Tag: Pace

Giulietto Chiesa, giornalista, saggista e profondo conoscitore della Russia. Video del 2015.

15 marzo 2022

L’attuale guerra in Ucraina ha cause che risalgono indietro nel tempo. Per questo proponiamo questo video di Giulietto Chiesa che era un profondo conoscitore dell’Unione sovietica e degli Stati alleati della Nato.

E’ un’analisi molto simile a quella dell’articolo della rivista marxista americana “Monthly Review” tradotto dal nostro segretario nazionale Acerbo e pubblicata sul sito nazionale del Partito della Rifondazione Comunista.

Nel contempo ribadiamo la nostra posizione: siamo contro l’intervento militare russo che, oltre ai gravi costi umani, offre il fianco al furore bellicista dell’Occidente (che non aspettava altro).

Siamo contrari ai colossali progetti di riarmo che saranno pagati dai ceti popolari in termini di ulteriori tagli alla sanità, alla scuola, ai servizi pubblici.

Siamo contro l’invio di armi all’Ucraina. Siamo per il cessate il fuoco e per negoziati che possano ripristinare gli accordi di Minsk.

Siamo per allontanare le basi militari straniere dal nostro territorio e per realizzare la parola d’ordine “FUORI L’ITALIA DALLA NATO, FUORI LA NATO DALL’ITALIA”.

Partito della Rifondazione Comunista, Fed. di Pavia

Giulietto Chiesa spiega cosa sarebbe successo fra UCRAINA (Nato) e RUSSIA con 7anni di anticipo, 2015

Rifondazione: gravissima circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito. Ci prepariamo a combattere

Pubblicato il 15 mar 2022

Gravissima la circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito datata 9 marzo. Il nostro esercito si prepara a combattere. E’ la dimostrazione lampante che il nostro Paese è già parte co-belligerante nel conflitto in corso. Cittadini/e sono tenuti all’oscuro di come il governo ci stia sciaguratamente trascinando in una guerra i cui sviluppi, se si continua su questa strada, saranno devastanti. Chi ha prestato servizio nelle forze armate negli ultimi trent’anni non ha mai visto una circolare dello stato maggiore dell’Esercito di questo tenore. A questa sciagurata mobilitazione di truppe si aggiunga che ancora non è dato sapere che tipo di armamento stiamo inviando in Ucraina. Il governo chiarisca immediatamente al Paese.

Bisogna fermare questa spirale di guerra.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Gregorio Piccin, responsabile pace del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

la circolare è in allegato.

MANIFESTAZIONE A PAVIA, DOMENICA 20 MARZO, ORE 17, PIAZZA DELLA VITTORIA

14 marzo 2022

CONTRO LA GUERRA! Condanniamo l’invasione dell’Ucraina attuata dalla Russia di Putin.

Non crediamo ai “bombardamenti chirurgici” e alla finta retorica antifascista di un regime che perseguita i suoi stessi cittadini se osano opporsi alla guerra. Siamo solidali a chi in Russia scende in piazza e come noi protesta contro la guerra, sfidando la repressione.

CONTRO L’INTERVENTISMO OCCIDENTALE!

Le grandi potenze occidentali hanno seminato morte, sfruttamento e distruzione in tutto il mondo con le loro “guerre umanitarie” e con la loro ipocrisia. Si sono interessate all’Ucraina solo per i propri interessi e la abbandoneranno quando non servirà più, come hanno sempre fatto. Non ci facciamo arruolare nello scontro catastrofico tra l’espansionismo della NATO e la “sfera d’influenza” russa. Non accettiamo che in Italia e in Europa si tagli la spesa sociale per aumentare la spesa militare.

CONTRO L’ODIO NAZIONALISTA!

