Tag: Rifondazione Comunista

DIMISSIONI LA RUSSA, SUPERATE 56.000 FIRME

Pubblicato il 4 apr 2023

L’appello per le dimissioni di La Russa che abbiamo lanciato sabato pomeriggio ha già superato le 52.000 adesioni.

Siamo certi che è solo l’inizio. Le gravissime dichiarazioni di Ignazio Benito La Russa sono incompatibili con la carica di Presidente del Senato della Repubblica.

In altri paesi europei le dimissioni sarebbero state considerate un atto dovuto. Invece in Italia Giorgia Meloni e la maggioranza fanno quadrato e gli opinionisti di destra vanno in tv a rilanciare le narrazioni neofasciste su via Rasella tese a scaricare sui partigiani la responsabilità dei crimini contro l’umanità commessi dai nazisti e dai loro complici italiani.

L’adesione all’appello di storici come Sandro Portelli, Alessandro Barbero e Angelo d’Orsi, di una scrittrice testimone della Shoah come Edith Bruck e di tantissime personalità della cultura, dell’informazione, della politica e della società civile testimoniano che in questo Paese ci si può opporre alla riscrittura della storia.

Gli uomini e le donne che parteciparono alla Resistenza romana e all’attacco di Via Rasella contro le truppe naziste occupanti erano e rimangono degli eroi. I fascisti che consegnarono ai tedeschi gli elenchi di ebrei e antifascisti da ammazzare alle Fosse Ardeatine erano dei traditori della patria e dei nemici dei principi che furono alla base della nostra Costituzione.

Non è accettabile che il Presidente del Senato definisca innocue vittime innocenti le truppe di occupazione naziste e offenda la Resistenza senza la quale non avremmo la Costituzione antifascista su cui ha giurato.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Elena Mazzoni, segretaria della Federazione di Roma del Partito della Rifondazione Comunista.

L’elenco dei primi firmatari aggiornato e la petizione da firmare: chng.it/cXbBk6VJ

BARBERO SPIEGA VIA RASELLA A LA RUSSA (VIDEO)

3 Aprile 2023

Vi proponiamo una lezione di qualche anno fa dello storico Alessandro Barbero su via Rasella che smonta punto su punto le falsificazioni che anche il presidente La Russa va diffondendo.

Ringraziamo  Alessandro Barbero per aver condiviso l’appello che abbiamo promosso per le dimissioni di La Russa.

Potete firmare qui

APPELLO PER LE DIMISSIONI DI IGNAZIO LA RUSSA

2 Aprile 2023

“Di fronte alle parole gravissime del Presidente del Senato non possiamo tacere. Abbiamo raccolto in poche ore le firme su un appello per le dimissioni di La Russa che vi chiediamo di pubblicare. In particolare segnaliamo quelle dei partigiani Gastone Cottino e Aldo Tortorella, dell’ex-presidente della Camera Fausto Bertinotti, del presidente dell’Arci Walter Massa, di storici, intellettuali, artisti, attivisti e ex-parlamentari. Da alcuni minuti la petizione è online e chiediamo di firmarla a tutte le cittadine e i cittadini che si riconoscono nella Costituzione nata dalla Resistenza”.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Elena Mazzoni, segretaria della federazione di Roma di Rifondazione Comunista.

Appello per le dimissioni di Ignazio La Russa
Il presidente del Senato deve dimettersi. Le sue esternazioni sulla Resistenza non sono riconducibili ad opinioni. Non sono nemmeno uno dei purtroppo assai diffusi episodi di revisionismo storico Sono un falso storico, la negazione di atti giudiziari, un’offesa alla Resistenza e un inquinamento delle responsabilità storiche del fascismo e del nazismo. Noi ci riconosciamo nelle affermazioni fatte dal Presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo. Quanto affermato dal Presidente del Senato è incompatibile con la carica che ricopre. Siamo certi che tale evidenza porterebbe in molti Paesi d’Europa alla sua immediata decadenza. E sarebbe grave che ciò non avvenisse in Italia.

Primi firmatariMaurizio Acerbo, Daniela Alfonzi, Cesare Antetomaso, Pier Giorgio Ardeni, Francesco Auletta, Stefano Azzara’, Franco Bartolomei, Michela Becchis, Fausto Bertinotti, Franco Berardi Bifo, Piero Bevilacqua, Daniele Biacchessi, Maria Luisa Boccia, Salvatore Bonadonna, Stefania Brai, Enrico Calamai, Eliana Como, Gastone Cottino, Massimo Dapporto, Luigi de Magistris, Angelo d’Orsi, Donatella Della Porta, Daniela Padoan, Giuseppe De Marzo, Antonio Di Stasi, Paolo Favilli, Paolo Ferrero, Eleonora Forenza, Francesca Frediani, Stefano Galieni, Domenico Gallo, Dino Greco, Giorgio Cremaschi, Giovanni Greco, Fabio Grossi, Leo Gullotta, Sabina Guzzanti, Alessandro Hobel, Raniero La Valle, Maria Lenti, Fabiomassimo Lozzi, Ramon Mantovani, Elena Mazzoni, Lucio Manisco, Laura Marchetti, Walter Massa, Sandro Mezzadra, Maria Grazia Meriggi, Raul Mordenti, Isidoro Mortellaro, Roberto Morea, Tomaso Montanari, Roberto Musacchio, Paola Nugnes, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Tiziana Pesce, Ulderico Pesce, Giovanni Russo Spena, Rita Scapinelli, Silvia Scola, Marino Severini, Barbara Spinelli, Simona Suriano, Aldo Tortorella, Vauro Senesi, Gianpasquale Santomassimo, Marco Trasciani, Raffaele Tecce, Vincenzo Vita, Massimo Zucchetti

La petizione on line.

