Tag: Guerra

Chiunque può ritrovarsi rifugiato – rispetto e azioni umanitarie per tutte/i!

Pubblicato il 22 mar 2022

Olga Athaniti  e Stefano Galieni*

La guerra in Ucraina continua ancora- circa 3 milioni di persone (1,4 milioni di loro sono bambini) hanno attualmente lasciato la loro patria, mentre carovane di persone al confine con la Polonia e gli altri Stati vicini dell’Ucraina  crescono ogni giorno.

Ciò che sta realmente accadendo in Ucraina è un’invasione della Russia, in violazione di qualsiasi nozione di diritto internazionale, un intervento imperialista, come quelli effettuati dalla NATO o da altre grandi potenze negli ultimi anni in tutto il mondo, con conseguente perdita di vite umane, distruzione di interi paesi, creazione di enormi ondate di popolazioni di rifugiati.

Gli ucraini stanno vivendo oggi lo stesso amaro destino di milioni di altri, da così tanti anni, stanno lottando per salvare le loro vite e le vite dei loro figli.

La situazione che stiamo affrontando, non lascia spazio all’apatia: abbiamo bisogno, prima di tutto, di un forte movimento contro la guerra, ampio, dinamico e unito, per porre fine alla guerra. Un movimento per la pace simile a quelli degli anni Settanta, Ottanta e oltre, che avevano svolto un ruolo decisivo per giungere al cessate il fuoco. Dobbiamo anche fare uno sforzo congiunto per combattere le cause che portano alle guerre.

Il Partito della Sinistra Europea, in ogni Stato membro dell’UE, mobilita le sue forze, in collaborazione con le organizzazioni sociali e di base sul campo, in modo da ricevere, informare, trasportare, accogliere e rispondere ai bisogni fondamentali delle nuove ondate di rifugiati e per garantire l’inclusione dei bambini nell’istruzione.

Allo stesso tempo, esorta i governi degli Stati membri dell’UE a cancellare l’inaccettabile New pact on migration and asylum  e a riconoscere la necessità di creare corridoi legali e sicuri, nonché un serio piano di ricollocazione per tutti i rifugiati.

Il Partito della Sinistra Europea condanna in maniera netta il tentativo di discriminazione tra persone sradicate dagli orrori della guerra, le politiche di criminalizzazione del soccorso in mare, l’incapacità di affrontare decine di accuse rispetto alle deportazioni illegali di rifugiati, la chiusura delle frontiere tra gli Stati membri dell’UE, la militarizzazione dell’Europa contro tanti esseri umani disperati.

L’applicazione del diritto internazionale non può in nessun caso essere selettiva, né possono esserlo la sensibilità e l’umanità. La tragedia in corso del popolo ucraino lo rende chiaro: chiunque può ritrovarsi nelle condizioni di rifugiato quando i giochi e le scelte geopolitiche demoliscono ogni possibilità di coesistenza pacifica.

Chiediamo e abbiamo urgente bisogno di rispetto e di interventi umanitari per tutti coloro che ne hanno bisogno, per tutte le persone che rischiano la vita e che sono costrette a fuggire.

*Coordinatori del WG Migration, del Partito della Sinistra Europea

MANIFESTAZIONE A PAVIA, DOMENICA 20 MARZO, ORE 17, PIAZZA DELLA VITTORIA

14 marzo 2022

CONTRO LA GUERRA! Condanniamo l’invasione dell’Ucraina attuata dalla Russia di Putin.

Non crediamo ai “bombardamenti chirurgici” e alla finta retorica antifascista di un regime che perseguita i suoi stessi cittadini se osano opporsi alla guerra. Siamo solidali a chi in Russia scende in piazza e come noi protesta contro la guerra, sfidando la repressione.

CONTRO L’INTERVENTISMO OCCIDENTALE!

Le grandi potenze occidentali hanno seminato morte, sfruttamento e distruzione in tutto il mondo con le loro “guerre umanitarie” e con la loro ipocrisia. Si sono interessate all’Ucraina solo per i propri interessi e la abbandoneranno quando non servirà più, come hanno sempre fatto. Non ci facciamo arruolare nello scontro catastrofico tra l’espansionismo della NATO e la “sfera d’influenza” russa. Non accettiamo che in Italia e in Europa si tagli la spesa sociale per aumentare la spesa militare.

CONTRO L’ODIO NAZIONALISTA!