Ogni popolo ha diritto di esistere e di scegliere il suo futuro. Conosciamo la ferocia dei nazionalisti ucraini, che hanno ucciso nel Donbass il nostro concittadino Andy Rocchelli, e che senza farsi scrupoli hanno armato gruppi neonazisti come il famigerato battaglione Azov. Anche per questo non crediamo all’invio di armi allo Stato ucraino, usato dalla NATO per portare avanti una guerra per procura contro la Russia. Rifiutiamo la logica di punire indiscriminatamente il popolo russo e addirittura censurare la cultura russa per i crimini del suo governo.

FRONTIERE APERTE per tutti, per chiunque fugge dalla guerra, dalle persecuzioni e dalla povertà. Deve valere per i profughi ucraini, deve valere per i disertori da entrambi i lati del fronte, deve valere per chi è di qualsiasi altra nazionalità e provenienza. L’Europa deve accogliere, senza discriminarli e senza sfruttarli, i migranti che vengono da noi a cercare protezione, lavoro, un futuro per i loro bambini.

PRIME ADESIONI:


ANPI Pavia sez. Onorina Pesce Brambilla, Sinistra Classe Rivoluzione, Partito Comunista dei Lavoratori, Liberi Tutti, Rifondazione Comunista, Giovani Comunisti, 6.000 Sardine, ARCI Pavia com. provinciale, ANPI Cologno Monzese 

Ci avete rotto!

11 marzo 2022

ADRIANO ARLENGHI

Come se non bastassero la crisi ecologica e quella climatica, prossima al punto di non ritorno, la crisi economica e sociale che ha aumentato drammaticamente le diseguaglianze fra le persone, la crisi sanitaria che ha stravolte per due anni e non è ancora finita le nostre vite e le relazioni sociali, è tornata oggi anche la guerra nel cuore dell’Europa, a due passi da casa, a scandire la nostra quotidianità.

Sulla crisi ecologica sono stato impressionato dalle immagini diffuse poco tempo fa di Ceresole Reale, dove un tempo c’era un enorme lago ed ora c’è il deserto. Non era mai successo.

La crisi economica ha il volto delle centinaia di pacchi che le associazioni mortaresi creano ogni mese, per una folla con Isee sempre più faticosi da reggere.

E per quanto riguarda la guerra, le immagini della televisione sono tremende, pornografiche, perché la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità, lo è per tutte le guerre che attraversano il pianeta che mai hanno prodotto né vincitori , ma solo vinti ed una enorme collettiva sofferenza.

Come varie associazioni, siamo stati nelle piazze della nostra città, dove in molti hanno acceso candele, elevato preghiere, esposto bandiere della pace. Ci siamo sentiti impotenti, animali rari, perché sappiamo che la guerra ci mette poco a generare simboli apparentemente vincenti, lavora per dividere e crea fratture dove ogni tentativo di dialogo faticano ad abitare, genera la sensazione che non ci possano esser altre strade possibili oltre all’esercizio primordiale e stupido della forza.

Soprattutto ci ha spaventato come i media e i cosiddetti grandi della terra, parlino con scioltezza e incuria della possibilità di usare le armi nucleari, di giungere ad una terza catastrofica guerra nucleare. Il terrore delle parole . Ci chiediamo chi mai ha dato loro il diritto anche solo di pensare che si possa sterminare l’umanità. Siamo alla follia. Io dichiaro che mai nessun politico o generale possa discettare di queste cose anche a mio nome.

Le parole che diciamo, che scriviamo, quelle che ci raccontiamo mentre facciamo collette e cerchiamo viveri e coperte da spedire a chi fugge piangendo dalla barbarie: basta bombardamenti, cessate il fuoco, pace subito, trattare, trattare e ancora trattare, fuori la guerra dalla storia, ne con Putin né con la Nato, svuotare gli arsenali e riempire i granai, vogliamo un Europa neutrale e senza atomiche e ancora diplomazia dal basso, ci sembrano parole che non creano storia, politica, che non hanno la forza per sopravvivere. Anche se le viviamo come le uniche praticabili.