Il presidente del Senato deve dimettersi


Le sue esternazioni sulla Resistenza, in particolare sull’atto di Via Rasella, non sono riconducibili ad opinioni. Non sono nemmeno uno dei purtroppo assai diffusi momenti di revisionismo storico.


Sono un falso storico, la negazione di atti giudiziari, una offesa alla Resistenza e un inquinamento delle responsabilità storiche del fascismo e del nazismo.


Noi ci riconosciamo nelle affermazioni fatte dal Presidente dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo.


Quanto affermato dal Presidente del Senato è incompatibile con la carica che ricopre.

Siamo certi che tale evidenza porterebbe in molti Paesi d’Europa alla sua immediata decadenza.

E sarebbe grave che ciò non avvenisse in Italia.

(clicca e firma l’Appello) 

Segreteria regionale Rifondazione Comunista Lombardia

ACERBO (PRC): GIANNI MINÀ, FUORICLASSE DEL GIORNALISMO PENALIZZATO PERCHÉ NON ALLINEATO CON GLI USA

Pubblicato il 28 mar 2023

Gianni Minà è stato un fuoriclasse del giornalismo italiano.

Era una leggenda vivente e ora si moltiplicheranno i riconoscimenti postumi e un po’ ipocriti. Vorrei ricordarlo come giornalista coraggioso e libero che è stato fortemente penalizzato perché non allineato con gli Stati Uniti come la quasi totalità della nostra informazione.

Ha dato voce a Cuba e alle lotte dei popoli dell’America Latina, ha raccontato i crimini del neoliberismo e dell’imperialismo contro i poveri della terra.

Alla moglie e alle figlie il più sentito cordoglio delle compagne e dei compagni di Rifondazione Comunista.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista

È MORTO IL COMPAGNO CITTO MASELLI

Pubblicato il 21 mar 2023

Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L’ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito.

Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista, la sinistra un intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile.

Citto ha sempre conservato la passione che da ragazzino lo spinse a entrare nelle fila dell’antifascismo e della Resistenza. Per tutta la sua vita ha messo intelligenza, sensibilità, passione e spirito critico al servizio di un progetto collettivo di liberazione e trasformazione.

Dopo lo scioglimento del PCI, a cui si oppose, è stato tra i fondatori di Rifondazione Comunista. Ha continuato a essere un militante comunista e antifascista fino all’ultimo giorno.

Citto non è mai diventato un ex, non si è mai atteggiato a reduce di epoche gloriose ma passate. Lo ricordiamo con noi più giovani con la cinepresa a raccontare un altro mondo possibile a Genova nel 2001 e sempre disponibile a dare il suo contributo alla lotta politica e culturale.

Citto Maselli era un comunista italiano, un rifondatore orgoglioso della storia di cui era stato tra i protagonisti, un compagno che non ha mai rinunciato all’idea di rivoluzione.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Covid: Rifondazione, Conte e Fontana coimputati nello stesso processo… Manca la lobby degli industriali

2 Marzo 2023

Il tribunale di Bergamo manda sul banco degli imputati tutta la catena di comando della Sanità che nel marzo del 2020 per negligenza e sottovalutazione ha riaperto l’ospedale di Alzano, malgrado si sapesse che vi erano dei contagiati di Covid e che la chiusura fosse già stata prevista dai dirigenti dell’ospedale, quella catena di comando che non ha fatto la zona rossa, che non ha aggiornato il piano epidemico e ha causato migliaia di morti che si  potevano evitare (più di 4000).

Conte, Speranza, Fontana, Gallera, Fumagalli e Brusaferro, nello spazio pubblico si sono sempre trincerati dietro la teoria della catastrofe imprevedibile, dell’aver fatto tutto il possibile o addirittura nel reciproco scaricabarile sulle competenze.  Le imputazioni sono pesanti: epidemia colposaomicidio colposo plurimo e rifiuto di atti d’ufficio

Con questo rinvio a giudizio la magistratura da dignità e riconoscimento al dolore delle famiglie dei deceduti per Covid che hanno avuto il coraggio di volere la verità, di tener ferma la volontà di avere giustizia. Rifondazione ha sempre sostenuto la loro tenacia e il loro non facile percorso, rimane fuori dal processo la causa prima di questi atteggiamenti di omissione e negligenza, il difetto irriformabile di un  sistema economico, il neoliberismo che in Lombardia vede un laboratorio e un anticipatore dei processi strutturali .