Ogni popolo ha diritto di esistere e di scegliere il suo futuro. Conosciamo la ferocia dei nazionalisti ucraini, che hanno ucciso nel Donbass il nostro concittadino Andy Rocchelli, e che senza farsi scrupoli hanno armato gruppi neonazisti come il famigerato battaglione Azov. Anche per questo non crediamo all’invio di armi allo Stato ucraino, usato dalla NATO per portare avanti una guerra per procura contro la Russia. Rifiutiamo la logica di punire indiscriminatamente il popolo russo e addirittura censurare la cultura russa per i crimini del suo governo.

FRONTIERE APERTE per tutti, per chiunque fugge dalla guerra, dalle persecuzioni e dalla povertà. Deve valere per i profughi ucraini, deve valere per i disertori da entrambi i lati del fronte, deve valere per chi è di qualsiasi altra nazionalità e provenienza. L’Europa deve accogliere, senza discriminarli e senza sfruttarli, i migranti che vengono da noi a cercare protezione, lavoro, un futuro per i loro bambini.

PRIME ADESIONI:


ANPI Pavia sez. Onorina Pesce Brambilla, Sinistra Classe Rivoluzione, Partito Comunista dei Lavoratori, Liberi Tutti, Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti, 6.000 Sardine, ARCI Pavia com. provinciale, ANPI Cologno Monzese 

Ci avete rotto!

11 marzo 2022

ADRIANO ARLENGHI

Come se non bastassero la crisi ecologica e quella climatica, prossima al punto di non ritorno, la crisi economica e sociale che ha aumentato drammaticamente le diseguaglianze fra le persone, la crisi sanitaria che ha stravolte per due anni e non è ancora finita le nostre vite e le relazioni sociali, è tornata oggi anche la guerra nel cuore dell’Europa, a due passi da casa, a scandire la nostra quotidianità.

Sulla crisi ecologica sono stato impressionato dalle immagini diffuse poco tempo fa di Ceresole Reale, dove un tempo c’era un enorme lago ed ora c’è il deserto. Non era mai successo.

La crisi economica ha il volto delle centinaia di pacchi che le associazioni mortaresi creano ogni mese, per una folla con Isee sempre più faticosi da reggere.

E per quanto riguarda la guerra, le immagini della televisione sono tremende, pornografiche, perché la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità, lo è per tutte le guerre che attraversano il pianeta che mai hanno prodotto né vincitori , ma solo vinti ed una enorme collettiva sofferenza.

Come varie associazioni, siamo stati nelle piazze della nostra città, dove in molti hanno acceso candele, elevato preghiere, esposto bandiere della pace. Ci siamo sentiti impotenti, animali rari, perché sappiamo che la guerra ci mette poco a generare simboli apparentemente vincenti, lavora per dividere e crea fratture dove ogni tentativo di dialogo faticano ad abitare, genera la sensazione che non ci possano esser altre strade possibili oltre all’esercizio primordiale e stupido della forza.

Soprattutto ci ha spaventato come i media e i cosiddetti grandi della terra, parlino con scioltezza e incuria della possibilità di usare le armi nucleari, di giungere ad una terza catastrofica guerra nucleare. Il terrore delle parole . Ci chiediamo chi mai ha dato loro il diritto anche solo di pensare che si possa sterminare l’umanità. Siamo alla follia. Io dichiaro che mai nessun politico o generale possa discettare di queste cose anche a mio nome.

Le parole che diciamo, che scriviamo, quelle che ci raccontiamo mentre facciamo collette e cerchiamo viveri e coperte da spedire a chi fugge piangendo dalla barbarie: basta bombardamenti, cessate il fuoco, pace subito, trattare, trattare e ancora trattare, fuori la guerra dalla storia, ne con Putin né con la Nato, svuotare gli arsenali e riempire i granai, vogliamo un Europa neutrale e senza atomiche e ancora diplomazia dal basso, ci sembrano parole che non creano storia, politica, che non hanno la forza per sopravvivere. Anche se le viviamo come le uniche praticabili.

Non ci stupiamo di questo, l’abbiamo già visto in altri teatri di guerra, teatri che abbiamo “visitato di persona”. L’orrenda favola della guerra continua ad esercitare un fascino sinistro. Le lacrime di chi fugge ci sembrano quelle che ci hanno fatto commuovere una volta, quelle di un’attrice famosa in un film in cui siamo comodamente seduti in prima fila. Lo strazio delle sirene che preannunciano incendi e bombe non si ode nelle notti piene di luna della nostra città.

