Tag: Rifondazione Comunista

Locatelli/Ilari – Campagna straordinaria Tesseramento 2023 – Locandine e banner per diffusione – Format per rilevamento dati Tesseramento

27 Febbraio 2023

Car@ compagn@

Come già anticipato nell’incontro che si è tenuto in data 21 febbraio 2023 con i/le segretari/e e i/le responsabili organizzativi/e regionali, chiediamo a tutte le strutture del partito di organizzare a tappeto la Campagna di Tesseramento 2023 al Partito della Rifondazione Comunista.

Una campagna a cui va data la massima attenzione ben sapendo che il tesseramento a Rifondazione Comunista è la condizione basilare di esistenza della nostra organizzazione nonché la prima fonte di finanziamento del Partito. A tal proposito vanno convocate riunioni regionali, provinciali e di Circolo sia per procedere alla distribuzione delle tessere – là dove questo non sia stato ancora fatto – , sia per promuovere iniziative varie finalizzate a promuovere il rinnovo o nuove adesioni al nostro partito.

Per dare impulso alle iscrizioni, proponiamo due settimane di campagna straordinaria di tesseramento a partire da domenica 5 sino a domenica 19 marzo (feste di tesseramento, attivi di Circolo, assemblee pubbliche, iniziative e gazebo nelle piazze, ecc.). Tema centrale di questa nostra campagna il No alla guerra, più precisamente il no al sistema di guerra come sistema costitutivo della globalizzazione capitalistica, per una alternativa di pace, lavoro, giustizia sociale.

Di seguito alleghiamo locandine di pubblicizzazione della campagna che vi invitiamo a veicolare sui social gestiti dalle nostre strutture e dai/le nostr@ compagn@. Vi invitiamo a segnalare o a inviare foto riguardo le iniziative sul tesseramento al seguente indirizzo mail: tesseramento.prc@rifondazione.it

In allegato trovate anche il file Raccolta dati e il Format per il rilevamento numero iscritti/e. Cogliamo altresì l’occasione per chiedere, a chi non l’avesse ancora fatto, di trasmettere i dati definitivi del tesseramento 2022 inviando sempre a tesseramento.prc@rifondazione.it

Nella Conferenza di Organizzazione che abbiamo appena svolto ci siamo dati come obiettivo quello di compiere come Partito un salto di qualità. Obiettivo che può e deve essere perseguito anche attraverso un aumento di partecipazione e di adesioni al nostro Partito con particolare attenzione al coinvolgimento di una nuova leva di compagne e compagni.

Facciamo tutt@ la nostra parte per la riuscita della nostra campagna di Tesseramento 2023!

Buon lavoro a tutte e tutti.

Ezio Locatelli, segreteria nazionale
responsabile Organizzazione Prc-Se

Giancarlo Ilari, responsabile nazionale
Tesseramento Prc-Se

Porto contro la guerra, il Calp: a Genova con noi l’Italia che dice stop all’invio di armi

27 Febbraio 2023

Dalle 5.000 alle 10.000 persone hanno risposto all’appello dei portuali genovesi e sono scese in strada. A reggere lo striscione del Collettivo Autonomo anche chef Rubio.

L’Italia che dice no alla guerra e all’invio di armi ieri era qua, nel porto di Genova, a manifestare con i lavoratori dello scalo più grande del Paese, che dal 2014 denunciano “i traffici di armi e il fatto che i porti sono questa zona grigia in cui per interessi economici non si rispettano le leggi, come la 185 del 1990 che vieta il transito di armamenti, e l’articolo 11 della Costituzione”.

Così José Nivoi, responsabile USB e lavoratore del Calp, il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali che ha promosso la protesta in una giornata simbolica, il 25 febbraio appunto, non solo perché è un anno esatto dall’inizio del conflitto in Ucraina ma anche perché sono passati due anni dall’inchiesta della Procura per associazione a delinquere nei confronti del Calp, indagini che sono certamente legate alle battaglie per il blocco del traffico di armi di passaggio nel porto di Genova.

E proprio ieri, in effetti, era atteso al terminal Gmt l’attracco di una delle navi della compagnia saudita Bahri, una flotta che è diventata simbolo di guerra perché, denuncia il Calp, “passa dal porto carica di armamenti destinati all’Arabia Saudita per il conflitto in Yemen“.