Non ci stupiamo di questo, l’abbiamo già visto in altri teatri di guerra, teatri che abbiamo “visitato di persona”. L’orrenda favola della guerra continua ad esercitare un fascino sinistro. Le lacrime di chi fugge ci sembrano quelle che ci hanno fatto commuovere una volta, quelle di un’attrice famosa in un film in cui siamo comodamente seduti in prima fila. Lo strazio delle sirene che preannunciano incendi e bombe non si ode nelle notti piene di luna della nostra città.

Davanti alla stupidità del mondo, non arretriamo di un passo. Anzi in una manciata di amici di Mortara, pochi per ora, stiamo pensando di creare una consulta, associazione, comitato di pace, un gruppo di persone che vuole raccontare le verità scomode su ciò che c’è di lurido nella politica e nelle industrie che fabbricano armi, sperimentare lo studio di forme di difesa popolare nonviolenta.

In poche parole: non ci fidiamo più di chi ci governa. Per salvare l’umanità abbiamo bisogno di una società della cura che non hanno in mente.

Avremmo bisogno anche di poeti. Diceva Tiziano Terzani “Mi piaceva pensare che i problemi dell’umanità potessero essere risolti un giorno da una congiura di poeti: un piccolo gruppo si prepara a prendere le sorti del mondo perché solo dei poeti ormai, solo della gente che lascia il cuore volare, che lascia libera la propria fantasia senza la pesantezza del quotidiano, è capace di pensare diversamente. Ed è questo di cui avremmo bisogno oggi: pensare diversamente.”

Chi vuole far parte nel gruppo e lavorare con noi, ce lo scriva. Inizieremo con il porci una domanda difficile: come mai, in questi anni non siamo riusciti, purtroppo, ad appassionare i giovani alla Pace?

NO ALLA GUERRA MOBILITIAMOCI PER LA PACE

9 marzo 2022

Il Partito della Rifondazione Comunista condanna l’inaccettabile intervento militare russo contro l’Ucraina.

Eravamo contro la Nato quando bombardava Belgrado e la Serbia. Eravamo contro gli Stati Uniti e le altre potenze imperialiste quando hanno invaso e distrutto l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia. Prima ancora siamo stati contro gli interventi militari degli Stati Uniti in altri Paesi, dal Vietnam, a Panama, a Grenada, a San Domingo.

Siamo contro il blocco di Cuba da parte degli Stati Uniti.

Abbiamo condannato l’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele e gli attacchi militari di questo Paese contro la striscia di Gaza e la Siria .

NOI NON USIAMO DUE PESI, DUE MISURE. CONDANNIAMO IL RICORSO ALLA GUERRA SIA NEI CASI CITATI CHE NEL CASO DELL’ATTACCO RUSSO.

Nel medesimo tempo ricordiamo che la situazione attuale deriva dalla guerra iniziata 8 anni fa in Donbass con oltre 15.000 vittime. Ricordiamo la presenza nell’esercito ucraino del famigerato battaglione neonazista “Azov”. Non dimentichiamo i sindacalisti bruciati vivi ad Odessa dai fascisti (2014), la messa fuori legge e la persecuzione dei comunisti ucraini e neanche dimentichiamo il nostro giornalista Andrea Rocchelli ucciso da militari dell’esercito ucraino, mentre documentava  la guerra nel Donbass.

Siamo nettamente contrari alla decisione del governo italiano (PD in testa che si distingue per il suo furore bellicista ed atlantista) di inviare armi all’Ucraina.

IL FUOCO NON SI SPEGNE CON LA BENZINA.

Lottiamo per:

1) IL CESSATE  IL FUOCO IMMEDIATO.

2) COLLOQUI DI PACE CON L’APPLICAZIONE DEI DISATTESI ACCORDI DI MINSK

3) BLOCCARE L’ESPANSIONE DELLA NATO (con i suoi pericolosi armamenti, anche nucleari) AD EST.