Davanti alla stupidità del mondo, non arretriamo di un passo. Anzi in una manciata di amici di Mortara, pochi per ora, stiamo pensando di creare una consulta, associazione, comitato di pace, un gruppo di persone che vuole raccontare le verità scomode su ciò che c’è di lurido nella politica e nelle industrie che fabbricano armi, sperimentare lo studio di forme di difesa popolare nonviolenta.

In poche parole: non ci fidiamo più di chi ci governa. Per salvare l’umanità abbiamo bisogno di una società della cura che non hanno in mente.

Avremmo bisogno anche di poeti. Diceva Tiziano Terzani “Mi piaceva pensare che i problemi dell’umanità potessero essere risolti un giorno da una congiura di poeti: un piccolo gruppo si prepara a prendere le sorti del mondo perché solo dei poeti ormai, solo della gente che lascia il cuore volare, che lascia libera la propria fantasia senza la pesantezza del quotidiano, è capace di pensare diversamente. Ed è questo di cui avremmo bisogno oggi: pensare diversamente.”

Chi vuole far parte nel gruppo e lavorare con noi, ce lo scriva. Inizieremo con il porci una domanda difficile: come mai, in questi anni non siamo riusciti, purtroppo, ad appassionare i giovani alla Pace?

NO ALLA GUERRA MOBILITIAMOCI PER LA PACE

9 marzo 2022

Il Partito della Rifondazione Comunista condanna l’inaccettabile intervento militare russo contro l’Ucraina.

Eravamo contro la Nato quando bombardava Belgrado e la Serbia. Eravamo contro gli Stati Uniti e le altre potenze imperialiste quando hanno invaso e distrutto l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia. Prima ancora siamo stati contro gli interventi militari degli Stati Uniti in altri Paesi, dal Vietnam, a Panama, a Grenada, a San Domingo.

Siamo contro il blocco di Cuba da parte degli Stati Uniti.

Abbiamo condannato l’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele e gli attacchi militari di questo Paese contro la striscia di Gaza e la Siria .

NOI NON USIAMO DUE PESI, DUE MISURE. CONDANNIAMO IL RICORSO ALLA GUERRA SIA NEI CASI CITATI CHE NEL CASO DELL’ATTACCO RUSSO.

Nel medesimo tempo ricordiamo che la situazione attuale deriva dalla guerra iniziata 8 anni fa in Donbass con oltre 15.000 vittime. Ricordiamo la presenza nell’esercito ucraino del famigerato battaglione neonazista “Azov”. Non dimentichiamo i sindacalisti bruciati vivi ad Odessa dai fascisti (2014), la messa fuori legge e la persecuzione dei comunisti ucraini e neanche dimentichiamo il nostro giornalista Andrea Rocchelli ucciso da militari dell’esercito ucraino, mentre documentava  la guerra nel Donbass.

Siamo nettamente contrari alla decisione del governo italiano (PD in testa che si distingue per il suo furore bellicista ed atlantista) di inviare armi all’Ucraina.

IL FUOCO NON SI SPEGNE CON LA BENZINA.

Lottiamo per:

1) IL CESSATE  IL FUOCO IMMEDIATO.

2) COLLOQUI DI PACE CON L’APPLICAZIONE DEI DISATTESI ACCORDI DI MINSK

3) BLOCCARE L’ESPANSIONE DELLA NATO (con i suoi pericolosi armamenti, anche nucleari) AD EST.

L’Italia dovrebbe veramente applicare l’articolo 11 della propria Costituzione “l’Italia ripudia la guerra…”e adoperarsi per il dialogo e la pace.

NEL CONTEMPO L’ITALIA DOVREBBE ALLONTANARE DAL  PROPRIO TERRITORIO LE BASI MILITARI STRANIERE ZEPPE DI BOMBE ATOMICHE (Ghedi ed Aviano).

www.rifondazionevigevano.it   www.rifondazionepavia.it

RIFONDAZIONE COMUNISTA                                                 

                                 

Otto marzo

8 marzo 2022

Adriano Arlenghi

Per me oggi, l’otto marzo ha la faccia di Elena. Non delle mimose o delle frasi edulcolorate che girano in rete.

La notizia è di ieri. Elena Popova che fa parte del Movimento degli obiettori di coscienza russi è stata arrestata.