“Quando abbiamo organizzato la manifestazione era previsto l’arrivo della nave Bahri. Oggi è sparita dai radar. Ma è una cosa normale per queste navi qua, che spengono i radar, spariscono e poi ricompaiono”. A spiegarcelo è un altro lavoratore del Calp, Riccardo Rudino, che poi aggiunge: “Fanno quello che vogliono e si vede chiaramente che possono farlo perché godono di privilegi di cui non godono altre compagnie di navigazione. La nostra battaglia è una battaglia contro il traffico di armi ma soprattutto contro quello che permette di costruire le guerre. E il conflitto in Ucraina è legato al bisogno di vendere armi, produrre armi e costringerci tutti a entrare in quella spirale lì, che non avrà mai una fine”.

Tra i portuali arrivati da Civitavecchia, Livorno e Trieste, gli attivisti, i rappresentanti dei sindacati USB, Cobas, Sì Cobas e OrSA, gli studenti di Osa e Cambiare rotta, i politici e i cittadini comuni, in migliaia da tutta Italia e dall’estero hanno raggiunto il capoluogo ligure in bus o in treno. Da 5.000 a 10.000 persone, a giudicare dal serpentone che ha attraversato per la prima volta il porto di Genova, dal Varco Etiopia a Ponte dei Mille.

“Questo Paese è un Paese assurdo. Il Pd fa le primarie e mette la bandiera della pace accanto a quella ucraina. Non si capisce più niente. In Italia fanno i finti pacifisti e poi votano per la guerra e l’invio delle armi. C’è bisogno di coerenza”.

Non usa mezzi termini Maurizio Acerbo, Segretario nazionale di Rifondazione, anche lui a Genova per la manifestazione del Calp, che ci tiene a ribadire: “Non vedevano l’ora di arrivare al conflitto. È evidente. Si è gettata benzina sul fuoco della crisi ucraina che è partita come guerra civile ed è diventata uno scontro di potenze”. Poi sul Collettivo Autonomo sottolinea che è il modello di cui abbiamo bisogno: “Io credo che il Calp sia un esempio di coscienza di classe, a partire dal rifiuto della guerra”. Un esempio coraggioso in una città che ospita anche importanti industrie di armamenti. E, infatti, Acerbo precisa: “Questa è una delle barbarie del nostro tempo. In Italia abbiamo privatizzato tutto, l’unico settore di forte industria pubblica è quello della produzione di strumenti di guerra e di morte. Non eravamo in grado di produrre le mascherine durante l’emergenza Covid, dobbiamo importare i pannelli solari per fare la transizione ecologica, ma esportiamo armi in tutto il mondo”.

“Questa è l’unica manifestazione che dice con chiarezza no alla guerra, no all’invio di armi, no al traffico di armi, ma che denuncia anche il ruolo che hanno avuto l’Unione Europea e la NATO nell’alimentare questo conflitto”. A dirlo è Maurizio Rimassa, coordinatore regionale di USB, il sindacato di base al quale sono iscritti molto attivisti del Calp e che ha dato il suo appoggio alla manifestazione.

In corteo anche il neo eletto coordinatore provinciale del Movimento Cinquestelle, Stefano Giordano, che sottolinea: “Come Movimento abbiamo tentato con tutte le nostre forze di fermare questa guerra che sta portando a rischio l’intera Europa. Noi siamo qui oggi a rappresentare un’alternativa che né il governo Draghi, né il governo Meloni, hanno tenuto in considerazione, e cioè un tavolo dove veramente si parli di pace e non di inviare ulteriori armi per aumentare il conflitto”.

Il corteo si è concluso in piazza De Ferrari senza scontri né momenti di tensione con le forze dell’ordine, presenti a distanza ma in numero massiccio.

Simona Tarzia

PRESE IN GIRO

26 Febbraio 2023

Maurizio Acerbo

Enrico Letta ci comunica che

“Ho chiesto che i seggi per le #primariepd2023 espongano 🏳️‍🌈 e 🇺🇦. A testimoniare il nostro impegno per la pace e al fianco, sempre, dell’aggredito”.