L’Italia dovrebbe veramente applicare l’articolo 11 della propria Costituzione “l’Italia ripudia la guerra…”e adoperarsi per il dialogo e la pace.

NEL CONTEMPO L’ITALIA DOVREBBE ALLONTANARE DAL  PROPRIO TERRITORIO LE BASI MILITARI STRANIERE ZEPPE DI BOMBE ATOMICHE (Ghedi ed Aviano).

www.rifondazionevigevano.it   www.rifondazionepavia.it

RIFONDAZIONE COMUNISTA                                                 

                                 

Roma: la manifestazione per la pace, bella e determinata

6 marzo 2022

Eleonora Forenza

Nonostante le preoccupanti pressioni che hanno portato a una versione edulcorata della piattaforma di convocazione iniziale, la manifestazione per la #pace di oggi – grande, bella, determinata – ha scandito parole chiare e nette.

Contro il neozarista Putin Contro l’invio di armi da Italia e Ue.

Contro la Nato e per il disarmo.

Per il rispetto dell’art. 11 della Costituzione.

Queste le parole d’ordine che ho sentito nel corteo e negli interventi (non li ho sentiti tutti, il nostro spezzone è arrivato in piazza a comizio iniziato perché il corteo era lungo).

Ho visto tante bandiere della pace e non bandiere nazionali.

Spero che la manifestazione di oggi non venga censurata. Ma ho appena acceso la Tv e letto che la Rai ha sospeso tutti i servizi degli inviati dalla Russia…

GUERRA E PACE

3 marzo 2022

Tonino Linfanti

La NATO nasce il 4 aprile 1949, come deterrente ad un’eventualmente attacco dell’Unione Sovietica in Europa.

In risposta a questo il 14 maggio 1955 nasce il Patto di Varsavia.

Facciamo un salto temporale: 1989 crolla il muro di Berlino e l’URSS comincia a scricchiolare Gorbaciov, ultimo segretario del Cremlino, cerca di non fare crollare l’Unione sperando in una transizione pacifica in un sistema più democratico ma che mantenga le garanzie sociali presenti nel paese, una terza via tra capitalismo e comunismo.

Questo non può essere accettato dagli Stati Uniti che si attivano, attraverso Eltisin, affinché venga destituito Gorbaciov e al suo posto instaurano il fantoccio Boris Eltisin.

La conseguenza sarà la dissoluzione dell’Unione spesso anche in modo cruento e sanguinoso.

Si faranno avanti una serie di individui che approfitteranno della situazione, spesso in modo criminale, per crearsi potere economico e guidare l’assetto politico del paese per i propri interessi.

Tutti ricordiamo cosa accadde nella ex Jugoslavia dove la Nato intervenne in maniera massiccia su alcune città considerate nemiche  uccidendo spesso civili e usando proiettili ad uranio impoverito, tanto che le conseguenze letali le avranno anche I soldati italiani presenti sul campo.

L’occidente comunque accetterà di non allargare la NATO ai paesi dell’ ex Patto di Varsavia,  accordo disatteso se guardiamo una cartina di oggi rispetto agli anni della guerra fredda.

No si può giustificare un’invasione armata di un’altro stato sovrano ma non  possono nemmeno usare pesi diversi nella valutazione degli eventi.

Nel 2014 le mire indipendentiste del Dombas, a maggioranza russa, una regione al confine fra Ucraina e Russia viene repressa nel sangue dalle milizie dichiaratamente naziste ucraine facendo almeno 14.000 morti in questi 7 anni.

L’occidente ha usato, volontariamente, la strategia dello struzzo intervenendo con le solite blande iniziative senza cercare di pacificamente seriamente la situazione.

L’occidente ha servito su un piatto d’oro al fascista Putin la scusa per l’intervento militare.