Elena Popova, mercoledì scorso aveva partecipato​ ad una diretta assieme a Yuriy Sheliazhenko, che fa parte del Movimento pacifista Ucraino. Intervenivano sulla situazione della guerra in Ucraina.

Lo comunica il Movimento Nonviolento, sezione italiana della War Resisters International, che con le sedi di Londra e Bruxelles sta tenendo i contatti diretti con i pacifisti russi e ucraini per il sostegno alla campagna di obiezione e diserzione dagli eserciti.

I pacifisti russi erano all’interno di una manifestazione contro la guerra, e stavano denunciando le brutalità della repressione della polizia. Con la nuova legge marziale, infatti, non c’è bisogno di una accusa specifica per fermare e portare in carcere le persone.

Elena Popova, con altri esponenti del suo movimento, aveva distribuito volantini “No alla guerra – Come non mandare tuo figlio in guerra.

La notizia, parla tra le righe, del coraggio di questa donna che dentro ad una situazione difficile e rischiosa, non arretra di un millimetro. Scende in piazza, per rivendicare le proprie convinzioni di pace. In un mondo che scivola velocemente verso la barbarie.

Perché lo sappiamo tutti, che l’assedio di Kiev sarà una carneficina e distruggerà una delle più belle città d’ Europa.

Dire no alla guerra, da una parte e dall’altra della barricata, non è facile in quel teatro di morte. Ma Elena non si tira indietro.

Idealmente rappresentando tutte le donne del mondo, che al posto della violenza che non riuscirà mai a generare un mondo più umano, sceglie di battersi per la società della cura. Cura di sé, degli altri, del pianeta.

8 MARZO SCIOPERO TRANSFEMMINISTA CONTRO LA GUERRA IN UCRAINA

8 marzo 2022

Rifondazione Comunista sostiene e invita tutte e tutti a partecipare alla giornata mondiale di sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo e alle manifestazioni che si terranno a Roma e altre 30 città italiane. E’ molto importante che Non una di meno abbia deciso di caratterizzare le manifestazioni con il no alla guerra in Ucraina, la solidarietà alle donne ucraine che lavorano in Italia e con l’opposizione sociale e femminista russa contro il regime di Putin. Condividiamo il no all’invio di armi e alle sanzioni da parte dell’Italia e degli altri paesi NATO. Parteciperemo allo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo con striscioni con il motto FUORI LA GUERRA DALLA STORIA che ha lasciato in eredità ai movimenti delle donne e per la pace la nostra compagna comunista, femminista, pacifista Lidia Menapace.
Fin dalle lontane origini socialiste e comuniste la giornata dell’8 marzo è stata caratterizzata dal no alla guerra e al militarismo.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

8 MARZO SCIOPERO CONTRO LA GUERRA, PER IL DISARMO!

8 MARZO 2022: LO SCIOPERO FEMMINISTA E TRANSFEMMINISTA È PER TUTTE E TUTT3sulla pagina facebook di Non una di meno tutte le manifestazioni https://www.facebook.com/nonunadimeno

GUERRA E PACE

3 marzo 2022

Tonino Linfanti

La NATO nasce il 4 aprile 1949, come deterrente ad un’eventualmente attacco dell’Unione Sovietica in Europa.

In risposta a questo il 14 maggio 1955 nasce il Patto di Varsavia.

Facciamo un salto temporale: 1989 crolla il muro di Berlino e l’URSS comincia a scricchiolare Gorbaciov, ultimo segretario del Cremlino, cerca di non fare crollare l’Unione sperando in una transizione pacifica in un sistema più democratico ma che mantenga le garanzie sociali presenti nel paese, una terza via tra capitalismo e comunismo.

Questo non può essere accettato dagli Stati Uniti che si attivano, attraverso Eltisin, affinché venga destituito Gorbaciov e al suo posto instaurano il fantoccio Boris Eltisin.

La conseguenza sarà la dissoluzione dell’Unione spesso anche in modo cruento e sanguinoso.

Si faranno avanti una serie di individui che approfitteranno della situazione, spesso in modo criminale, per crearsi potere economico e guidare l’assetto politico del paese per i propri interessi.

Tutti ricordiamo cosa accadde nella ex Jugoslavia dove la Nato intervenne in maniera massiccia su alcune città considerate nemiche  uccidendo spesso civili e usando proiettili ad uranio impoverito, tanto che le conseguenze letali le avranno anche I soldati italiani presenti sul campo.