Sarebbe assai più onesto e rispettoso dell’intelligenza di cittadine e cittadini esporre la bandiera della NATO davanti a quelle sedi.

Siamo di fronte all’ennesima presa in giro da parte di un partito che si è caratterizzato per la totale identificazione con l’aumento delle spese militari e le politiche di guerra e riarmo della NATO.

Il PD è talmente guerrafondaio che ha preferito perdere le elezioni che allearsi con chi metteva in dubbio la scelta di proseguire con l’invio di armi.

È talmente allineato con gli USA che si complimenta continuamente con Meloni per aver proseguito nello schieramento del paese sulle posizioni di oltranzismo NATO.

Il PD è NATO, come raccontano i cablo di Wikileaks sull’entusiasmo degli USA nel 2008, per garantire che i governi di “centrosinistra” non fossero più condizionati da sinistra pacifista.

Il PD porta grandi responsabilità nella crisi ucraina avendo sostenuto acriticamente Euromaidan facendo finta di non vedere i gruppi paramilitari di estrema destra.

Che il Pd sia sempre dalla parte dell’aggredito non ci sembra proprio visto che è il partito che si è schierato, sul palco con la destra, dalla parte di Israele anche quando Netanyahu bombardava Gaza.

Il PD è talmente guerrafondaio che nessuna/o alle primarie si è candidata/o proponendo lo stop all’invio di armi.

Sulla guerra, fino all’arrivo di Giorgia Meloni, il PD è riuscito a battere la destra che nel militarismo ha uno dei suoi valori fondanti.

Ricordate quando Berlusconi titubava sulla guerra alla Libia come il PD insistette per partecipare ai bombardamenti?

L’identificazione del PD con i “socialisti” europei della razza di Blair e Stoltenberg e con il Partito democratico USA ha rappresentato una rottura con la tradizione di lotta per la pace e il disarmo e per il superamento dei blocchi militari di Enrico Berlinguer, Willy Brandt, Olof Palme.

Dalle ceneri del partito che guidò il movimento contro l’istallazione degli euromissili a Comiso è nato per inesorabile involuzione il partito che ha trasformato l’Italia, in totale accordo con la destra, nella piattaforma militare per le guerre degli USA nel Mediterraneo.

Quelle bandiere della pace davanti alle sedi del PD rappresentano in maniera visibile l’ennesimo tentativo di egemonizzare e di assumere la rappresentanza di tutto ciò che nega con la sua politica.

Il PD fa la guerra ma vuole occupare lo spazio della pace, fa le leggi contro lavoratrici e lavoratori ma pretende di occupare lo spazio della sinistra, ha svuotato la democrazia costituzionale ma pretende di rappresentare l’argine contro la destra che ha vinto grazie alla legge elettorale che il Pd ha voluto.

L’appropriazione indebita della bandiera della pace è l’ennesima presa in giro cinica e spregiudicata.

Solo l’autonomia e la rottura dei movimenti per la pace con il PD può dare efficacia alla lotta contro la guerra nel nostro paese.

Le bandiere della pace portiamole oggi nelle piazze dove si chiede lo stop all’invio di armi, il taglio delle spese militari, il cessate il fuoco e la trattativa.

Disertiamo i partiti della guerra.

Campagna uova di Pasqua 2023

24 Febbraio 2023

Ciao a tutte/i. Vi inoltro il comunicato per la consueta campagna “Uova di Pasqua” organizzata dall’Associazione Verso il Kurdistan di Alessandria. Quest’anno la campagna è finalizzata alla raccolta di fondi per le famiglie delle zone terremotate del Kurdistan settentrionale e occidentale, in Turchia e in Siria.

Offerta minima Euro 15 per un uovo di cioccolato da 500 grammi fondente o al latte.
La prenotazione deve avvenire entro sabato 11 marzo, per Vigevano e dintorni.

Per chi abita a Vigevano e dintorni, dovete rivolgervi alla Cooperativa Portalupi ai seguenti numeri:

0381 346333 (sabato e domenica dalle ore 12 alle ore 22; gli altri giorni, escluso il martedì, dalle ore 21 alle ore 22);

342 6489617 (Leo, dalle ore 18 alle ore 19).