Marc Innaro, il giornalista inviato del TG 1, ha fatto notare questi fatti ed è stato subito allontanato e accusato di essere filo Putin, insomma essendo fuori dal coro e non allineato è stato immediatamente crocefisso per lesa maestà dell’impero USA.

Qui in Italia come al solito i guerrafondai da bar fanno la voce grossa con il culo degli altri, con la povera gente ucraina.

FUORI LA GUERRA DALLA STORIA. CONTRO PUTIN E LA NATO. CHI INVIA ARMI ALIMENTA IL CONFLITTO

3 marzo 2022

Documento approvato all’unanimità dalla Direzione nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. Sabato 5 marzo tutte/i a Roma contro la guerra. 

Condanniamo l’invasione russa dell’Ucraina. La decisione della Russia di abbandonare la diplomazia e invadere l’Ucraina non può essere giustificata ed è contraria al diritto internazionale e ai principi della Carta delle Nazioni Unite. La guerra non risolve i problemi, produce solo lacrime, morti, deserti di umanità e bacini di permanente rancore e odio tra i popoli. Deve essere fatto di tutto per arrivare ad un immediato cessate il fuoco. Vanno riaperti i canali diplomatici e non alimentato il fuoco con nuove armi, con il rischio di allargare il conflitto e di una guerra nucleare.

Siamo contro la guerra, senza se e senza ma. Lo eravamo quando la Nato bombardava la Serbia per imporre l’indipendenza del Kossovo e lo siamo oggi che la Russia invade l’Ucraina in nome dei diritti delle popolazioni del Donbass. Le analogie nella violazione del diritto internazionale sono fortissime.

Condanniamo l’espansionismo della NATO che ha deliberatamente prodotto una escalation irresponsabile. Siamo di fronte a uno scontro tra potenze capitalistiche che rischia di condurci alla terza guerra mondiale. Se oggi a morire sono gli ucraini e i russi, l’enorme costo economico e sociale lo pagheranno anche tutti i popoli europei mentre le industrie belliche accumulano profitti e il più costoso gas liquido statunitense si prepara a sostituire quello russo.

Più si inasprisce il conflitto e più ne saranno principali vittime i civili, che cadranno a causa dei bombardamenti, e le tante/i costrette all’esodo da profughi. Oggi, con chi fugge dall’Ucraina, l’Europa mostra un volto solidale. C’è da temere che a breve la loro vita subisca un destino simile a quella di coloro che fuggono da Bielorussia, Paesi Balcanici, Siria, Afghanistan, Iraq e Mediterraneo Centrale. Emerge in questi giorni un suprematismo bianco eurocentrico e razzista che considera “veri profughi” solo chi è vicino per cultura, religione, colore della pelle ed è vittima delle guerre degli altri.

Un’incessante martellamento mediatico cerca di strumentalizzare i sentimenti di solidarietà e umanità per trasformarli in consenso per le scelte di guerra dei governi. E questo accade in Russia come nei paesi occidentali. Si assiste alla criminalizzazione di coloro che tentano di dare una informazione più articolata del conflitto. Esprimiamo una forte preoccupazione per il clima di caccia alle streghe che si respira in tutta Europa ed anche in Italia nei confronti delle voci critiche e indipendenti nell’informazione e gli attacchi che hanno colpito persino l’ANPI. Respingiamo le accuse di essere a favore di Putin rivolte a chi come noi cerca di fermare la spirale della guerra e
critica chi la alimenta. Rifiutiamo l’indecente ondata di russofobia e ostracismo contro la cultura russa che non favorisce il dialogo tra i popoli e offende innanzitutto chi in quel paese sta esprimendo il proprio dissenso nei confronti della guerra.

Non ci arruoliamo e non mettiamo l’elmetto in testa. Restiamo umani. Rifiutiamo la propaganda di guerra con cui – per l’ennesima volta dopo Iraq, Jugoslavia, Afghanistan, Libia, Siria – si sta manipolando l’opinione pubblica e si sta alimentando l’isteria bellicista.