L’occidente comunque accetterà di non allargare la NATO ai paesi dell’ ex Patto di Varsavia,  accordo disatteso se guardiamo una cartina di oggi rispetto agli anni della guerra fredda.

No si può giustificare un’invasione armata di un’altro stato sovrano ma non  possono nemmeno usare pesi diversi nella valutazione degli eventi.

Nel 2014 le mire indipendentiste del Dombas, a maggioranza russa, una regione al confine fra Ucraina e Russia viene repressa nel sangue dalle milizie dichiaratamente naziste ucraine facendo almeno 14.000 morti in questi 7 anni.

L’occidente ha usato, volontariamente, la strategia dello struzzo intervenendo con le solite blande iniziative senza cercare di pacificamente seriamente la situazione.

L’occidente ha servito su un piatto d’oro al fascista Putin la scusa per l’intervento militare.

Marc Innaro, il giornalista inviato del TG 1, ha fatto notare questi fatti ed è stato subito allontanato e accusato di essere filo Putin, insomma essendo fuori dal coro e non allineato è stato immediatamente crocefisso per lesa maestà dell’impero USA.

Qui in Italia come al solito i guerrafondai da bar fanno la voce grossa con il culo degli altri, con la povera gente ucraina.

Contro la guerra, sempre. Contro l’egemonia Usa e Nato. Per un mondo multipolare

2 Marzo 2022

di Giorgio Riolo

La guerra è un tragico catalizzatore. È la più grande politica di destra. Spegne il pensiero, la ragione, lo spirito critico. Alimenta istinti primordiali di sopraffazione, il tribalismo, lo sciovinismo. Arruola, inquadra, schiera, arma. “Noi” contro “loro”.

Dall’altra parte, induce donne e uomini di buona volontà a combattere con le armi spirituali della scelta etica, della cultura e della politica i soliti malvagi poteri che traggono profitto dalla guerra. Contro chi vuole sempre dominare, egemonizzare, contro i mercanti d’armi, il sempre attivo e feroce complesso militare-industriale.

Donne e uomini, la migliore umanità. La pace è sempre “pane, pace, lavoro”. È sempre a difesa dei deboli, di chi subisce morti, patimenti, distruzioni, stupri.

1. È in corso l’immane ipocrisia e la ributtante retorica dei sempiterni “valori occidentali”, della libertà e della democrazia, delle guerre umanitarie, della missione civilizzatrice dell’Europa, degli Usa e della Nato contro i barbari di sempre. Nell’Est e nel Sud del mondo. Prima contro i “comunisti” e poi semplicemente contro i “russi”.

La mente colonizzatrice agisce sempre, dalle Crociate alle nefandezze dell’olocausto IndoAfroAmericano, al colonialismo e all’imperialismo dell’epoca moderna.

I mass media si sono scatenati qui in Europa, in Occidente, con i giornalisti “democratici” in prima fila. A incitare, a disinformare, a reclutare. Un’impressionante manipolazione è dispiegata. L’impero del bene contro l’impero del male. Il baraccone massmediatico costituisce un braccio armato indispensabile.

Il barbaro, folle, ultracorrotto, despota, Hitler contemporaneo, Putin è il bersaglio. È la Russia che minaccia l’Occidente e non il contrario. La Nato essendo un pacifico consorzio di pacifici signori i quali, per esempio, ogni anno tengono manovre chiamate “Defender Europe”. Nell’ultima, maggio 2021, per due mesi, attorno alla Russia, 28.000 soldati e migliaia di mezzi, blindati, aerei, navi. La motivazione delle manovre  “contro una possibile aggressione in Europa da parte della Russia”.

2. Un poco di storia come retroterra. La Nato e l’atlantismo non hanno alcuna ragione d’essere. Allora. Ancor più dopo la fine dell’Urss e del cosiddetto socialismo reale nel 1991. È organismo sovranazionale di offesa. Contro l’Est, allora e oggi, e contro il Sud del mondo oggi. A guida e controllo totale Usa. Ed è lo strumento degli Usa per tenere l’Europa sotto scacco e ben schierata dietro di essa.