Per chi abita ad Abbiategrasso, inviate gli ordini  via email al sottoscritto.

Un caro saluto
Vladimiro

ANPI DI MORTARA: PRESIDIO E FIACCOLATA PER LA PACE, VENERDÌ 24 FEBBRAIO 2023, ORE 21 IN PIAZZA DEL MUNICIPIO

20 Febbraio 2023

I margini al centro

14 Febbraio 2023

MARA GHIDORZI

Partiamo da un dato di fatto: non siamo riusciti a raddoppiare quei voti che ci avrebbero permesso di superare la soglia del 3%

In un clima di così alta disaffezione, anche la nostra proposta politica pur caratterizzata dalla rottura con questo modello consociativo di potere, non è stata in grado di coinvolgere quella grande fetta di elettorato che nella nostra campagna elettorale abbiamo identificato come #imarginialcentro

E’ anche vero che 50mila cittadine e cittadini ci hanno dato fiducia e credono in questo progetto di alternativa.

In queste ore mi state scrivendo in tantə, sull’importanza che #UnionePopolare non svanisca ma anzi che incominci seriamente a radicarsi sui territori. Gente che mi chiede dove ci si può ritrovare per dare una mano.

E allora, in questa prospettiva, quei 50mila voti possono diventare un patrimonio pazzesco di braccia, menti, cuori ed entusiasmo gramsciano.

Non c’è tempo per la rassegnazione perchè è quello che questo sistema marcio si aspetta da noi.

Abbiamo un coordinamento da allargare, circoli territoriali da far funzionare e un progetto nazionale da far crescere.

Partiremo presto con le assemblee di bilancio/rilancio…continuate a seguirci!!

ps: voglio ringraziare tutta la comunità politica che ha permesso di portare avanti questa bellissima campagna elettorale su tutti i territori. Sono stravolta ma felice. Orgogliosa di essere parte di questo pezzettino 💜🏳️‍🌈✊

Unione Popolare Lombardia

Nel “Giorno della Memoria” diciamo No a tutti i fascismi vecchi e nuovi

Pubblicato il 27 gen 2023

Rita Scapinelli*

Nel “ giorno della memoria”, istituito dal Parlamento italiano, all’unanimità, con la legge n.211 del 20 luglio 2000 ricordiamo i sei milioni di ebrei sterminati nei campi di concentramento, le persecuzioni subite e le deportazioni di massa che hanno riguardato anche militari e politici italiani invisi al regime, sinti e rom, omosessuali, disabili e “asociali”, nei lager nazisti: tutte vittime di una ideologia nefasta e irrazionale alla base di un regime dittatoriale che aveva annullato ogni forma di democrazia.

Il 27 gennaio vuole ricordare da un lato la follia e insieme la lucidità del sistema di sterminio messo a punto dai nazisti con la collaborazione attiva dei fascisti italiani, dall’altro però anche l’umanità e il coraggio di quanti si opposero allo sciagurato progetto, protessero i perseguitati e salvarono molte vite.

Ma, mentre partecipiamo alle iniziative e alle celebrazioni che da diverse parti si tengono, mossi dal dovere della memoria, ci chiediamo perché sia potuto accadere tutto questo, con quale inaccettabile motivazione, in tante e tanti siano stati artefici o complici di crimini di tale dimensione.

Nel libro “Dodicesima Disposizione”, curato dal Dipartimento Antifascismo del nostro partito, si dedica un capitolo all’alleanza di Mussolini con Hitler, all’antisemitismo alla promulgazione delle leggi razziali: si dice che i due movimenti, nazismo e fascismo, erano accomunati dal nazionalismo, l’anticomunismo, il disprezzo per la democrazia, l’uso della violenza e il razzismo, la costruzione di capri espiatori su cui riversare il fallimento e i danni della crisi del 1929, la guerra e lo sterminio scientificamente pianificato degli oppositori, come soluzione finale. Emblematica è l’assurdità delle leggi razziali, una serie di norme discriminatorie nei confronti degli ebrei che a partire dal 1938 vennero promulgate ricalcando le leggi razziali naziste di Hitler del 1935, e che hanno realizzato una delle pagine più buie della storia italiana in Italia. Ci si inventò la “razza ebraica” come nemica del popolo italiano, e per questo fu pubblicato il famigerato “Manifesto della Razza” in cui si esalta il concetto di purezza ariana da preservare con ogni mezzo. Nel manifesto, con farneticazioni di ogni genere , si afferma l’esistenza di una fantomatica identità razziale italiana (anche un paese frutto di infinite mescolanze viene dichiarato “ariano”) e si incitano gli italiani a proclamarsi “francamente razzisti” . Il dramma è che questo testo, riportato integralmente nel nostro libro, fu sottoscritto da oltre 360 accademici ed intellettuali tra i quali anche cattolici, docenti universitari, pediatri, giuristi. Scriviamo, nel libro, che mai la cultura e la scienza italiane erano cadute così in basso.