Rivendichiamo gli ideali dell’internazionalismo socialista e comunista che – con i principi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza – continuano a essere la nostra bussola in un mondo che il capitalismo precipita di nuovo nella guerra.

Non c’è da contrastare solo l’inammissibile aggressione militare decisa da Putin.

Di fatto la NATO sta portando avanti una guerra per procura contro la Russia strumentalizzando il popolo ucraino che viene armato per far impantanare Putin in un nuovo Afghanistan nel cuore dell’Europa.

Dopo aver gettato benzina sul fuoco della crisi ucraina per anni, ora la NATO coglie l’occasione per un enorme rilancio del riarmo assolutamente immotivato visto che il bilancio militare russo è già clamorosamente inferiore a quello dei paesi NATO che spendono 18 volte più della Russia per la “difesa”. Questo riarmo sottrae risorse che potrebbero essere indirizzate alla sanità, alla scuola, alla cultura, alla solidarietà, ai trasporti, alla riconversione ecologica, al lavoro, all’accoglienza.

GOVERNO E PD CONTRO LA COSTITUZIONE

Chi vuole la pace non può non denunciare le iniziative assunte dall’Unione Europea e anche dal governo italiano.

L’UE e l’Italia hanno scelto di accodarsi agli USA e alla NATO invece di svolgere un ruolo di pace e mediazione. Per la prima volta l’Unione Europea ha deciso di utilizzare i propri fondi per spese militari.

Condanniamo la decisione del governo Draghi e del parlamento italiano di inviare armi letali e associarsi a “sanzioni” illegittime che non faranno che inasprire il conflitto e aumentare il numero di vittime. 

Siamo di fronte alla palese violazione del ripudio della guerra sancito dall’articolo 11 della Costituzione e anche del diritto internazionale. Il governo e il parlamento hanno di fatto deciso di entrare in guerra con la Russia. 

Il PD si è posto alla testa del partito trasversale della guerra, dell’arco anticostituzionale che vede la convergenza di centrodestra e centrosinistra nel voto per il coinvolgimento diretto del nostro Paese nel conflitto.

Bisogna immediatamente fermare le armi e riprendere la strada della diplomazia e del diritto internazionale ma USA, NATO e UE continuano a delegittimare il ruolo dell’ONU e dell’OSCE.
L’unica via per la pace è quella del disarmo, del rispetto degli accordi di Minsk con il riconoscimento dell’autonomia delle regioni russofone e un’Ucraina neutrale in una regione demilitarizzata.

Purtroppo dopo il 1991 l’Unione Europea, invece che dichiarare conclusa l’esperienza dei blocchi militari e proporre una nuova democrazia multipolare, ha continuato a condividere l’esistenza della NATO in nome dell’Atlantismo, di cui proprio l’Europa è la prima vittima.

Gli USA hanno boicottato la normalizzazione delle relazioni fra Ue e Russia usando la NATO per fomentare tensioni e divisioni in Europa.

Non può essere taciuta la continua violazione da parte del governo di Kiev degli accordi di Minsk, la persecuzione nei confronti delle popolazioni di lingua russa, la glorificazione di criminali di guerra collaborazionisti dell’occupazione nazista e il suo sciovinismo nazionalista. Queste circostanze rendono grottesco assimilare il nazionalismo ucraino ai combattenti della Guerra di Spagna e della Resistenza o fare paragoni con la Primavera di Praga.
Per otto anni la guerra dell’Ucraina contro le repubbliche di Donetsk e Lugansk e il ruolo delle milizie neonaziste sono stati ignorati dai media occidentali, ma quel conflitto ha causato più di 14.000 vittime.

La NATO si è confermata un fattore di destabilizzazione nel nostro continente, così come in Medio Oriente ed in altre zone del pianeta.
Bisogna liberare l’Europa e l’Italia dalla sudditanza all’atlantismo e alla NATO.