Con la fine dell’Urss, gli Usa e l’Occidente hanno voluto stravincere. Con lo smembramento dell’Unione Sovietica e con l’incitamento nazionalistico (come avverrà poi in Jugoslavia). Con il corrotto Boris Eltsin, a loro asservito, e con le bande oligarchico-mafiose imperversanti nei tragici dieci anni 1991-2000. A causa del capitalismo selvaggio e della rovina di molta parte della popolazione russa. Umiliando letteralmente quella parte del mondo. Ha detto recentemente l’ammiraglio tedesco Kay-Achim Schönbach “Putin e la Russia chiedono rispetto”. Semplice. Lo stesso ammiraglio subito fatto dimettere.

Il nostro Draghi, l’Unione Europea e il baraccone massmediatico all’unisono “la prima guerra in Europa dopo la seconda guerra mondiale”. Totalmente falso.

Nel 1999 la Nato a guida Usa, compresa l’Italia dell’allora governo D’Alema, aggredirono la Jugoslavia di Milosevič, ormai ridotta alla sola Serbia. La giustificazione fu la “guerra umanitaria” contro i serbi a difesa del Kosovo. 78 giorni di bombardamenti con 1.100 aerei, Usa e italiani in primo luogo. Bombardata Belgrado e nessuna immagine della popolazione terrorizzata nelle cantine. Come si fa oggi abbondantemente con gli ucraini. Ma i serbi erano “cattivi”, gli ucraini sono “europei” e buoni.

Nel tempo, la Nato si è allargata ai paesi ex Patto di Varsavia. Accerchiamento della Russia e grandi commesse militari da parte di questi paesi a vantaggio Usa. Mancava l’Ucraina.

Nel 2014 si inscena l’ennesimo “colpo di stato democratico” contro il presidente democraticamente eletto Janukovyč in Piazza Majdan a Kiev. Filorusso e quindi da eliminare. Con regia della Cia e con protagonisti i nazisti di Settore Destro e di Svoboda (dal nome di Stepan Svoboda, capo dei feroci collaborazionisti ucraini dei nazisti tedeschi nel 1941. Ogni anno nella innocente Ucraina si tengono sfilate per onorarlo).

Henry Kissinger dall’alto del suo sinistro realismo politico, in un articolo dello stesso 2014, metteva in guardia dal non portare la Nato sotto casa della Russia e di lasciare l’Ucraina come stato cuscinetto. Nel Donbass, la popolazione russofona nello stesso 2014 si ribella. La guerra nel Donbass ha fatto 14/15.000 morti e con protagonisti i nazisti del Battaglione Azov inquadrati nella Guardia Nazionale ucraina. Costoro hanno ammazzato vecchi inermi e hanno compiuto la strage di Odessa, dando fuoco alla sede del sindacato nella quale erano rinchiuse senza scampo 41 persone.

3. Putin e la Russia agiscono da puro realismo politico. Da stato-nazione e da richiamo nazionale e nazionalistico del ruolo storico svolto nel passato, dall’impero zarista e dalla potenza dell’Urss, o da svolgersi oggi e domani. Molto revanscismo dell’umiliazione subita. Nessuna giustificazione della guerra. Ma almeno la comprensione dei processi storici che determinano questi esiti nefasti.

4. Occidente contro Oriente e contro Sud. Prima la Russia, poi verrà la Cina. Armi all’Ucraina. La Germania si riarma, l’Italia sempre obbediente manda armi.

Non arruoliamoci e adoperiamoci per un mondo multipolare antiegemonico. Dove ogni popolo e ogni stato-nazione possano contare.

Milano, 1 marzo 2022

LA COSTITUZIONE ITALIANA: Articolo 11, l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali

Tonino Linfanti

1 Marzo 2022

Articolo 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Poiché l’Italia non ha subito nessun attacco da dove nasce il prurito dei nostri politici rispetto ad un Intervento nello scontro fra Russia ed Ucraina?

Poiché è chiara la sudditanza dell’Italia agli Stati Uniti ed alla Nato va da sé che tutti si mettono sull’attenti pronti ad eseguire gli ordini del capo.

Diciamolo chiaramente Putin è un dittatore ma è anche chiaro che la Nato ha disatteso tutti gli accordi del post crollo sovietico in cui si dichiarava che non ci sarebbe stato un’allargamento della stessa verso oriente.

Se il Messico in preda ad un delirio facesse un patto con la Russia e questi istallasse dei missili in territorio messicano quale sarebbe la risposta degli USA?

La realtà è che le cause non sono unilaterali ma le ragioni sono da ricercare nel passato, e nella pretesa occidentale di volere essere egemonici su questo pianeta.