A sostegno delle teorie folli esplicitate, nacque inoltre una rivista dichiaratamente antisemita “La difesa della razza” il cui segretario di Redazione era Giorgio Almirante futuro leader del Movimento Sociale partito formato da nostalgici del fascismo ed ex repubblichini nato poco dopo la Liberazione. L’MSI entra in Parlamento nel 1948 e vi resta fino al 1995 quando dal suo scioglimento si forma Alleanza Nazionale che porterà poi a Fratelli d’Italia. Mi sembra doveroso qui ricordare che FdI, che, dopo le ultime elezioni politiche, esprime la presidente del governo e diversi ministri, non ha mai rinnegato le proprie origini e mantiene ancora nel suo simbolo la fiamma tricolore simbolo inventato dai reduci della Repubblica di Salò quando fondarono l’MSI. 

A supporto di ciò, Ignazio “Benito” La Russa, Presidente del Senato, e Isabella Rauti, sottosegretaria alla Difesa, figlia di Pino Rauti, personaggio al centro delle trame nere degli anni Settanta, ricordano sui social il 76° anniversario della nascita del MSI con le parole “Onore ai fondatori e ai militanti missini” ben sapendo che il Movimento Sociale si poneva in continuità ideologica con la Repubblica Sociale di Salò.

Con che coraggio quindi eredi morali del disciolto partito fascista, esponenti di un partito definito posfascista possono rappresentare le istituzioni democratiche nelle celebrazioni della Giornata della Memoria?

Con che coraggio hanno giurato fedeltà alla Costituzione nata dalla Resistenza contro il fascismo, e basata su valori assolutamente antifascisti e quindi anche antirazzisti?

Per anni abbiamo fatto parlare i testimoni della Shoah e del Porrajmos, quando questi volevano o riuscivano a parlare, ora non possiamo lasciare che tutto venga dimenticato, perché conoscere la storia è necessario per poter combattere nuove forme di fascismo non così apertamente riconoscibili in quanto non potranno ripresentarsi con le stesse modalità. I neofascisti di oggi, hanno sostituito i migranti ai “diversi” da opprimere nel secolo scorso, praticano un razzismo simile a quello dei propri avi, sognano un’artificiale “comunità nazionale”, in contrapposizione al rischio della mondializzazione e della immaginaria “sostituzione etnica” con cui si giustificano politiche criminali contro chi fugge verso l’Europa. Sono tante le similitudini e le differenze su cui siamo chiamati a ragionare, per evitare che fra passato e presente si realizzi una pericolosa continuità.

Le parole d’ordine “devi ricordare”, “la memoria è un dovere” perché “senza memoria le generazioni non hanno futuro” non devono essere parole vuote, dobbiamo fare i conti anche con le dimenticanze e i silenzi colpevoli di questi anni.

Finita la guerra con la Liberazione inizia un periodo nel quale anziché processare e condannare i fascisti responsabili di tanti crimini, in nome di una pacificazione e di un tentativo di ripristinare un ordine democratico nel paese non si procede a nessuna epurazione, anzi, prefetti, vertici militari, personale dei Ministeri, giudici che avevano operato durante il regime fascista vengono ricollocati ai loro posti.

Inizia invece un processo alla Resistenza, forse per il fatto che la maggior parte dei partigiani era comunista, e si cerca di mettere sullo stesso piano le diverse parti in lotta.