Questa è anche una guerra contro gli interessi dei popoli europei alla cooperazione con la Russia e produce un ricompattamento del blocco occidentale in vista di un possibile ulteriore conflitto con la Cina.

Non basta condannare Putin se non si mette in discussione la pretesa occidentale – e in particolare degli Stati Uniti – di continuare a imporre un ruolo di governo e dominio unipolare che conduce allo scontro e alla guerra con altri blocchi geopolitici.

Solo la mobilitazione dei popoli europei può costringere i governi a scegliere la via della pace e del disarmo.

Siamo al fianco delle voci che in Ucraina e in Russia chiedono di fermare la guerra.

Siamo impegnate/i nella costruzione di un grande movimento per la pace e la cessazione del conflitto.

Partecipiamo e invitiamo a partecipare sabato 5 marzo alla manifestazione nazionale a Roma contro la guerra e domenica 6 marzo davanti all’aeroporto militare di Ghedi.

Parteciperemo allo sciopero femminista e transfemminista dell’8 marzo con striscioni con la scritta FUORI LA GUERRA DALLA STORIA che ci ha lasciato in eredità la compagna Lidia Menapace.

Tutti i nostri sforzi vanno impegnati nello sviluppo del movimento per la pace e contro la guerra.

Contro la guerra, sempre. Contro l’egemonia Usa e Nato. Per un mondo multipolare

2 Marzo 2022

di Giorgio Riolo

La guerra è un tragico catalizzatore. È la più grande politica di destra. Spegne il pensiero, la ragione, lo spirito critico. Alimenta istinti primordiali di sopraffazione, il tribalismo, lo sciovinismo. Arruola, inquadra, schiera, arma. “Noi” contro “loro”.

Dall’altra parte, induce donne e uomini di buona volontà a combattere con le armi spirituali della scelta etica, della cultura e della politica i soliti malvagi poteri che traggono profitto dalla guerra. Contro chi vuole sempre dominare, egemonizzare, contro i mercanti d’armi, il sempre attivo e feroce complesso militare-industriale.

Donne e uomini, la migliore umanità. La pace è sempre “pane, pace, lavoro”. È sempre a difesa dei deboli, di chi subisce morti, patimenti, distruzioni, stupri.

1. È in corso l’immane ipocrisia e la ributtante retorica dei sempiterni “valori occidentali”, della libertà e della democrazia, delle guerre umanitarie, della missione civilizzatrice dell’Europa, degli Usa e della Nato contro i barbari di sempre. Nell’Est e nel Sud del mondo. Prima contro i “comunisti” e poi semplicemente contro i “russi”.

La mente colonizzatrice agisce sempre, dalle Crociate alle nefandezze dell’olocausto IndoAfroAmericano, al colonialismo e all’imperialismo dell’epoca moderna.

I mass media si sono scatenati qui in Europa, in Occidente, con i giornalisti “democratici” in prima fila. A incitare, a disinformare, a reclutare. Un’impressionante manipolazione è dispiegata. L’impero del bene contro l’impero del male. Il baraccone massmediatico costituisce un braccio armato indispensabile.

Il barbaro, folle, ultracorrotto, despota, Hitler contemporaneo, Putin è il bersaglio. È la Russia che minaccia l’Occidente e non il contrario. La Nato essendo un pacifico consorzio di pacifici signori i quali, per esempio, ogni anno tengono manovre chiamate “Defender Europe”. Nell’ultima, maggio 2021, per due mesi, attorno alla Russia, 28.000 soldati e migliaia di mezzi, blindati, aerei, navi. La motivazione delle manovre  “contro una possibile aggressione in Europa da parte della Russia”.

