ha chiesto di ri-dedicare il parco ad Arnaldo Mussolini.

Nega la presenza di simpatie fasciste nella Lega dimenticando i suoi selfie con i dirigenti di Casa Pound e la sua amicizia con Gianluca Savoini, da tanti definito un filo-nazista.

Isolato da tutti sul caso Durigon, persino dalla Meloni, si arrampica sugli specchi.

Basta mistificazioni e aberrazioni anti-storiche e anti-costituzionali.

Claudio Durigon è incompatibile col suo ruolo di Governo.

L’ANPI, sostenuta da una fitta indignazione popolare e parlamentare, continua a fare appello affinché venga rimosso.

Gianfranco Pagliarulo

Presidente nazionale ANPI

12 agosto 2021