Non si è fatta la zona rossa perché la produzione non si fermasse, perché prima delle vite delle persone vengono i profitti. Il timore di danneggiare questa attività è stato comune ai dirigenti politici del centro destra e del centro sinistra. Sta alla politica riempire questo tassello e proporre strumenti e prospettive per uscire da questa barbarie.

Fabrizio BaggiSegretario regionale

Giovanna CapelliResponsabile regionale sanità

Partito della Rifondazione Comunista / Sinistra Europea – Lombardia

Rafforza Rifondazione Comunista, rafforza un progetto politico antisistema

1 Marzo 2023

Piero Rusconi

Campagna di tesseramento 2023

Anche quest’anno apriamo la nostra campagna di tesseramento al partito, in una situazione politica e sociale difficile.

Venti di guerra soffiano sempre più forti in Europa e nel mondo, sono più di 50 le guerre in corso in varie parti del nostro pianeta, oltre a quella in Ucraina che presenta un potenziale rischio nucleare.

Siamo in piena crisi climatica, le condizioni di vita e di lavoro della gente comune peggiora a vista d’occhio e sembra che non ci sia nulla da fare che siamo di fronte a processi irreversibili di fronte ai quali tutti ci sentiamo impotenti.

Quello della sfiducia e impotenza sono i sentimenti più diffusi e sono quelli più pericolosi, soprattutto per chi come noi lavora per un radicale cambiamento.

Ma è proprio in questa fase, così difficile che non ci dobbiamo rassegnare, anzi dobbiamo aumentare il nostro impegno e lavoro per un mondo migliore.

Per questo chiediamo a tutti/e i giovani e non, alle donne e uomini a tutti/e quelli che non si vogliono rassegnare di darci il loro contributo aderendo al nostro partito.

Rafforzare Rifondazione Comunista per una alternativa.

Per contattarci: prc.se.pavia@gmail.com

Nuova dirigenza PD. Tra il dire e il fare c’e’ di mezzo il mare

1 Marzo 2023

di Ezio Locatelli –

Col suo discorso d’insediamento da nuova segretaria del Pd Elly Schlein ha confermato la sua fama di affabulatrice. Trascinata dall’entusiasmo per una vittoria voluta e al tempo stesso inaspettata il suo primo discorso da segretaria è stato un profluvio di promesse. L’impegno a dedicarsi alla lotta alla precarietà, alle discriminazioni, alle disuguaglianze, ai cambiamenti climatici. Non è la prima volta che viene data l’idea di una svolta di 180 gradi rispetto a tutto ciò che non è stato fatto in questi anni. Peccato che la stessa Schlein, già vice di Stefano Bonaccini nella Giunta Regionale dell’Emilia Romagna, non abbia mosso un dito nella sua regione contro i processi di privatizzazione della sanità pubblica, le pratiche del lavoro povero in appalto o i propositi di autonomia differenziata. Peccato ancora che la Schlein, dopo aver dichiarato che “la pace in Ucraina non si fa con le armi”, abbia votato a gennaio il decreto legge che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al governo Meloni di inviare ami all’Ucraina. Una delega in bianco che fa a pugni con qualsiasi idea di de escalation e di rinnovamento in senso democratico.

Siamo alle solite, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Quel mare che ieri, davanti alle coste calabresi, ha inghiottito decine e decine di fuggiaschi dalla disperazione – l’ennesima orribile strage di innocenti – per colpa di politiche di guerra che colpiscono chi soccorre e non chi schiavizza. Bando alle ipocrisie, al gioco dello scaricabarile, queste politiche sono state portate avanti nel corso degli anni dai governi di centrodestra e centrosinistra.

Centinaia di migliaia di persone, molte delle quali nemmeno elettrici del Pd, hanno partecipato ieri alle primarie pensando per questa via di cambiare qualche cosa. Doveroso il rispetto nei loro confronti, della richiesta di svolta che si è espressa ma questo non ci esime dal dire che a livello di partito cambierà poco se non a livello scenico, di proclami di facciata. Il Pd è un partito che da tempo ha fatto una scelta di campo di segno liberista. Forse con la Schlein una scelta più nel senso di un liberismo pseudo progressista (vedi le sue esperienze in Usa) ma la sostanza non cambia.

Per cambiare realmente c’è bisogno di ricostruire una sinistra di alternativa, antiliberista, anticapitalista unitamente alla promozione del conflitto sociale. Una sinistra che non tenga il piede in due scarpe, ma che stia da una parte sola, quella della giustizia sociale e ambientale, dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, dei pensionati, delle classi sociali meno abbienti, quella della pace contro la guerra, della lotta contro le privatizzazioni e le grandi ricchezze. Una sinistra che stia nei fatti dalla parte della maggioranza della popolazione che oggi non gode di nessuna forma di rappresentanza sociale. Lo spazio per il cambiamento c’è. Impegniamoci in questa direzione.