2. Un poco di storia come retroterra. La Nato e l’atlantismo non hanno alcuna ragione d’essere. Allora. Ancor più dopo la fine dell’Urss e del cosiddetto socialismo reale nel 1991. È organismo sovranazionale di offesa. Contro l’Est, allora e oggi, e contro il Sud del mondo oggi. A guida e controllo totale Usa. Ed è lo strumento degli Usa per tenere l’Europa sotto scacco e ben schierata dietro di essa.

Con la fine dell’Urss, gli Usa e l’Occidente hanno voluto stravincere. Con lo smembramento dell’Unione Sovietica e con l’incitamento nazionalistico (come avverrà poi in Jugoslavia). Con il corrotto Boris Eltsin, a loro asservito, e con le bande oligarchico-mafiose imperversanti nei tragici dieci anni 1991-2000. A causa del capitalismo selvaggio e della rovina di molta parte della popolazione russa. Umiliando letteralmente quella parte del mondo. Ha detto recentemente l’ammiraglio tedesco Kay-Achim Schönbach “Putin e la Russia chiedono rispetto”. Semplice. Lo stesso ammiraglio subito fatto dimettere.

Il nostro Draghi, l’Unione Europea e il baraccone massmediatico all’unisono “la prima guerra in Europa dopo la seconda guerra mondiale”. Totalmente falso.

Nel 1999 la Nato a guida Usa, compresa l’Italia dell’allora governo D’Alema, aggredirono la Jugoslavia di Milosevič, ormai ridotta alla sola Serbia. La giustificazione fu la “guerra umanitaria” contro i serbi a difesa del Kosovo. 78 giorni di bombardamenti con 1.100 aerei, Usa e italiani in primo luogo. Bombardata Belgrado e nessuna immagine della popolazione terrorizzata nelle cantine. Come si fa oggi abbondantemente con gli ucraini. Ma i serbi erano “cattivi”, gli ucraini sono “europei” e buoni.

Nel tempo, la Nato si è allargata ai paesi ex Patto di Varsavia. Accerchiamento della Russia e grandi commesse militari da parte di questi paesi a vantaggio Usa. Mancava l’Ucraina.

Nel 2014 si inscena l’ennesimo “colpo di stato democratico” contro il presidente democraticamente eletto Janukovyč in Piazza Majdan a Kiev. Filorusso e quindi da eliminare. Con regia della Cia e con protagonisti i nazisti di Settore Destro e di Svoboda (dal nome di Stepan Svoboda, capo dei feroci collaborazionisti ucraini dei nazisti tedeschi nel 1941. Ogni anno nella innocente Ucraina si tengono sfilate per onorarlo).

Henry Kissinger dall’alto del suo sinistro realismo politico, in un articolo dello stesso 2014, metteva in guardia dal non portare la Nato sotto casa della Russia e di lasciare l’Ucraina come stato cuscinetto. Nel Donbass, la popolazione russofona nello stesso 2014 si ribella. La guerra nel Donbass ha fatto 14/15.000 morti e con protagonisti i nazisti del Battaglione Azov inquadrati nella Guardia Nazionale ucraina. Costoro hanno ammazzato vecchi inermi e hanno compiuto la strage di Odessa, dando fuoco alla sede del sindacato nella quale erano rinchiuse senza scampo 41 persone.

3. Putin e la Russia agiscono da puro realismo politico. Da stato-nazione e da richiamo nazionale e nazionalistico del ruolo storico svolto nel passato, dall’impero zarista e dalla potenza dell’Urss, o da svolgersi oggi e domani. Molto revanscismo dell’umiliazione subita. Nessuna giustificazione della guerra. Ma almeno la comprensione dei processi storici che determinano questi esiti nefasti.

4. Occidente contro Oriente e contro Sud. Prima la Russia, poi verrà la Cina. Armi all’Ucraina. La Germania si riarma, l’Italia sempre obbediente manda armi.

Non arruoliamoci e adoperiamoci per un mondo multipolare antiegemonico. Dove ogni popolo e ogni stato-nazione possano contare.

Milano, 1 marzo 2022