È evidente invece che in quel periodo drammatico ci fu chi percepì con chiarezza il senso della giustizia, della lotta per la democrazia guardando ad ideali più alti perdendo la vita nella Resistenza, mentre altri, spesso per scelta, non vollero opporsi e battersi contro la barbarie nazi-fascista, o non osarono farlo per viltà o timore. Non può essere messo sullo stesso piano chi ha combattuto per la democrazia e la libertà e chi invece ha combattuto a favore di una dittatura responsabile di anni di terrore e crimini nei confronti di una parte dell’umanità. Non ci può essere nessuna assoluzione per chi stette dalla parte dei fascisti e dei nazisti e nessun tentativo di revisionismo storico può e deve essere accettato.

Ed è ancor meno accettabile che, nel tentativo di giustificare il silenzio sui crimini fascisti, si sia voluto equiparare il fascismo al comunismo, come nella risoluzione del Parlamento europeo del 19 settembre, 2019 nella ricorrenza degli 80 anni dalla seconda Guerra mondiale. Oppure, come ha fatto recentemente, il ministro dell’Istruzione e del “Merito” , con una lettera agli studenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado, si parla di totalitarismo del Comunismo dimenticandosi e volendo far dimenticare, che in Italia il termine totalitarismo è stato coniato per descrivere il fascismo mentre i comunisti il fascismo lo hanno combattuto ed hanno contribuito, insieme ad altre forze politiche democratiche, dopo il 25 aprile, a ricostruire la democrazia in Italia, andando oltre le appartenenze. Insieme hanno scritto la Costituzione che porta la firma in calce di Umberto Terracini, antifascista comunista. Quella Costituzione composta da una serie di articoli in cui si afferma l’esatto contrario di tutto ciò che stava alla base del fascismo. I padri e le madri costituenti avevano vissuto sulla propria pelle la tragedia del regime fascista e, con la scrittura di questo testo, si prefiggevano l’obiettivo di cancellare per sempre la possibilità di un ritorno di questa ideologia criminale.

Quella Costituzione mai applicata del tutto e spesso non rispettata. Ne è un esempio la mancata applicazione dell’articolo 11, “L’Italia ripudia la guerra……come mezzo di di risoluzione delle controversie internazionali…” quando il Parlamento italiano vota e rivota l’invio delle armi all’Ucraina divenendo così paese cobelligerante.

Occorre oggi un rinnovato impegno rivolto alla difesa della nostra Costituzione di fronte ai tentativi di modificarla col fine di renderla meno vincolante per chi fa del liberismo la sua bandiera: presidenzialismo, autonomia differenziata, smantellamento dello stato sociale, sono tutti tentativi di modificare il carattere sociale e antifascista della Costituzione italiana.

Fare fronte comune per la difesa della Costituzione, è il modo migliore per celebrare la Giornata della Memoria.

*Responsabile nazionale Antifascismo PRC-SE

Immaginare il futuro, cambiare il presente

12 Gennaio 2023

Al via sabato 14 Gennaio la Conferenza di Organizzazione “Immaginare il futuro, cambiare il presente” del Partito della Rifondazione Comunista.

Dopo le Conferenze di Organizzazione che hanno attraversato tutto il Partito e tutti i territori, sabato e domenica si terrà a #Roma la due giorni nazionale di sintesi per rendere il nostro partito uno “strumento” ancora più utile e all’altezza delle sfide che ci attendono.

Tutti i documenti saranno poi pubblicati sul nostro sito. Stay tuned.

RIFONDAZIONE COMUNISTA

Con Lula, contro il golpe fascista in Brasile

9 Gennaio 2023

La destra fascista di Bolsonaro assalta il Parlamento brasiliano. Un attacco alla democrazia che va respinto.

Piena solidarietà a Lula e al popolo brasiliano.

La UE e i governi europei, compreso quello italiano, condannino da subito e senza ambiguità questo tentativo di golpe.

Ricordiamo che il governo italiano dei camerati fascioleghisti di Bolsonaro non ha inviato nessun esponente alla cerimonia di insediamento del presidente Lula.

L’irruzione in corso è un attacco terroristico incompatibile con le regole di una democrazia.

È evidente la complicità dei bolsonaristi che governano il Distretto Federale e hanno lasciato fare.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista- Sinistra Europea, Coordinamento Unione Popolare